In mostra un ciclo di 7 acquerelli e un'installazione site specific: Magnetic attraction. L'opera e' accompagnata dalla composizione musicale Ventus, realizzata da Roberto Cacciapaglia, che utilizza il suono dei 4 venti.
a cura di Aldo Iori
Giovedì 15 ottobre 2009 alle ore 18,00 si inaugura la mostra dell'artista Diego Esposito presso la nuova sede della galleria Giacomo Guidi Arte Contemporanea in vicolo di Sant'Onofrio 22/23 (alle pendici del Gianicolo, angolo con via della Lungara e presso il ponte Principe Amedeo).
La mostra personale Né di Diego Esposito segna un ritorno dell'artista nella capitale dopo molti anni e presenta opere realizzate nell'ultimo anno: un ciclo di sette acquerelli di grande formato e un'installazione progettati appositamente per lo spazio romano. Il lavoro dell'artista, abruzzese di nascita ma residente a Milano e Venezia, prende le mosse nei primissimi anni Settanta dopo un soggiorno statunitense dove era venuto a contatto con la stimolante realtà newyorkese e il lavoro dei maestri Rothko e Newman. A una prima rilettura della riflessione goethiana sul colore congiunta a una matrice minimalista e concettuale il lavoro si arricchisce, nei viaggi in Grecia, Medio Oriente e Estremo Oriente, di nuove speculazioni sullo spazio e sul concetto di opera intesa come presenza materica e contemporanea assenza. Il concetto di vuoto derivato dalla tradizione giapponese condiziona il suo operare all'interno di spazialità stabilite e definite dagli elementi posti nel luogo ove l'opera appare in una sempre nuova connotazione legata al segno e al gesto.
Le grandi mostre a Pistoia, Milano e Teramo, come quelle successive in Germania, Giappone e Corea, ben hanno mostrato le caratteristiche di un lavoro votato al superamento delle connotazioni linguistiche e che scandaglia le profondità del colore collocandosi su di un particolare confine che lo fa protagonista di primo piano di una stagione artistica internazionale. Nella mostra personale di Roma il colore, prezioso nei suoi ricercati riverberi, si dispiega in forme geometriche e segniche su grandi carte dalle dimensioni desuete. Il ritmo di tali composizioni si instaura all'interno dello spazio della nuova galleria Giacomo Guidi realizzando un controcanto visivo a un'installazione, Magnetic attraction (1991-2009) posta a terra e sulle due pareti antistanti.
A quest'opera di nove più nove elementi si accompagna l'inedita composizione musicale Ventus (2009) realizzata per l'occasione dal Maestro Roberto Cacciapaglia che utilizza il suono dei quattro venti principali, Tramontana, Ponente, Ostro e Levante, campionati (da Giampiero Dionigi) ed elaborati per un'esecuzione su tastiera e missati (da Gianmaria Serranò, Glance Studio, Milano) attraverso un processo di spazializzazione. L'opera così concepita si offre all'osservatore nella sua primaria semplicità invitandolo a sostare dinnanzi a essa addentrandosi nella spaziosità del non visibile e del non ascoltabile. Il titolo della mostra, Né, nel richiamare la congiunzione coordinativa negativa (in latino nĕc), ma anche la traslitterazione di modalità affermative e benevole della cultura anche europea, ribadisce questo incerto confine sul quale si colloca il lavoro, lontano dai molti rumori del vivere mondano.
Accompagna la mostra un catalogo edito da Shin Editore con un testo di Aldo Iori in italiano e inglese e più di 50 immagini a colori.
La Galleria Giacomo Guidi Arte Contemporanea è attiva a Roma oramai da due anni.
Dopo la prima mostra “Prossimità” dell'ottobre 2006, a cura di Aldo Iori (con gli artisti Marco Bagnoli, Ciriaco Campus, Pietro Fortuna, Eugenio Giliberti, Vittorio Messina, Hidetoshi Nagasawa, Nakis Panayotidis), l’attività è proseguita con una fortunata serie di mostre personali: Vittorio Messina a cura di Amnon Bazel, Nakis Panayotidis a cura di Pablo J.Rico, Ciriaco Campus a cura di Alberto Abruzzese, Pietro Fortuna a cura di Marco Meneguzzo, Eugenio Giliberti a cura di Aldo Iori, Jan Van Oost a cura di Lòrànd Hegyi, Costanti ossessioni (Stefano Bonacci, Gianni Caravaggio, Pietro Fortuna, Alberto Garutti, Eugenio Giliberti, Ettore Spalletti) a cura di Aldo Iori, Marco Meneguzzo e Mauro Panzera e la recente ABRACADABRA degli artisti Chris Sacker, Tony Moore e Stefano Bonacci e altre attività che hanno visto la presentazione di particolari cicli di lavori di artisti storici quali Nanni Balestrini e la proposta di nuove edizioni di libri e di grafica d’arte.
