Personale in cui l'artista comunica, per mezzo dello strumento fotografico e di una proiezione virtuale, su una lapide. Attraverso le due installazioni varca i contorni dell'immagine per parlarci di importanti ed attuali temi sociali.
L'artista pugliese Giovanni Lamorgese, in questa personale, tramite lo strumento fotografico ed una proiezione virtuale su di una lapide, varca i contorni dell'immagine per parlarci, attraverso le due installazioni di importanti ed attuali temi sociali.
La prima immagine che appare sulla parete frontale della stanza superiore della galleria, rappresenta una grande maternità.
E' un, ritratto fotografico in bianco/nero di un transgender con un bambino.
I due personaggi intrecciati in un abbraccio intenso sono isolati su uno sfondo di lamina color rame.
L'immagine ripropone un'archetipo; è una nuova icona, che prendendo spunto dall'antichità si pone come nuovo oggetto di culto e strumento didattico, fungendo da tramite della comunicazione, l'opera dialoga con l'osservatore, ponendo degli interrogativi sull' idea della maternità considerata funzione principale delle donne in cui esse trovano la massima realizzazione tanto da aver assunto risvolti sacri per gran parte, del tempo della storia umana, che qui viene messa in discussione.
L'invito è -a riflettere- per poter varcare i limiti degli stereotipi culturali, sociali e religiosi per i quali i sessi sono solo due, e che l'identità di genere non deve per forza combaciare con il sesso biologico. In senso più ampio, si dia a tutti la possibilità di rivendicare il diritto della - Persona - e situarsi in una posizione non stereotipata e per questo subire lo stigma sociale o la discriminazione.
Nella seconda stanza situata nel piano interrato, Lamorgese presenta una proiezione su una lapide; l'opera è dedicata al dramma del terremoto dell 'Aquila, doloroso avvenimento che lo ha colpito molto da vicino, per la perdita di persone care...
La proiezione parla dell' impermanenza di tutte le cose, e come ci suggerisce il pensiero buddhista, la sofferenza esiste perchè riteniamo che le cose siano durevoli , mentre, tutto è soggetto a non durare nel tempo e quasi sempre non ne siamo consapevoli.
L'artista ci induce a riflettere sulla mutevolezza e il dissolvimento delle cose per essere più consci e poter meglio usare il tempo che
ci è dato vivere esplicitando i più nobili sentimenti umani della : Comprensione, Solidarietà, Affetto, Amore per tutti.
Museo Nuova Era
Strada dei Gesuiti 13, Bari
Orario: lun-sab 17-20
Ingresso libero