Galleria Artra
Milano
via Burlamacchi, 1
02 5457373 FAX
WEB
Gianluca Capozzi
dal 25/10/2009 al 24/11/2009
martedi-sabato 10.30-13 e 15-19.30

Segnalato da

Galleria Artra




 
calendario eventi  :: 




25/10/2009

Gianluca Capozzi

Galleria Artra, Milano

Frame Store. Nelle sue esplorazioni attraverso i meandri di Second Life, l'artista intercetta frammenti di storie e le ricombina in un puzzle di schegge visive: cosi' facendo, egli tritura l'attimo e lo converte in un'immagine. I singoli dipinti sono spazializzati per serie, come attuando una moltiplicazione di schermi. Mostra a cura di Alberto Mugnaini.


comunicato stampa

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A cura di Alberto Mugnaini

La Galleria Artra è lieta di presentare la seconda mostra personale di Gianluca Capozzi in cui verrà esposta la recente produzione pittorica.
Frame: fermo immagine, attimo congelato, perdurare di un istante irripetibile, un atomo del dovunque, nel tempo e nello spazio. E ad incarnare, o meglio, disincarnare questo dovunque, niente si presta, oggi, meglio della Rete.

Nelle sue esplorazioni attraverso i meandri di Second Life, Gianluca Capozzi intercetta frammenti di storie e le ricombina in un puzzle di schegge visive: così facendo, egli tritura l’attimo e lo converte in un’immagine che esplode e prolifera dall’interno, svelando inediti orizzonti di senso. Alla monotonia dei pixel si sostituisce l’imprevedibilità di pennellate che dissociano l’ordine del discorso e spiazzano le aspettative di significato.

Frame è, letteralmente, il telaio, entro la cui cornice si imprigiona il respiro dell’attimo nell’immagine bloccata. La pittura, impadronendosene, annette queste immagini in un altro regno, le scongela e deforma, dilata l’attimo. Frame Store: che altro, più che un deposito di telai, scheletri di un supporto, materialità che sottosta e preesiste al divenire della pittura? Ma non è proprio tramite l’esercizio della pittura che è possibile insinuarsi nella faglia semantica che separa la letteralità del sostantivo frame dal suo significato metaforico? Iterazione di immagine racchiuse entro i confini di un telaio, l’esposizione è al tempo stesso un dispiegamento spazializzato di attimi esplosi. La pittura spezza la cornice dell’attimo.

Second Life: vita fittizia e sovrapposta, ipotesi parallela. Gianluca Capozzi pare voler recepire questa “Seconda Vita” attraverso quella seconda vista che si apre sull’invisibile, la filtra attraverso la sua propria vita, il suo proprio vivere la pittura. Ecco allora che il perimetro del quadro si fa teatro di un dramma complesso, in cui si scontrano contenuto della rappresentazione e tempo dell’atto pittorico: fermo immagine slittante, cronaca di un procedimento, di una pratica, di una disciplina, di una sfida.

I singoli quadri sono spazializzati per serie, come attuando una moltiplicazione di schermi, ciascuno dei quali aspira ad essere non un segmento di “seconda vita”, ma una vita “alla seconda”, vita, appunto, moltiplicata per se stessa. L’arte, secondo Capozzi, è proprio questo: “necessità di frantumare, maltrattare il visivo, fino a bruciare e calpestare l'immagine; dipingere una musicalità delle immagini seviziate da un frenetico vortice di colori sparsi. Quel che conta nell’arte per me non è il prodotto artistico ma il prodursi dell’artefice in rapporto al quale l’opera non è che una ricaduta residuale, ciò che si separa e cade dall’organismo vivente, l‘arte è la vita come irripetibilità dell’evento, vivente una volta sola”.

Inaugurazione 26 ottobre ore 18.30

Galleria Artra (Nuova sede)
via Burlamacchi, 1 - Milano
Orario: mart-sab 10.30-13 e 15-19.30
Ingresso libero

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Curated by Alberto Mugnaini

Artra gallery is pleased to present the second Gianluca Capozzi personal exhibition that include the recent pictorial production.
Frame: a freeze-frame, a frozen moment, the continuance of an unrepeatable instant, an atom of everywhere in time and space. And to embody, or rather, disembody this everywhere, there is nothing today that lends itself better than the Internet.

In his explorations by means of the intricacies of Second Life, Gianluca Capozzi intercepts fragments of stories and recombines them in a puzzle of visual splinters: in this way he shreds the moment and converts it into an image that explodes and proliferates from within, revealing completely new sensual horizons. The monotony of pixels is replaced by the unpredictability of brushstrokes that dissociate the order of the discourse and leave our expectations about meaning in disarray. Frame is, literally, the frame, whose form imprisons the breath of the moment in the frozen image. Painting appropriates these images, annexes them to another realm, unfreezes them, distorts them, and expands the moment.

Frame Store: what is it more than just a repository of frames, the skeletons of a support, a materiality that underlies and pre-exists the painting itself? But isn’t it precisely through the act of painting that it’s possible to infiltrate the semantic fault that separates the literalness of the noun frame from its metaphorical meaning? The iteration of an image enclosed within the confines of a frame, the display is at the same time a spatialized deployment of exploded moments. Painting breaks the frame of the ‘moment’.

Second Life: fictitious and superimposed life, a parallel hypothesis. Gianluca Capozzi seems to want to partake of this ‘Second Life’ through the second glance that opens onto the invisible; he filters it through his own life, through the painting experience. Thus the perimeter of the picture becomes the scene of a complex drama in which the content of the pictorial representation collides with the time involved in painting: a sliding freeze-frame, the chronicle of a process, a practice, a discipline, a challenge.

The individual paintings are spatialized by series, as if implementing a multiplication of screens, each of which aspires to be not a slice of ‘second life’, but a life ‘by the second’; in fact, life multiplied by itself. According to Capozzi, this is exactly what art is: ''the need to shatter, to violate the visual, to the extent of burning and trampling the image; to paint a musicality of images tortured by a frenzied swirl of scattered colours. What matters to me in art is not the final artwork but the artist working in a relationship where the work is only residual fallout, something that detaches itself and falls from the living organism. Art is life in it’s unrepeatability of the event, it’s ‘one time only’ quality.”

Opening 26 ottobre ore 18.30

Galleria Artra (Nuova sede)
via Burlamacchi, 1 - Milano
Hours: tue-sat 10.30-13 and 15-19.30
Admission free

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