Una mostra che focalizza l'attenzione su fiori e frutti d'autunno. I portici del cortile d'onore ospitano una mostra micologica e le sale della Reggia presentano 2 esposizioni: una fotografica ispirata alle nature morte del passato, e l'altra sugli erbari conservati all'Orto Botanico di Parma.
"Nel segno del Giglio" raddoppia e alla ormai tradizionale mostra di primavera affianca "Nel segno del Giglio. Autunno di colori". Data già fissata e comunicata all'intero settore: il 10 e l'11 di ottobre prossimi.
Elisa Campari e Isabella Geminiani, che con la loro Artù hanno creato e portato ai vertici nazionali "Nel segno del Giglio", chiariscono che non sarà un bis della mostra primaverile. Ciò che stanno mettendo a punto è una mostra molto selezionata, particolare, mirata su fiori e frutti d'autunno, proponendo quanto è emerso dalle più recenti ricerche di specie storiche insieme a nuove proposte di particolare valenza. Con le piante da frutto, ad essere proposti saranno anche i fiori della tradizione: astri, settembrini, dalie, crocchie e bulbi autunnali, rose che riprendono a fiorire da settembre e danno il meglio di sé fino a dicembre.
I portici del cortile d'onore della Reggia ospiteranno una grande mostra micologica. Grazie ad esperti e raccoglitori, i funghi non avranno più segreti. Non solo come raccoglierli, come conoscerli ma anche come non danneggiare la loro riproduzione.
Ma Colorno si fa anche piccante: nella mostra mercato infatti ci sarà una vastissima esposizione di peperoncini dell'Azienda Agricola Sperimentale Stuard, la maggiore produttrice di tutte le varietà di peperoncini. Accanto, una mostra di frutta perduta dell'Istituto Agrario Bocchialini presenterà centinaia di varietà di frutta perdute e ritrovate.
Le sale della Reggia, nel loro splendore, ospiteranno due esposizioni intriganti e da non perdere: una mostra fotografica di Mauro Davoli ispirata alle grandi nature morte del passato, e un'altra che proporrà allo sguardo del pubblico i preziosi erbari raccolti e conservati all' Orto Botanico di Parma.
Il tutto in uno scenario mozzafiato: il Parco Ducale della Reggia di Colorno che in ottobre offre la sua versione più bella, in una spettacolare sinfonia di colori e di profumi.
Per questa edizione, è stata scelta una "regina", un po' fiabesca e un po' popolare: la zucca, allegro e gustoso prodotto delle terre emiliane e della pianura intorno al Po.
L'obiettivo è di portare nel giardino della Reggia di Maria Luigia una rassegna assolutamente spettacolare di frutti delle diverse piante appartenenti alla famiglia delle Cucurbitaceae, comunemente note con il generico nome di zucca.
Ed è già certo che oltre ad ammirarle, le zucche si potranno anche gustare. Sono già pronte 150 ricette tra le quali sbizzarrirsi.
Faranno da padroni i tortelli di zucca e la mostarda di zucca che potranno essere gustati negli stands gastronomici allestiti nella piazza davanti alla Reggia, oltre a dolci e marmellate.
Con la zucca, i castagni e le castagne. Una scelta anch'essa non casuale: nell'Appennino, dall'area bolognese a quella toscana, la castagna era una presenza di rilievo, una garanzia di sopravvivenza per le popolazioni, tanto che il castagno veniva popolarmente definito come "l'albero del pane".
La mostra-mercato di Colorno proporrà, con l'aiuto degli esperti dei Parchi Regionali dell'Emilia Romagna, le antiche varietà di castagno, insieme a nuove selezionate per la loro maggiore resistenza ai numerosi e sempre più aggressivi nemici della preziosa, maestosa pianta, dal cancro corticale, giunto giusto 70 anni fa dall'America e ormai esteso su tutto il nostro territorio nazionale, al mal dell'inchiostro, al nerume, alla ruggine delle foglie sino alla più recente nemica: la terribile vespa cinese che porta alla dissecazione dei germogli sia delle piante autoctone sia degli ibridi.
Eppure, nonostante tanti e così pericolosi nemici, i castagneti continuano a produrre il loro gustoso frutto e a Colorno lo si potrà gustare in tutti i modi, dalla classica caldarrosta, alle farine, ai dolci e al miele il cui sapore leggermente amaro affascina i buongustai.
Chi lo vorrà potrà poi inerpicarsi nel Parco dei Cento Laghi e in altre arre dell'Appennino per ammirare i secolari castagni che ancora qui sopravvivono, compresi esemplari millenari testimonianza delle regole che Matilde di Canossa fissò per valorizzare i boschi di castagni prima selvaggi. La Comitissa impose che le piante fossero piantate in filari "a ritocchino", ovvero secondo le linee a massima pendenza, assicurando ad ogni pianta un quadrato di dieci metri di lato. Le piante venivano annualmente potate e la loro chioma veniva contenuta in un cerchio di 5 metri intorno al fusto che in altezza poteva cresce liberamente raggiungendo anche i 35 metri: l'importante era che i nuovi rami potessero sempre godere della luce del sole, per potrei fruttificare al meglio.
Queste antiche storie di saggezza colturale saranno illustrate dagli esperti che guideranno chiunque lo voglia a selezionare la pianta da frutto adatta al proprio terreno e al proprio spazio, proprio come avveniva per i castagni di Matilde.
Magari cercando varietà antiche e metodi naturali di coltivazione perché "Nel segno del Giglio" non vuole essere una semplice vetrina ma una occasione per imparare a gestire sempre meglio il proprio pollice verde.
Per questo, Artù dedicherà molto spazio anche alle attività didattiche ed informative, con progetti speciali per le suole, per gli appassionati e per i neofiti. Ci saranno visite guidate affidate ad esperti e a tema: una sarà affidata a Carlo Pagani, il "maestro giardiniere" e riguarderà proprio il piacere del frutteto.
"Nel segno del Giglio. I Colori dell'Autunno" scommette su un nuovo modo di gestire il proprio spazio verde, grande o minuscolo che sia. Crede che stia crescendo molto il numero di appassionati che non si limitano più alla sola novità appariscente (che pur non mancherà a Colorno) ma hanno il piacere di portarsi a casa piante particolari, magari non più di moda, per fare del proprio giardino o terrazzo non una fotocopia di quello del vicino ma qualche cosa di unico, quasi un "ritratto verde" di sé stessi, dei propri gusti, della propria cultura.
Inaugurazione venerdì 9 ottobre, ore 16
Reggia di Colorno
Piazza Garibaldi 26, Colorno (PR)
Orario: 10-18
Ingresso libero