Diego Esposito (Teramo 1940) dal 1968 al 1972 risiede a New York e Philadelphia e nel 1969 tiene la prima mostra personale alla Art Alliance di questa ultima città. Durante il soggiorno statunitense conosce Barnett Newman e Mark Rothko. Nel 1972 rientra in Italia, stabilendosi poi a Milano, e dimostra da subito uno spiccato interesse per il cromatismo goethiano, che diventa lo strumento conoscitivo del suo fare artistico; il colore, investito di valenza simbolica, è il riflesso interiore della pittura stessa e l’elemento alchemico affiora nei suoi procedimenti tecnici. Nel 1973 è invitato alla collettiva “Italy Two. Art around ’70” curata da Alberto Boatto e Filiberto Menna presso il Museum of the Philadelphia Civic Center e nel 1974 tiene due importanti mostre personali alla Galleria dell’Ariete di Milano e alla Galleria La Bertesca di Genova. Compie molti viaggi nel Mediterraneo e in Medio Oriente, metafore del cammino iniziatico verso la sapienza, portando con sé tele ripiegate e taccuini per fissare il ricordo di quei luoghi. Nel 1975 espone alla Galleria Toselli di Milano e alla Banco-Massimo Minini di Brescia.
Nell’estate del 1977 soggiorna a Stromboli, dove concepisce l’idea di La casa impossibile, esposta presso la Galleria Paola Betti di Milano e dove nel 1980 realizza un'altra personale Il volo dell’uccello notturno, nel quale si stempera la concettualità e riemergono il colore, il disegno, il graffito, la fotografia e le tele piegate. La cultura mediterranea è la sua fonte d’ispirazione immaginifica e spaziale e i viaggi in Grecia e in Turchia ispirano anche altre opere degli anni Ottanta. Inizia a sperimentare l’uso della fonte luminosa artificiale di colore giallo cadmio, simbolo divino e purificatore. Nel 1981 partecipa a “Linee della ricerca artistica in Italia 1960/1980” al Palazzo delle Esposizioni di Roma ed espone alla Galleria Pero di Milano il primo mosaico parietale a tessere policrome, anello di congiunzione tra Oriente e Occidente, percorsi nei suoi lunghi viaggi. Seguono altre creazioni in mosaico tra cui le Stanze dell’aria, del fuoco, dell’acqua e della terra (1989-1990) a Villa Imbarcati a Pistoia e nel 1985 inizia a realizzare i Corpi neri-Oggetti invisibili, nati dall’accostamento tra il mosaico e il metallo. Nel 1986 inabissa la ceramica policroma Oggetto invisibile inclinato verso nord-ovest nello stretto del Bosforo, dopo averlo esposto per tre ore alla Leander’s Tower di Instanbul, raggiungendo la totale invisibilità dell’opera d’arte; per contro nel 1987 riaffiora alla Punta della Dogana di Venezia l’ovoidale in mosaico Oro.
La tradizione Orientale si è fusa nuovamente con quella Occidentale. In questi anni esegue un gruppo di opere che risalgono agli archetipi della forma. Nel 1991 tiene una personale presso la Galleria Civica del Castello Estense di Mesola e nel 1993 un'altra alla Fondazione Mudima di Milano. Nel 1998 Palazzo Fabroni a Pistoia gli dedica una ricca antologica a cura di Bruno Corà. Nel 2000 è invitato a esporre alla University Art Gallery UCSD di San Diego e nel 2001 presenta la sua opera al Ludwigsburg Kunstverein di Ludwigsburg e realizza un'opera permanente per il Centro Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato. Nel 2003 inaugura un’antologica alla Pinacoteca Civica e alla Villeroy & Boch di Teramo e partecipa alla “Haifa Second International Installation Triennale” ad Haifa.
Nel 2004 è invitato come artist-in-residence a Kanazawa in Giappone dal 21st Century Museum of Contemporary Art e Kanazawa Art University, dove realizza la scultura permanente Celato/Svelato. L'anno successivo è invitato dalla Galleria Ihn di Seoul per una mostra personale. Nel 2006 partecipa alla mostra “La scultura italiana del XX secolo” alla Fondazione A. Pomodoro di Milano e alla “XII Biennale Internazionale di Scultura” di Carrara, nel 2007 realizza un'importante installazione permanente all' Oriental Land Park di Shanghai e nel 2008 alla mostra “Costanti del classico nell'arte del XX e XXI secolo” presso la Fondazione Puglisi Cosentino a Catania. Vive e lavora tra Milano e Venezia.
http://www.diegoesposito.it
Immagine: Magnetic attraction, 1991-2009, Installazione,suono, ferro dipinto, Galleria Giacomo Guidi, Roma
Inaugurazione: giovedì 15 ottobre 2009, ore 18,00
Giacomo Guidi Arte Contemporanea
Vicolo di Sant'Onofrio 22/23 - Roma
orari: lun-sab 10-13 e 16-19 o su appuntamento
ingresso libero