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Alexandr Brodsky
dal 22/5/2002 al 20/7/2002

Segnalato da

Galleria Milano



approfondimenti

Alexandr Brodsky
Gabi Scardi



 
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22/5/2002

Alexandr Brodsky

Galleria Milano, Milano

'L'ultima stanza', l'installazione eseguita appositamente per la Galleria Milano e' una specie di mausoleo, di cella di una tomba egizia realizzata con scatole in plastica trasparente, al cui centro una mummia in creta e' stesa su di un catafalco sempre di scatole trasparenti. Le scatole contengono gli oggetti piu' disparati da portare con se' nell'ultimo viaggio.


comunicato stampa

"L'ultima stanza"

"L' ultima stanza", l'installazione eseguita appositamente per la Galleria Milano è una specie di mausoleo, di cella di una tomba egizia realizzata con scatole in plastica trasparente, al cui centro una mummia in creta è stesa su di un catafalco sempre di scatole trasparenti. Le scatole contengono gli oggetti più disparati da portare con se nell'ultimo viaggio. Alcuni blocchi informi di creta ( il materiale con cui, secondo una delle cosmogonie fu creato l'uomo) e oggetti d'uso quotidiano nel passato sovietico: un vecchio stivale, pesci secchi, mozziconi di sigarette, occhiali da sole, per "proteggere gli occhi dalla luce abbagliante, quando si uscirà dal tunnel" e medicine scadute "per completrare la guarigione già in corso grazie al corredo di oggetti portati con se".

Brodsky è già noto al pubblico milanese per avere vinto nel 2001 il primo premio della città di Milano "Museo del Presente" con "Coma" una monumentale installazione esposta alla Triennale nella mostra "Milano Europa 2000 - I semi del futuro". Nato a Mosca nel 1955, studia architettura e si laurea nel 1978 . Da allora, fino a metà degli anni novanta, lavora a quattro mani con l'amico e collega Ilya Utkin. In disaccordo con i progetti del dipartimento di urbanistica della loro città, Brodsky e Utkin fondano un movimento chiamato "architettura su carta". Con i loro lavori decidono di partecipare ai grandi concorsi internazionali, dai quali escono quasi sempre vincitori. Nel 1982 con "Crystal Palace" vincono il primo premio alla Central Glass Competion, Tokyo, nel 1985 il secondo premio, sempre a Tokyo, alla Shinkenchiku Competition con "Bulwark of resistance", nel 1988 primo premio per l'architettura a "East meets West in design competition" della Jakob K. Javits Convention Center, N.Y., e così via.

Le "architetture su carta" sono lavori concettuali che fondono architettura utopistica, arte, arte applicata e letteratura. I testi poetici che li accompagnano, illustrano il contenuto del progetto e potenziano l'incantesimo del segno.

Dal 1995 Brodsky espone grandi installazioni sia in Europa che in America, realizza grandi sculture in aree pubbliche e private, come ad es."Palazzo Nudo" per la piazza del Cultural Center di Pittsburgh, e lavora anche come architetto.

"Gray matter", una grande installazione esposta nel 1999 alla Galleria Ronald Feldmann di New York, presentava un lunghissimo tavolo su cui erano affastellati un numero infinito di oggetti di uso comune in disuso. Tutti gli oggetti, piccole e grandi sculture in creta non cotta, grigia, leggermente imprecise e distorte come nella memoria, ricordano reperti archeologici di una città coperta dalla cenere di una improvvisa e inaspettata eruzione vulcanica. Il motivo delle tracce e della memoria, che sono parte integrante di ogni essere umano, ricorre in tutti i lavori di Brodsky senza melanconia o nostalgia, ma piuttosto come una annotazione, una presa di coscienza, talvolta ironica, della fatalità e della continuità fra passato e futuro. Persino Coma, uno dei suoi lavori più provocatori, prima ancora di una tragica metafora è un commento ironico all'inevitabilità del fato.

La grande città di creta che viene gradualmente semisommersa da olio nero, quando si riflette nei fiumi e canali neri è più bella di prima.

Il tema della città torna nell' installazione presentata alla Biennale di Sao Paulo 2002 "20 garbage containers", questa volta però visibile solo da piccole fenditure praticate nei grandi contenitori per la spazzatura.

Il lavoro adombra forse anche la questione dei paesi in via di sviluppo divenuti discarica di rifiuti dell'occidente.

Brodsky ha aperto solo recentemente uno studio di architettura, eppure si è sempre considerato anzitutto un architetto. Così, mentre le opere artistiche possono essere considerate frammenti di un grande progetto architettonico, i suoi progetti di architettura risentono l'effetto liberatorio dell'arte.

In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo con un testo introduttivo di Gabi Scardi.

Inaugurazione : Giovedì 23 Maggio 2002 alle ore 19,00

Orario: da martedì a venerdì ore 10-13 e 16-20, lunedì 16 - 20, sabato per appuntamento

Galleria Milano
20121 Milano - Via Manin, 13 - Via Turati, 14
Tel. 02- 29 00 03 52 - Tel e Fax 02- 29 00 32 83

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