Universi minimi. La mostra presenta una serie di racconti per immagini. Legata alla scrittura, l'artista realizza opere su carte particolari e tele utilizzando vari pigmenti, oggetti colorati selezionati minuziosamente. L'iniziale traccia scritta perde il suo valore semantico per assumerne uno esclusivamente legato alla forma.
a cura di Carlotta Cernigliaro e Loriana Castano
Loriana Castano è nata a Milano dove vive e lavora. Ha compiuto i suoi studi all'Accademia di Belle Arti di Brera. Dal 1978 ha collaborato alla realizzazione visiva di musiche ambientali a Milano nel 1978, a Parigi nel 1978, Monaco e Firenze nel 1980 e Berlino e Milano nel 1981. Dal 1997 al 2008 Libri d’Artista: Edizione I quaderni di Orfeo.
Brevi testi estrapolati dal Catalogo
Ne dice di cose Loriana Castano, racconti diversi talmente sovrapposti e intrecciati da non lasciare il tempo di afferrarli, storie della nostra Storia dell’arte e storie personali, episodi avventurosi nell’amore, estremi nella pittura: mescolanza di intimità ed estetica. Ne esce un profilo umano e artistico straordinario.
Loriana, che nasce a Milano, frequenta sì l’Accademia di Brera, ma prima l’Africa, Bengasi e Malta dove la musica inquietante le entra dentro nello stomaco come un indefinibile insieme di sofferenza e piacere. Scarabocchia, sui libri, ma più che scrivere disegna, e suona il piano, già consapevole di aver iniziato. Una bimba fragile, con la testa fra le nuvole, sola e indipendente, ma sempre pronta a socializzare. All’Accademia di quei tempi incontra Valerio Adami, Umberto Mariani, Gianni Colombo, Davide Boriani, Grazia Varisco, Giovanni Anceschi. Con Manzoni, Dova, Bonalumi e Scanavino si trovano al Giamaica e con il sacco a pelo dormono in Brera, la loro fortezza. Fanno arte con tutto, e Loriana dipinge su tutto, ancora legata alla vecchia tradizione, anche se attratta fortemente dall’immaginifica mente di Piero Manzoni. Insieme creano un tempo vitale, un mondo diverso in cui finisce anche la pittura. Poi, fuori! Là tutto si frantuma. Si allontana dai gruppi appena nati, non ha progetti precisi, lavora emotivamente, vive in una dimensione letteraria e poetica. (...) In quel periodo incontra il compositore Walter Marchetti: insieme danno inizio ad altre forme di sperimentazione. (...) Nelle scritture ultime derivate sta tutta la sua inenarrabile emozione. In quei segni muta un universo straziante la cui armonia ci arriva diretta. Questa è l’azione poetica quasi seriale che Loriana Castano produce nel tempo, e questo è il lavoro, legato alla scrittura, veramente definitivo, non consumato, reso finito, che la mostra presenta. Carlotta Cernigliaro, agosto 2009. Da interviste a Loriana Castano durante i lavori
(...) La poetica sulla quale la Castano si concentra in questi anni viene indagata attraverso una inesausta attività grafica. Il passaggio successivo vede un mutamento deciso delle modalità formali dell’autrice, che comincia la sua analisi del tema prediletto del segno-scrittura, sviluppato nelle sue molteplici potenzialità visive. La ricerca dei materiali diviene una costante del lavoro della Castano: carte dalle cromie e dalla fattura particolare, tele antiche, ricercati pigmenti, ma anche oggetti come corde dagli svariati colori, vengono scelti con una attenta selezione.
Nascono così opere come I Trittici, realizzati su carte provenienti da remote località, contenenti misteriose testimonianze paleografiche fissate con linguaggi ormai perduti e incomprensibili. Con Universo Minimo vediamo aggiungersi ulteriori riflessioni poetiche, concentrate sull’idea e sul significato del frammento. È questa la strada che porta alla creazione dei più recenti Alfabeti: sulla superficie che costituisce la base di queste immagini si pongono lacerti di carta dalla forma assimilabile al rettangolo, disposti in uno schema ordinato ma non rigido, contraddistinti da grafismi, che appaiono come brandelli di parole strappati da testi interrotti e incomprensibili.
L’artista inizia il suo lavoro scrivendo su grandi fogli: le parole sgorgano liberamente dalla mente e possono fare riferimento a situazioni, stati d’animo, emozioni che la Castano avverte la necessità di fermare nella grafia che la impegna in questa prima parte della creazione artistica. Successivamente, i fogli vengono strappati, ridotti in frammenti e, nelle ultime prove, subiscono studiate cancellature: passaggio finale è la collocazione di questi brandelli di discorso sulle carte di varie dimensioni o su tele, in una disposizione del tutto diversa e slegata rispetto all’ordine originario. L’iniziale traccia della scrittura, scomposta e annullata, perde il suo valore semantico per assumerne un altro, riferito esclusivamente alla forma e alla valenza visiva. Complementari agli Alfabeti e ai lavori ispirati alla scrittura sono i Libri, ispirati a opere letterarie diverse: la narrazione scritta viene ampliata e tradotta da un intervento che rivive la comunicazione poetica nella dimensione espressiva del linguaggio visivo, realizzando opere che hanno l’apparenza di antichi codici, dei quali riaffermano l’unicità assoluta e preziosa. L’artista si è dedi- cata anche ad altre e diverse declinazioni della sua ricerca creativa: così è per i Vestiti, ottenuti sempre con le carte e ispirati alla forma di antichi abiti che però il filtro del tempo ha ridotto a larve di un lusso sontuoso che la storia ha distrutto. Paesaggi combusti di una geografia della mente appaiono invece nelle Terre bruciate, mentre non sono mancati, nel percorso dell’autrice, anche installazioni, come Arianna, composta da una ragnatela di fili di colore diverso tesi nello spazio di una strada. La produzione di questa artista mostra dunque risultati differenti che però provengono da un unico pensiero poetico ed espressivo. Vocaboli diversi, ripresi dai linguaggi della scrittura e delle immagini, compongono queste opere e fanno pensare alla verità custodita nell’antico linguaggio dei Greci, per i quali il verbo grafo indicava l’atto di dipingere e di scrivere: nessuna parola sembra più adatta per definire l’arte di Loriana Castano. Francesca Pensa
(...) Si potrebbe suggerire che è in gioco un percorso che si oppone all’estraneità e all’anonimato del foglio diversamente stampato e giunge alla considerazione del proprio documento come un autoritratto, come tale inconfondibile, immediatamente individuabile tanto nella calligrafia - ma questo potrebbe essere congiuntura consueta - quanto negli strumenti fisici con cui l’opera risulta realizzata. (...) Alberto Veca, Milano, maggio 2009
Catalogo Zero gravità. Autori: Alberto Veca, Francesca Pensa, María Zambrano. Traduzioni: Maura Pizzorno, Josella Greco
Immagine: BLUOPERA n. 2, pastelli a olio, pigmenti su carta, 70x210 cm, 1998
Inaugurazione: sabato 26 settembre ore 17
Villa Cernigliaro
via Camillo Vercellone, 4 - Sordevolo (BI)
Orari: ven-dom 14.30-19 e su prenotazione
Ingresso libero