2/4our jesce sole!! Un'installazione esterna, una video proiezione, una serie di quadri e un paesaggio sonoro in diffusione all'interno dello spazio espositivo compongono il corpus della mostra, che si concentra propriamente sull'atto del lavaggio. A cura di Alessandro Trabucco.
A cura di Alessandro Trabucco
I panni stesi ad asciugare all’aria aperta sono ormai diventati un’immagine tipica della tradizione italiana. In altri paesi del mondo, come il Nord America per esempio, vige una legge che vieta questa pratica di semplice vita quotidiana. Il lavare i panni, il ripulirli dallo sporco, dal sudore, dal “vissuto”, era in passato quasi un rituale collettivo, quando non c’era l’acqua corrente nelle case (tantomeno le lavatrici) e le massaie si recavano presso le rive dei torrenti o, nei casi privilegiati, in pozzi privati.
Antenati delle lavanderie self service, i lavatoi pubblici erano provvisti di tutte le attrezzature utili per la lavatura dei panni, tra cui il sapone solido tagliato a blocchetti e la cenere, che servivano rispettivamente a pulire e sbiancare i capi che successivamente venivano stesi al sole puliti e profumati.
Nella società contemporanea italiana, sempre più individualista e chiusa nelle proprie “gabbie abitative”, questa tradizione pare resistere, soprattutto in quei quartieri ancora strutturati dalle cosiddette case-ringhiera nelle quali è possibile stendere il proprio bucato mantenendo una sorta di celata e necessaria discrezione.
Stendere i panni mostrandoli alla vista altrui equivale quasi a mettersi a nudo, svelare la propria intimità, affermare quel che si è, nella propria umana vulnerabilità. Scegliere i capi che ci ricoprono e ci presentano nella vita sociale è già un segno di identità e personalità, lavarli significa prendersi cura di se stessi, rispettarsi. Gesto di umile e affettuosa attenzione, la pulizia di sé, come del proprio vestiario, diventa quindi un procedimento di continuo rinnovamento e l’acqua assolve il suo compito simbolico di purificazione.
Il duo artistico 2/4 (Carolina Ciuccio e Sofia Scarano) di stanza proprio nella città per antonomasia dei panni stesi al sole, Napoli, ha realizzato nel capoluogo campano un’installazione site specific per LUMIN_ARIAedizionezero nell’inverno scorso. In quella occasione, panni veri (solidificati con la resina, quindi delle vere e proprie sculture) sono stati appesi ad un filo tra un condominio e l’altro (immagine classica nonché folcloristica del luogo) ed illuminati con dei led posti al loro interno. Il risultato ottenuto, ovviamente da cogliere meglio nelle ore notturne, era particolarmente suggestivo: presenze sospese, fantasmi inanimati che fluttuavano nel vuoto, leggermente mossi dalla minima filatura di vento. Una visione evocativa ed accattivante soprattutto per i cromatismi vivaci e le fantasie dei tessuti.
Per l’esposizione milanese non potevano scegliere location migliore come lo storico vicolo dei Lavandai, testimonianza abbastanza ben conservata di un pezzo di storia della città. Un’installazione esterna, una video proiezione, una serie di quadri e un paesaggio sonoro in diffusione all’interno dello spazio espositivo compongono il corpus della mostra, che si concentra propriamente sull’atto del lavaggio.
Il video, senza audio, è il resoconto di questa accurata operazione compiuta in riva ad un fiume. Scaglie di sapone marsiglia sciolte col fuoco sono unite a pigmenti puri in modo da ottenere colori pieni e naturali. Su di un tessuto immacolato comincia a prendere forma la sagoma di un vestito. Il rituale battesimale avviene col lavaggio e la purificazione del tessuto che comunque conserva le tracce di una colorazione tenue e sbiadita ma che conferisce lo stato di vita vissuta e quindi di umanità.
Questi dipinti con sapone colorato compongono l’installazione di una delle due stanze della galleria, tessuti scelti casualmente, dalle svariate fantasie, diventano lo sfondo sul quale accogliere il primo piano del vestito in una sorta di campionario visivo dei vari capi d’abbigliamento.
Particolarmente significativa l’installazione esterna, sul vicolo dei Lavandai, proprio sul piccolo lavatoio utilizzato in passato dalle lavandaie. Ancora dotato delle pietre inclinate utilizzate per strofinare in modo energico i panni, le due artiste immergono nell’acqua qualche vestito illuminato con i led, in modo da creare una rievocazione suggestiva di questo rituale che spesso permetteva anche alle classi più povere di poter provvedere alla propria igiene, oltre che a quella dei benestanti dai quali ricevevano questo compito, e di vivere in un modo addirittura più dignitoso rispetto alla realtà attuale.
Inaugurazione mercoledì 16 ore 19
Obraz
vicolo Lavandai, 4 - Milano
Ingresso libero