Prometeogallery
Milano
via G. Ventura, 3
02 26924450 FAX 02 26924450
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Regina Jose' Galindo
dal 17/9/2009 al 20/10/2009
mar-sab 11-14, 15-19

Segnalato da

Prometeo Gallery



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Regina Jose' Galindo



 
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17/9/2009

Regina Jose' Galindo

Prometeogallery, Milano

Juegos de poder. In mostra vengono presentate azioni che l'artista ha realizzato negli ultimi 2 anni. Immigrazione, nudita', empatia, potere, rabbia, sadismo, costrizione e liberta' sono le parole attorno a cui si articola il discorso artistico della Galindo. Nel lavoro che da il titolo alla mostra, l'artista segue pedissequamente le istruzioni di un ipnotizzatore; un pezzo che si inserisce in una lunga ricerca sulla natura sadica e sulla sete di liberta' incontrollata del potere.


comunicato stampa

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Prometeogallery di Ida Pisani è lieta di annunciare l’apertura presso il proprio spazio di Milano della personale di Regina José Galindo dal titolo Juegos de poder (Giochi di potere), in cui verranno presentate azioni recenti che l’artista guatemalteca ha realizzato negli ultimi due anni tra il suo paese, gli Stati Uniti, il Sud America e l’Italia.

Immigrazione, volontà, nudità, empatia, biologia, potere, rabbia, sadismo, disperazione, costrizione e libertà sono le parole attorno a cui si articola da sempre il discorso artistico di Regina José Galindo. Nelle performance a queste parole presta il suo corpo, usandolo come se non le appartenesse, come uno specchio. Nel lavoro che da il titolo alla mostra Regina José Galindo segue pedissequamente le istruzioni di un ipnotizzatore.

Questo pezzo si inserisce in una lunga ricerca sulla natura sadica e sulla irrefrenabile sete di libertà incontrollata del potere. Su questa faglia insiste il lavoro di Regina. L'attenzione ricade sull'incapacità psicologica del potere di colmare il suo stesso vuoto. Quando la Biennale de L’Avana le chiede di partecipare con un suo lavoro, l'artista con molta ironia invia un suo mezzo busto, opera che distrugge il mito dell'artista politico e allo stesso tempo lo rafforza.

In America's family prison vive per 24 ore dentro una cella assieme alla sua famiglia e poi la lascia aperta in modo che il pubblico possa esperirla come se fosse un oggetto d’arte. Per Curso de supervivencia para hombres y mujeres que viajarán de manera ilegal a los Estados Unidos organizza per dei futuri clandestini una serie di lezioni in cui si apprende come resistere alla fatica, come orientarsi e leggere le mappe, nozioni di primo soccorso, come accendere un fuoco e come scalare un muro, insomma come riuscire a sopravvivere in condizioni estreme. In Let's Rodeo si sottopone ad un’estenuante prova di resistenza a cavallo di un toro meccanico nel vano tentativo di domarlo.

Nell’ultima fase della sua produzione Regina José Galindo ha iniziato ad includere il pubblico nel ruolo di rivelatore e liberatore del suo corpo. In una recente azione realizzata a Livorno nel luglio di quest’anno – Libertad condicional – l'artista è sdraiata sulla ghiaia e incatenata al centro di uno spazio definito solo da uno spot luminoso. Davanti a lei un ricco mazzo chiavi, mentre intorno si aggira il pubblico. Appagata la vista, dopo un po' qualcuno si avvicina, la tocca e l'accarezza a lungo sulle mani e sul volto come a sentire di cosa è fatta, poi prova a liberarla. Subentra un'altra persona e un'altra ancora, finché il lavoro è compiuto, le catene sono sono sciolte. Questa volta la libertà dipende dagli altri.

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Regina José Galindo (Città del Guatemala, 1974) ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 2001 e nel 2005, edizione nella quale ha vinto il Leone d’oro come miglior artista under 35. Quest’anno è presente a Venezia nel progetto speciale “The Fear Society – Pabellón de la Urgencia” curato da Jota Castro per la regione di Murcia. Il suo lavoro è stato esposto – tra gli altri – al PS1 di New York, a Le Plateau a Parigi ed è parte di numerose collezioni pubbliche e private. Ad ottobre inaugurerà una sua importante personale a New York presso Exit Art e in dicembre sarà presente ad Art Basel Miami nella sezione Art Nova.

Prometeogallery di Ida Pisani is pleased to announce the forthcoming opening in its Milan premises of the solo exhibition of works by Regina José Galindo. Entitled Juegos de poder (Power Games), it shows recent actions that the Guatemalan artist has created over the past two years in her own country and in the United States, South America, and Italy.

Immigration, determination, nudity, empathy, biology, power, anger, sadism, desperation, coercion, and freedom are the words around which Regina José Galindo’s artistic concepts and actions have always revolved. In her performances she lends her body to these words, using it as though it were not her own – as though it were merely a mirror.

In the work that gives the exhibition its title, Regina José Galindo slavishly follows the instructions of a hypnotiser. It is one piece in a long artistic investigation into the sadistic nature of power and its irrepressible thirst for uncontrolled freedom. It is along this fault line that Regina’s work focuses. Her attention is on the psychological inability of power to fill its own void.

When the Havana Biennale asked her to take part with a work, she very ironically sent a half-length bust of herself, as a work that explodes the myth of the political artist, while at the same time reinforcing it. In America’s Family Prison, she lives for 24 hours in a cell together with her family, and then she leaves the door open so that the public can try it out as though it were an art object. In Curso de supervivencia para hombres y mujeres que viajarán de manera ilegal a los Estados Unidos she organises a series of lessons for future illegal immigrants, teaching them how to resist fatigue, how to take bearings and read maps, with an introduction to first aid, and how to light a fire and climb a wall. In other words, how to survive in extreme conditions. In Let’s Rodeo she submits herself to an exhausting resistance test astride a mechanical bull, in a futile attempt to tame it.

In her most recent works, Regina José Galindo has started to involve the public, giving them the task of revealing and liberating her body. In Libertad condicional, a recent action she put on in Livorno in July this year, the artist lies down on the gravel, chained to the centre of an area marked only by a spotlight. A big bunch of keys is in front of her, while the public move around her. Satisfied by the sight, after a while someone goes up to her, touching her and stroking her hands and face at length, as though to feel what she is made of, and then attempting to free her. Another person joins in, and then another, until the work is complete, and the chains are released. This time, freedom depends on others.

Regina José Galindo (Guatemala City, 1974) took part in the Venice Biennale in 2001 and also in 2005, when she won the Golden Lion for Best Artist under 35. This year she is in Venice with the special “The Fear Society – Pabellón de la Urgencia” project curated by Jota Castro for the region of Murcia. Her works have been exhibited at many venues, including PS1 in New York and Le Plateau in Paris, and they are now in several public and private collections. In October she will be opening an important solo display at Exit Art in New York, and in December she will be in the Art Nova section of Art Basel Miami.

Inaugurazione 18 settembre 2009 alle 19

Prometeogallery
Via G. Ventura 3, Milano
orari. mart-sab 11-14, 15-19
ingresso libero

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