Danae, Elettra, Creusa e Fedra, miti classici diventano testimonianza della cementale cultura umanistica dell'artista, rivisitati in chiave moderna. Opere forti, provocanti e provocatorie, di corpi femminili deificati proprio da quel mondo che l'artista attacca pesantemente.
a cura di Cristina Trivellin
Iside nella Città di Dite è una critica forte di risentimenti verso il proprio genere, fautore di orrori senza soluzione di continuità cui solo il paziente puntinismo dell'autore concede una immeritata bellezza. Il conflitto d'amore tra Eros e Thanatos, come tra Etica ed Estetica, trova pace nelle voci di profetesse che uscendo dalle città in fiamme annunciano la caduta dell'età virile, per sua stessa mano. L'avvento di un Femminino trionfante è nella certezza che non sarà mai come “l'altro”.
Scrive Elisa Govi: “Profetesse combattive escono dal mondo maschile in fiamme, danno le spalle alla “Città di Lucifero” annunciando l’autodistruzione della civiltà degli uomini. Sono forti, guerriere, cariatidi vivide e nitide stampate sulla tela che comunicano la statuaria inesorabilità di un evento imprescindibile. Guardano avanti bendate, verso un futuro che forse nemmeno loro conoscono, ma che certo sarà diverso, sarà altro. E sotto, a tratti grafici, la rivelazione non fraintendibile dell’autore“A male artist for women’s rights”.
Guerre, esplosioni e fallimenti, lo stato di fatto del mondo di oggi, sono vividamente ripresi nella magnifica serie dei tre trittici presenti in mostra “We also love America”, valorizzati dalla efficace soluzione espositiva.
Anche i “Mandala” partecipano di questa imminente caduta: presenti 4 delle 12 tele della serie. Danae, Elettra, Creusa e Fedra, miti classici ancora una volta testimonianza della cementale cultura umanistica dell’artista, rivisitati in chiave moderna: le donne sono reali, una è Betty Page, pin-up e modella anni ’50, c’è forse anche la moglie, eterna ispiratrice. Opere forti, provocanti e provocatorie, di corpi femminili, non di donne, deificati proprio da quel mondo che Paolo pesantemente attacca. La soluzione espressiva non può che essere quella del fumetto.
In mostra anche l’interessante serie Storia della mia donna nelle sue scarpe, un singolare percorso tra l’identificazione e la poeticizzazione dell’esistenza di chi si ama e altri lavori grafici inediti. Una mostra che fa riflettere senza sacrificare la bellezza.
La mostra rientra nelle manifestazioni della 5a giornata del contemporaneo.
Inaugurazione domenica 20 settembre 2009, ore 11
Antico Palazzo della Pretura
piazza del Municipio, Castell'Arquato (PC)
Orari: sabato e festivi 11-12,30 e 15-18,30
Ingresso libero