Hotel Ristotheatre
Firenze
Via Gen. Carlo Alberto dalla Chiesa, 9
055 650791 FAX 055 6507924
WEB
Mario De Maio
dal 9/10/2009 al 17/12/2009

Segnalato da

Carlo Franza



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Mario De Maio
Carlo Franza



 
calendario eventi  :: 




9/10/2009

Mario De Maio

Hotel Ristotheatre, Firenze

Come lame di luce. In mostra 40 opere dell'artista italiano costruite sulle dinamiche dello spazio e sulla percettivita' di colori e materie, una pittura parietale in cui agisce la predominante primaria dei timbri.


comunicato stampa

Con “Osservatorio delle Arti” si vuole proporre una palpabile analisi di gusti e segnali culturali che artisti italiani e stranieri articolano con linguaggi colti e attraverso preziose testimonianze.

Lo scrigno esiodeo di opere e giorni si apre per svelare oggetti che sembrano custodire come un segreto, come un oracolo, il centro del mondo.
E’ così che questo progetto ideato e diretto dall’illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza, di piano internazionale, campiona una sorta di mappa del mondo dell’arte in cui sono presentati i nodi culturali più originali.
I sogni collettivi suggeriscono immagini diverse e tutto è riposizionato in questo sentiero secondo una logica testuale e di orientamento geografico; perché l’arte è anche un’arma politica.
La sesta mostra mette in cornice con il titolo “Come lame di luce” quaranta opere di questo artista italiano costruite sulle dinamiche dello spazio e sulla percettività di colori e materie.

All’inaugurazione ci sarà una prolusione dell’illustre Storico dell’Arte Contemporanea Prof. Carlo Franza curatore della mostra, la presenza dell’ Artista che firmerà i cataloghi, personalizzandoli, e la partecipazione di intellettuali.

Scrive Carlo Franza nel testo:
“C’è la materia del mondo e una luce che trapassa a singhiozzi, ma anche un colore a volte monocromo a volte tormentoso e indeterminabile, a sorreggere le ricerche e il lavoro che da anni si accumulano in quell’assemblaggio di materiali deputati a determinare l’invadenza spaziale, quel teatro dello spazio che De Maio con una sobrietà austera vive nei contenuti di maggior impatto. Piccole o grandi che siano le composizioni dinamicizzate, per via di uno spazio che si va a disegnare fra vuoti e pieni, fra movimentazioni prospettico-geometriche e artificio della prospettiva, l’artista promuove da sempre in frammenti di visione una sorta di scenografia del mondo e dello spazio, di una natura sintetica e complessa nello stesso tempo, di un accumulo di espansioni spaziali dei tracciati lamellari, rettangolari, graduali, coassiali.

E tutto vive in quella logica programmata dello spazio e della superficie indagata che, grazie ai richiami naturalistici, si carica di timbri ossessivamente tenuti da tonalità ocra, da brunati, da una gamma dei terra ombrati, da accumuli di macchie, tracce, grumi e interventi alla Klein. In questo progressivo dilatarsi dei confini naturali che modificano continuamente la visibilità in atto del suo lavoro, una visibilità liquida, mobile, percettiva, l’armonia di queste sceno-pitture esplode proprio su grandi superfici con la consueta levità, superando al tempo stesso l’emotività nascente dell’innesto cromatico imprevedibile e per il protrarsi progressivo nella ricerca sistemica della struttura di accumuli-quinte all’interno delle dimensioni perimetrali.

Lo spazio lavorato da De Maio su più fronti, ricco e minimale al tempo stesso, affrescato da una pittura parietale in cui agisce la predominante primaria dei timbri, è una finestra sul mondo, che cattura luce e riflette luce, è uno spazio-energia prospetticamente colto, in cui trapassa il senso del paesaggio e dell’orizzonte. Il colore, o meglio le mixture che trattengono i dettagli, e le tracce che sbordano dalle costruzioni, in un tempo e in un mistero che rammentano i solchi del mondo, sono la nuova ottica dell’andirivieni e degli urti riarmonizzati. Sillabazioni leggere, ramificazioni colorate che arano la formula naturale dell’aggregazione, della costruzione, del gioco incalcolabile, tutto porta De Maio a proiettare i fremiti dell’esistenza.
Le leggere travature che compongono questo spazio sono la nobile scelta di un artista che accanto al desiderio del fare lega l’energia squisitamente pittorica, e tutto diventa rapporto interno ed esterno intrigante e illuminato, diciamolo pure concettuale”.

Inaugurazione sabato 10 ottobre 2009, ore 19

Hotel Ristotheatre
Viale Generale Dalla Chiesa 9,Firenze
Orari: gio-dom
Ingresso libero

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