Bitumi - Ossimori. Lo scultore espone una serie di opere realizzate utilizzando il bitume, caratterizzate da una forte tensione esistenziale e teatralita'; immagini e segni che esprimono il senso dello spazio e del tempo. A cura di Giuseppe Carrubba.
a cura di Giuseppe Carrubba
Domenica 11 ottobre 2009, alle ore 17.30, verrà inaugurata, presso “Lo Spazio di via dell’ospizio” di Pistoia, la mostra dell’artista e scultore Luigi Russo Papotto.
L’artista espone la produzione dei lavori con l’utilizzo del bitume all’interno di un progetto estetico che va oltre la scultura in senso lato, per interessare le altre relazioni linguistiche e l’ambiente. Egli manifesta in questo progetto una forte tensione esistenziale nella formalizzazione di immagini e segni che rivelano il senso dello spazio e del tempo riguardo al pensiero contemporaneo e alla memoria. Il concetto di memoria, inteso sia come relazione intima sia come elemento di collettività, è sintomatico per Papotto per esprimere una qualità comunicativa e linguistica rispetto alle emergenze estetiche e sociali.
“Nel suo lavoro – scrive il curatore della mostra Giuseppe Carrubba - sono evidenti le caratteristiche ossimoriche della sua creazione in quanto unisce due saperi contraddittori, il sapere antico e magico legato alla cultura dei fantasmi e della fantasia alla cultura della mimesi: l’arte come libera creatività con valori autonomi in relazione all’arte della realtà e della verità espressa nel rapporto tra il mondo sensibile e le idee.”
La scultura e la sua messa in scena danno all’opera dell’artista una teatralità non indifferente che si precisa in lavori che fanno del mutamento e dell’interazione una poetica di tipo barocco.
L’affermarsi della variabilità e della molteplicità formale, attraverso sollecitazioni polisensoriali che necessariamente coinvolgono lo spettatore a più livelli, appaiono in sintonia con la nuova realtà, basata sulla pluralità dei punti di vista all’interno di un sistema sociale multiculturale e globale, dove l’affermazione di più schemi offre un modello di articolazione della struttura inteso anche come metafora del presente.
“La rappresentazione plastica – secondo il critico Carmela Infarinato – utilizza strategie rappresentative che si stratificano, sicuramente, ma l’elemento vivificatore è il rapporto tra il sistema formale e la tematica privilegiata che, in questo preciso momento, per Papotto, sembra porsi in un desiderio di contemplazione della memoria insieme disperata e sublime e nell’affermazione della pluralità dei punti di vista che caratterizza questo momento culturale frammentato, per una concezione del mondo non più unitaria e coerente.”
Il cammino artistico di Luigi Russo Papotto nasce da molto lontano, negli anni Sessanta, quando pratica il corso di scultura all’Istituto Statale d’Arte di Catania e contemporaneamente lo studio di Domenico Tudisco. Negli anni Settanta frequenta l’Accademia delle belle Arti di Brera, la scuola di scultura di Minguzzi, e l’Accademia delle belle Arti di Catania, la scuola di scultura di Eugenio Russo e Rosario Frazzetto; successivamente si trasferisce a Pistoia e lavora presso la prestigiosa Fonderia d’Arte “Michelucci”, dove incontra molti artisti con i quali in seguito collaborerà. Negli anni Ottanta partecipa a progetti di scultura scenografica insieme, tra i tanti, all’artista Arnaldo Pomodoro.
Espone in Italia, Francia, Spagna e negli Stati Uniti e le sue opere entrano a far parte di varie collezioni private.
L’artista ha portato avanti ricerche che lo hanno condotto alla creazione di sculture interattive e poi a confrontarsi e ad occuparsi di temi della Storia nel “Monumento per la Pace” di Massa e Cozzile, 2004, e temi socio-culturali nell’opera il “Pozzo d’Abramo”, Quarrata 2004.
“Date cardinali”, un’istallazione del 2006, è una memoroteca, un progetto che investe il concetto di un’arte intesa come testimonianza dolorosa di eventi traumatici della nostra storia recente. Nel 2007/2008 l’artista realizza “Pinocchio si arrende” e “L’ombra dell’albero”. La prima è un omaggio ad uno dei temi prediletti da Venturino Venturi, conosciuto personalmente da Papotto alle Officine Michelucci di Pistoia, mentre l’altra, icona di un albero non utile alla nidificazione, rappresenta attraverso la scultura il problema dell’inquinamento atmosferico.
Hanno scritto di lui: Tomaso Azzara, Giacomo Bazzani, Marco Bazzini, Giuseppe Billi, Giuseppe Carrubba, Vittoria Corti, Paolo Donati, Lucia Fiaschi, Enzo Filona, Carlos Franqui, Carmela Infarinato, Romana Loda, Michele Loffredo, Nicola Miceli, Nicola Nuti, Alfonzo Panzetta, Iolanda Pietrobelli, Mauro Pompei, Giuliano Serafini, Massimo Talone, Alice Trippi.
Catalogo: Settegiorni Editore
Vernissage: 11 ottobre 2009, ore 17.30
Lo Spazio di Via dell'Ospizio
Via dell’Ospizio, 26 - 51100 Pistoia
Orario: da lunedì a domenica ore 9.30-13.00/16.00-20.00, chiuso lunedì e domenica mattina
Ingresso libero