In mostra le opere di Margherita Crocco e Anthony Chretien. La prima, ricollegandosi alla tecnica dell'Haiku giapponese e il secondo favorendo lo slancio del corpo in una danza tesa all'infinito, cercano di catturare le anime dei soggetti ritratti, fissando i loro corpi.
a cura di Mya Lurgo
La Mya_Lurgo_Gallery riaprirà giovedì 17 settembre 2009 alle ore 18,30
con la mostra fotografica “Quando il corpo com-muove”, a cura di Mya Lurgo
con gli artisti Margherita Crocco e Anthony Chretien.
Presentazione a cura di Silvio Raffo.
Secondo il ben noto mito platonico il corpo sarebbe la prigione dell'anima: quest'ultima sarebbe "caduta" dall'Iperuranio, il mondo delle pure Idee, a causa di un "appesantimento" dello spirito, fattosi più grave e più greve per l'insorgere di un improvviso moto di sfrenata concupiscenza del cavallo nero o dell'auriga colpevole di una cieca brama che gli avrebbe offuscato l'intelletto.
Questa visione sostanzialmente schizofrenica, che sancisce una netta separatezza tra corpo e anima a svantaggio di quest'ultima, non è soltanto del mondo greco, ma anche di certe espressioni del medioevo cristiano: per molti secoli il corpo, soprattutto nell'ascetismo più rigido , continua a essere visto, trannne che nel geniale e rivoluzionario San Francesco, come sede e fonte del "peccato".
Il concetto di corpo come 'velo' dell'anima, custode piuttosto che carceriere, è presente in molti poeti e pittori del Romanticismo e del Simbolismo, da Blake a Coleridge, da Moreau a Schwabe; ma è forse il pensiero orientale a favorire la più salutare fusione fra i due elementi: è la filosofia zen ad affermare chiaramente che il vuoto è il pieno e viceversa. "Soma" e "Psyche", insomma, non sono nemici: l'ultima cosa che deve accadere è che siano nemici. L'armonia fra soma e psiche è il cardine senza il quale il nostro io non può sostenersi equilibratamente nel suo soggiorno terreno.
La macchina fotografica, nel fissare i tratti del corpo, cattura anche l'essenza dell'anima, ne delinea una fisionomia criptata da forme visibili ma non per questo irrintracciabile. Mi sembra sia in questa direzione che si muovono Margherita Crocco e Anthony Chretien: la prima, ricollegandosi non a caso alla tecnica dell'Haiku giapponese, in cui la realtà più profonda si condensa in un essere che è insieme divenire; il secondo favorendo lo slancio del corpo in una danza animata dal soffio vitale, tesa all'infinito. Da una parte la stasi, particolari anatomici il cui punto di forza è proprio la sostanza corporea dell'"hic et nunc", l'evidenza del reale senza ambizioni di fuga o di ornamento, dall'altra il movimento (anche) leggiadro,il fascino dell'aereo volteggiare, la tentazione della Bellezza che conduce fuori dai vincoli del contingente. (E non è questo forse la danza, un anelito di sublimazione del relativo in un volo del corpo e insieme dell'anima?)
Come sempre, i due elementi in apparente contrasto vanno a comporre un "unicum" acentrico, poichè "Illusione del viaggio è il movimento/ Ogni sosta è finzione di traguardo./ Non sai se andare o stare: al fuoco lento/ della Visione consumi lo sguardo".
Inaugurazione giovedì 17 settembre 2009 alle ore 18,30
Mya Lurgo Gallery
Piazza Riforma 9, Lugano, Svizzera
lun-mer e ven, 10-14, mar-giov 15-19
sab 10-12,30
Ingresso libero