Per questa terza edizione viene presentato un ciclo di sculture dell'artista Hubert Kostner che tematizza il rapporto tra l'uomo e i territori d'alta quota, affiancato da alcuni dipinti su tela di Juan Carlos Ceci, che tracciano le planimetrie di grotte immaginarie.
a cura di Alberto Zanchetta
SISTEMI DI CONTEMPORANEO è un progetto culturale dedicato all’arte contemporanea promosso e organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Vicenza che intende coinvolgere i parchi, le piazze, le vie e gli edifici della città.
Nell’ambito dei SISTEMI DI CONTEMPORANEO si inserisce la programmazione di EPIDE®MIE, rassegna curata da Alberto Zanchetta che presenta il progetto OSSERVATORIO.
In attesa della riapertura della Basilica e del Salone Grande, un segnale “di lavori in corsi” arriva dall’interno dello stesso edificio. Nel loggiato saranno infatti allestite una decina di vetrine, come fossero le bacheche di un piccolo museo sotto vetro. Si tratta di una sorta di esposizione en petit che sarà propedeutica ai futuri eventi e alle grandi rassegne che si realizzeranno nella Basilica. La rassegna prevede due location: la prima, OSSERVATORIO#1, è dedicata ad una ricognizione sulla pittura e sul disegno; la seconda, OSSERVATORIO#2, è dedicata alla scultura e all’installazione. La programmazione dei due spazi si svolgerà in parallelo e ospiterà durante tutto l’arco dell’anno otto mini-personali, ognuna delle quali è legata al tema dell’ibridazione..
Juan Carlos Ceci
Osservatorio#1
La rassegna prosegue con un ciclo di opere di Juan Carlos Ceci. Per l’occasione l’artista presenta alcuni dipinti su tela e inediti lavori su carta che, ispirandosi alla conformazione del Loggiato della Basilica, tracciano le planimetrie di grotte immaginarie.
La pittura organolettica di Juan Carlos Ceci si serve della tela come di un impluvio; in essa si raccoglie un cromatismo lacustre che fa da sfondo a cascami fisici, escoriazioni cutanee e anfrattuosità sessuali. Il paesaggio – né vegetale né minerale bensì carnale – è infestato da ciottoli e da frutti che sembrano delle pustole-cisti. Prevale in questi quadri un rosso denso, venoso, che arde come una febbre, e un verde acidulo, di muffe o acute eccitazioni vegetali, che diventa (presagio di) pervertimento: quello di una natura masticata, digerita e poi espulsa.
Nell’impossibilità di afferrare l’essenza dell’ambiente prima ancora che la sua totalità, ogni panorama sembra sfumare su se stesso, come pure sfuggire allo sguardo dello spettatore. L’artista non costruisce un paesaggio, lo decompone, lo lascia fluire, con tutti i suoi spurghi, i suoi umori, senza mai cercare di fissarlo in una forma assoluta, ma lasciandolo in preda a fremiti interiori. Quello di Ceci è un vedutismo più marcescente che decadente, rigurgito di un “romanticismo estremo” in continuo tumulto esistenziale.
Juan Carlos Ceci è nato a Saragozza (Spagna) nel 1967, vive e lavora nella Repubblica di San Marino.
Principali esposizioni personali: 2009 – Lost Way, Galleria Arte Boccanera di Trento; 2007 – Animale Domestico, Arco dell’Amoroso di Ancona.
Principali esposizioni collettive: 2009 – Degli uomini selvaggi e d’altre forasticherie, Lab 610 XL di Sovramonte; CArNEAde, Galleria Bianconi di Milano; 2008 – Per vasi comunicanti, Torretta Malatestiana di Verucchio; 2006 – Mind Games, Galleria Marconi di Cupramarittima; 2005 – Alchimie Saline, Palazzo Mediceo di San Leo.
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Hubert Kostner
Osservatorio#2
La rassegna prosegue con un ciclo di sculture di Hubert Kostner che tematizzano il rapporto tra l’uomo e i territori d’alta quota, vale a dire gli acrocori presenti nelle dolomiti (luoghi d’origine dell’artista) che nella città di Vicenza sembrano voler misurarsi, seppur in modo diacronico, con le vedute agresti tipiche del vedutismo veneto.
Attraverso una visione lucida ed ironica, l’artista indaga – e denuncia – i falsi idilli dei paesaggi naturali, vagheggiando quei paradisi perduti che sono sempre più violati e violentati dal turismo di massa o dalle imprese di intrepidi scalatori. Con un attento sguardo al sociale e all’ecologia, Kostner intende rileggere il genere del “paesaggio” in chiave contemporanea, mettendo in luce l’eterna sfida che oppone l’uomo alla natura.
Cortecce d’albero e cippi di legno assumono l’aspetto di altopiani su cui si intravedono delle minuscole figure; gli elementi miniaturistici appaiono come degli elementi di disturbo, componenti intrusive all’interno di ecosistemi che proprio per questo rischiano di perdere la loro “virginale” identità floreale e faunistica. La tranquillità di scenari montuosi viene quindi interrotta dagli usi e dagli abusi degli scalatori, i quali inseguono i loro sogni di gloria e cercano di combattere le proprie paure di fronte a Madre Natura.
Hubert Kostner è nato a Bressanone nel 1971, vive e lavora a Castelrotto.
Principali esposizioni personali: 2009 – Greenhouse, Museion Atelier Haus di Bolzano; 2008 – Lost&Found, Galerie Goethe2 di Bolzano; Msuite, Galerie Prisma di Bolzano; 2006 – Grüsse aus Bozen, Galerie Goethe2 di Bolzano.
Principali esposizioni collettive: 2009 – Plenitudini, Pinacoteca di San Francesco e Galleria delle Logge di San Marino; 2008 – Allarmi, Caserma de Cristoforis di Como; 2007 – Small is Beautiful, Ursula-Blickle-Stiftung di Kraichtal (Germania); 2005 – Land(e)scaping, Galerie Agripas 12 di Gerusalemme (Israele); Palais Liechtenstein di Feldkirch (Austria); 2003 – Panorama 03, Junge Kunst Südtirol di Bolzano.
Immagine: Hubert Kostner, Grauer star, 2008-2009
Loggiato della Basilica Palladiana
Piazza dei Signori - Vicenza
orario diurno continuato
ingresso libero