E' fra gli artisti che danno vita all'attività espositiva della 'Station', spazio indipendente che nella propria sede di Nice, collocata in una ex-stazione di servizio, promuove esposizioni di artisti locali e internazionali.
Entro senza bussare come se fosse la cosa più naturale del mondo, incurante
di avere la gonna che mi ondeggia sulle spalle.
Se sono presa un po' in giro o se vengo "girata" posso sempre tornare con i
piedi per terra.
A me la scelta di stare al gioco. A me la decisione di come e dove guardare
incurante del verso giusto, incurante di dover necessariamente capire.
Mi lascio andare un po', mi rilasso.
Sento di non dover prestare attenzione alle false indicazioni di percorso,
ai facili ribaltamenti di senso o alle semplici "alterazioni".
Anche se tutto sembra semplicemente capovolto io, già sotto-sopra, vedo
tutto nella giusta maniera. Ma poi, quale sia la giusta posizione o il vero
significato ha così tanta importanza?
Se ho deciso di entrare senza bussare, significa che ho già capito il dove
e il come. E' più di una semplice formalità quella che si trasgredisce.
E' un entrare in un' atmosfera in cui non c'è molto da capire ma è quello
che si prova a riempire lo spazio curvo della mente.
Il senso nasce dal sentirsi compresi tra un al di qua dove le gonne stanno
al loro posto e un al di là dove la realtà si fa sincopata.
(SINCOPE s.f. 1. Improvvisa e generl. Perdita di coscienza, associata ad
alterazioni circolatorie e respiratorie. Syncope dal gr. Synkopé, propr.
"rottura").
Dove lo spazio si appiattisce e diventa bidimensionale...
Saltano i livelli o le prospettive, il dentro o il fuori...essere lontani
ma fusi con le cose. Essere "fusi"!
Ma come esprimere la sensazione di un sentire senza presa di coscienza? Mi
ripeto: abbandonati, rilassati.
Non cercare di capire perché: al di là di un lavoro che ha reso concreta
l'atmosfera caotica della realtà , della sua funzione formalizzante, bisogna
sentirsi liberi di oltrepassare ogni limite.
Entrare in uno stato di costante mutamento...e ringraziare se si deve
uscire o entrare senza bussare e uscire ringraziando?
Non lo è, perché chi entra per certi aspetti non è mai uscito e chi esce in
realtà non è mai entrato.
Allora chi e perché ringraziare?
Si ringrazia Stéphane Steiner e il perché mi sembra fin troppo chiaro. E'
attraverso il suo lavoro che ci accorgiamo di non essere mai usciti da
quella dimensione "girata", capovolta, da quella realtà sotto-sopra che
tutti abbiamo provato quando, saltate le formalità di senso, di
convenienza, di pudore, ci sentiamo soltanto bene e basta.
No problem. Free your mind.
E non mi riferisco a facili "piste di decollo" o a viaggi sintetici.
E' più un de-collage emozionale, una rielaborazione di pensiero, un
rimescolare le potenzialità dei sensi.
Unico problema...ritornare con i piedi per terra.
Elena Bordignon
info:
Stephane Steiner nasce nel 1963 a Nice (F), vive e lavora a Nizza.
Mostre personali alla Galerie Macé, Cannes 1991; Galerie de l'Ecole, Villa
Arson, Nice 1993; Mishkan le'omanut Museum of Art, Ein Harod, Israele
1994; Nice Fine Arts, Nice 1995; Artco, Ajaccio 1995; Galerie MDJ,
Neuchatel 1998; galerie de la Villa, Villa Arson, Nice 1998; La Box,
Bourges 1998; Galerie Soardi, Nice 1999; Neon, Bologna 2000.
Mostre collettive in gallerie e Musei in Francia e in altri Paesi europei.
E' fra gli artisti che danno vita all'attività espositiva della 'Station',
spazio indipendente che nella propria sede di Nice, collocata in una
ex-stazione di servizio, promuove esposizioni di artisti locali e
internazionali.
