La fratellanza e' nell'epidemia. Si chiude un ciclo iniziato alla galleria Apollinaire di Milano negli anni '60. Anche in questo caso 9.000 mosche vive sono poste sotto 350 bicchieri. La mostra si concludera' con la liberazione delle mosche, gesto che da inizio alla contaminazione. Nel 1969 Celli commentava: "musca domestica, insetto ubiquitario e cosmopolita, ministra del contagio..."
La profezia di Elio Marchegiani si avvera a quarant'anni dall'istallazione presso la storica Galleria Apollinaire di Milano dove nel 1969, novemila mosche vive sotto 350 bicchieri invadevano gli spazi espositivi.
All'interno della gabbia di vetro le mosche erano costrette a vivere, nutrirsi, compiere i rituali dell'accoppiamento, terminando l'intero ciclo vitale per poi tornare in libertà nella loro funzione contaminante.
La mosca rappresenta nell'idea di Marchegiani, l'elemento livellatore di una società dove la fratellanza è riscoperta solo nel momento tragico dell'epidemia, momento che accomuna e livella tutti gli esseri.
A quarant'anni di distanza il ciclo si chiude.
Oggi nel 2009 le novemila mosche sono presentate per l'ultima volta a Roma negli spazi della Galleria Delloro per una conferma della lezione di Elio Marchegiani che si è rivelata in questo senso lucida e premonitrice.
Allora nel 1969 Celli commentava: "musca domestica, insetto ubiquitario e cosmopolita, ministra del contagio... la fratellanza è nell'epidemia".
La mostra si concluderà con la liberazione delle mosche nel Tevere, cosi come nel 1969 era avvenuto nel Po. Con questo gesto inizia la contaminazione, l'inizio di una nuova epidemia come vera giustizia sociale.
Galleria Delloro Via del Consolato, 10 - 00186 Roma
Orari: martedì - sabato 16.00 - 19.30
Ingresso libero