Soggetti di narrazione. Un progetto volto ad analizzare e accentuare l'aspetto dell'immanenza, tra le maglie del quotidiano, al fine di scandagliare aspetti talora minimi della realta' contemporanea. Le sue installazioni includono tessuti, metacrilati e fibre al neon, per esplorare il corpo e i materiali che possono rivestirlo in quanto seconda pelle.
Realizzato appositamente per Circus, "Soggetti di narrazione" è il nuovo progetto di Laura Ambrosi (1959, Soave - VR. Vive e lavora nel Principato di Monaco e Torino), volto ad analizzare e accentuare l'aspetto dell'immanenza, di quanto si esperisce nella realtà quotidiana con tutte le sue problematicità e complessità. Uno sguardo gettato ad ampio spettro tra le maglie del quotidiano, al fine di scandagliare aspetti talora minimi della realtà contemporanea, diventa filo sottile che collega tutte le proposte giocando sul ruolo dell'ambiguità, del paradosso e della fragilità dell'esistenza.
La ricerca di Laura Ambrosi indaga da sempre gli aspetti plastici della materia e, indirizzandosi verso la pratica dell'installazione, include tessuti, metacrilati e fibre al neon all'esplorazione del corpo e dei materiali che possono rivestirlo in quanto seconda pelle. Pur spingendo il linguaggio della scultura verso un'idea di design, i lavori di Ambrosi mantengono una leggerezza intrinseca, si aprono alle incertezze della femminilità, alla quotidianità domestica e all'intimità dell'artista.
Tra i lavori in mostra: Intimo Privato, progetto sul tema dell'abito, qui realizzato perlopiù in metacrilato, vera e propria riflessione su ciò che solitamente si indossa, su ciò che ci avvolge, coprendoci o svelandoci. "È un modo per raccontarmi a partire proprio da quello che mi contiene - sostiene l'artista - per riscoprire il piacere del corpo e il piacere della sensualità. E l'esplorazione dell'abito diventa, alla fine, un'indagine sull'identità, intesa come scoperta di sé e dunque soggetto di narrazione. Segue Lettere dal Mediterraneo, epistolario frutto di una raccolta di scritti raccolti da blog o indirizzati all'artista attraverso una pubblica richiesta in rete, dunque un insieme di lettere accartocciate e solidificate nel plexiglas, lettere in ogni caso mai recapitate. Nell'installazione desiderio e necessità comunicativa delle proprie emozioni svaniscono in un attimo, dando forma a una babele di parole comunque non spedite e, quindi, mai lette dai potenziali destinatari. Anche Forse un giorno ti scriverò si inserisce in questa direzione formale dove, buste e fogli trasparenti ben allineati (contrariamente ai fogli accartocciati), sono in attesa di essere riempiti di pensieri e in seguito spediti. Ma solo "forse" - come accenna il titolo - cioè solo se l'impulso comunicativo si trasforma realmente in urgenza.
Nell'esposizione, infine, Vieni, è tardi (Come, it's late), una raffinata altalena luminescente realizzata sempre in metacrilato. L'altalena è il luogo simbolico dei giochi infantili e dei sogni sospesi, ma è anche metafora della vita e dei suoi equilibri. L'altalena di Laura Ambrosi è però vuota perché a prendere parte al gioco è la sola mente, non il corpo; quel bambino che è dentro ancora ognuno di noi non vorrebbe infatti mai smettere di dondolarsi anche se è tardi, nonostante faccia buio e non sia più consentito giocare, perché il momento di smettere e dire basta, in fondo, non dovrebbe arrivare dagli altri.
Immagine: Vieni è tardi, 2007. Installazione, metacrilato, neon acciaio cm 240x45x25
Lunedì 21 settembre dalle ore 19.00
Circus Bar
piazza della Gran Madre di Dio, 10 - Torino
10:30-15:30 dal martedì al sabato, chiusi domenica e lunedì