A Bologna una selezione del suo lavoro è stata presentata nella mostra
'Dolce Vista' (novembre 1997 c/o la Salara e galleria Neon), esposizione
collettiva in cui erano esposte opere degli artisti attivi intorno a la
Station di Nice; e nella mostra 'Courtesy Neon' (gennaio 2000 ex
magazzino-stampati DLF) in cui Stephane Steiner ha realizzato uno dei suoi
'Site'.
Per la sua prima esposizione personale in Italia Stephane Steiner struttura
la mostra come una sorta di excursus attraverso il suo lavoro multiforme.
Al piano superiore della galleria è esposto un gruppo di tre tele della
serie 'Loving rooms' che investite dalla luce colorata di due spot
reagiscono al fascio luminoso offrendo diverse opportunità di lettura in
relazione al movimento dell'osservatore. Una quarta tela della serie si
trova sulla stessa parete, isolata rispetto alle altre e al di fuori della
zona di luce colorata.
Sulla parete opposta una sequenza di lavori della serie 'Van Gogh on LSD',
in cui Stephane Steiner rielabora ancora una volta elementi seriali,
operando un cambiamento di senso: in questo caso si tratta di incisioni su
lamina di alluminio, oggetti reperibili nei negozietti che vendono
paccottiglia per turisti e decorazioni di gusto kitsch per la casa; su
questa base decorativa, paesaggi, madonne, aquile, pupazzi, etc. l'artista
stende sommariamente uno strato di smalto giallo, lasciando emergere le
incisioni attraverso dischi di diverso diametro.
Sul fondo, a costituire un traguardo per lo sguardo, una grande fotografia
'Le Palais de la Bière', primo piano ravvicinato del bancone di un bar,
collocato in modo tale da mettere l'osservatore nella condizione di
trovarsi proprio davanti al bancone di un bar; tutto molto realistico, ma
con una piccola insidia. Una seconda fotografia della stessa serie dei bar,
'Le Quartz', nelle quali l'artista mette alla prova la nostra abitudine
percettiva con una semplice alterazione del soggetto, si trova al piano
inferiore.
Ma il lavoro che accentra l'attenzione al piano inferiore è 'Site', la
grande installazione costruita con pannelli di polystyrene estruso,
pannelli industriali utilizzati per l'isolamento in edilizia: in questo
caso sono stati scelti pannelli di colore rosa, che descrivono un paesaggio
ampio e rarefatto, una superficie uniforme in cui le uniche emergenze
-parti elettroniche e elementi metallici- evocano grandi opifici, centrali
per la produzione di energia, costruzioni destinate alla produzione di
sostanze pericolose...
'Fourmis' è una silenziosa invasione di formiche (silicone nero)
-percepibile come un disturbo visivo- che scaturendo da qualche interstizio
inscenano un'occupazione dello spazio espositivo.
Restano ancora i disegni della serie 'Psychose', esercitazioni al confine
fra la visione lisergica e la grazia del calligramma, mondi esplosi,
espansione di coscienza, visione rarefatta; e quelli della serie 'Revenge',
in cui la pornografia e il fumetto sono rielaborati con crudeltà e ironia,
mettendo in scena -in un parossismo degno della migliore tradizione delle
strip e dei cartoon- una infinita serie di situazioni atroci in cui
Paperino sfoga la propria rabbia mettendo in atto sempre nuove forme di
vendetta nei confronti dell'eroe disneyano Topolino.
A parte, solitario, un 'Coeur', un cuore peloso, una specie di
self-portrait mediato da una personale consuetudine di Stephane Steiner con
la cultura giapponese: un cuore peloso è chi affronta la vita senza
pensare, con un coraggio e una naturalezza incoscienti, con totale
partecipazione, è colui che va fino al fondo delle cose, nel bene e nel
male, anche dove queste categorie non hanno significato.
inaugurazione: venerdì 19 maggio 2000 ore 20.00
mar_mer_gio_ven_sab
orario: 17_20 o su appuntamento
galleria NEON associazione culturale
5/b via dei Bersaglieri I-40125 Bologna
tel+39 051264008 fax +39 0516562907