Alberto Scodro
Andrea Fabbro
Carlo Borin
Claire Scoville
Chiara Zenzani
Martino Genchi
Marcello Spada
Rachele Maistrello
Ordox Ortebla
Sara Mazzoni
Matteo Efrem Rossi
Tommaso Zanini
Attraverso la suggestione del racconto di Borges 'Aleph',gli artisti partecipanti hanno sviluppato le loro opere collocandole nello spazio di Forte Marghera. Spostamento, ribaltamento, sguardo ed attraversamento sono alcune delle tematiche che caratterizzano i lavori presenti.
L’aleph indica una lettera attraverso cui è possibile uno slittamento. Aleph è il nome della prima lettera dell'alfabeto fenicio e della prima lettera dell'alfabeto ebraico. Essa ha come corrispondente greco l'alfa, l'arabo alif e da questa lettera origina anche la A. In origine la sua forma assomigliava a una testa di bue stilizzata (aleph significava infatti ''bue''). In seguito ad una rotazione della lettera, connessa col variare del senso della scrittura, le due ''corna'' del bue sono diventate le due ''gambe'' della A stampatello. Insomma,cambiando il significante (con una semplice rotazione di 90 gradi) varia pure il significato di quel simbolo. E' una visione differente, uno slittamento-spostamento che mette in luce aspetti nuovi e inediti punti di vista.
Attraverso la suggestione del racconto di Borges “Aleph”,gli artisti partecipanti hanno sviluppato le loro opere collocandole nello spazio di Forte Marghera. Spostamento, ribaltamento, sguardo ed attraversamento sono alcune delle tematiche che caratterizzano i lavori presenti.
L’evento si terrà nell’area di una vecchia tipografia riqualificata ad atelier. In questo contesto, nove giovani artisti provenienti da esperienze differenti,hanno potuto produrre e proporre un modo di fare arte indipendente e sperimentale. E’ dunque un luogo di incontro aperto a competenze e progetti eterogenei,circondati dalla natura e dalle suggestive architetture militari veneziane.
«Un bicchierino di pseudo-cognac,» ordinò «e ti tufferai in cantina. Come sai, il decubito dorsale è indispensabile. Lo sono anche l’oscurità, l’immobilità, una certa assuefazione dell’occhio. Ti sdrai sul pavimento di mattonelle e fissi lo sguardo sul diciannovesimo gradino della relativa scala. Me ne vado, abbasso la botola e tu resti solo. Qualche roditore ti farà paura, ci vuol poco! Dopo pochi minuti vedrai l’Aleph…» Carlos prese un sacco, lo piegò e lo sistemò in un punto preciso.
«Il guanciale è umile,» spiegò « ma se lo alzo di un solo centimetro non vedrai nulla e rimarrai confuso e vergognoso. Sdraia in terra questo corpaccio e conta diciannove scalini».
Seguii le sue ridicole istruzioni; finalmente se ne andò. Chiuse cautamente la botola; l’oscurità, nonostante una fessura che in seguito distinsi, mi parve totale. Improvvisamente compresi il pericolo che correvo: mi ero lasciato sotterrare da un pazzo, dopo aver bevuto del veleno…sentii un confuso malessere, che volli attribuire alla rigidità, e non all’effetto di un narcotico. Chiusi gli occhi, li riaprii. Allora vidi l’Aleph».
J.L.Borges “L’aleph”,1949.
Apertura inaugurale: venerdì 9 ottobre ore 10.00
Forte Marghera
via Forte Marghera - Mestre (VE)
Orari: 10 – 21 visite e incontri con gli artisti
Lunedì e Martedì solo su appuntamento