Il titolo della mostra, curata da Francesca Referza, non e' altro che il risultato ottenuto dall'unione dei titoli di tre opere in mostra: 12 fatiche di Alvise Bittente, in transito di Alexander Costello e I fantastici 4 di T-Yong Chung. In tutti i lavori in mostra si assiste ad una sorta di ludico e sistematico ribaltamento dei contenuti.
12 labours in 7 days for the fantastic 4 potrebbe essere il divertente titolo di un film in cui gli attori sono gli stessi artisti. In effetti il titolo della mostra, curata da Francesca Referza, non è altro che il risultato ottenuto dall’unione dei titoli di tre opere in mostra: 12 fatiche di Alvise Bittente (Venezia, 1973), in transito di Alexander Costello (Londra, 1976) e I fantastici 4 di T-Yong Chung (Tae-Gu, Corea del Sud, 1977). La mostra gioca con i numeri: dai 12 episodi della mitologia antica che riguardano le imprese compiute dall’eroe Eracle, ridisegnate in modo originale dal veneziano Bittente ai 7 giorni della settimana impiegati da Alex Costello per analizzare, con la serietà di un vero cronista inglese, i meccanismi attraverso i quali è possibile parlare di living painting a proposito di ciò che accade dentro l’inquadratura fissa su una fermata del tram e stavolta i fantastici 4 possono anche stare a guardare, perché sono gli artisti a lavorare per loro, una volta tanto! Mescolando dunque moderni supereroi di fumetti, imprese di mitologica memoria e lenta e apparentemente inutile cronaca di una uggiosa giornata metropolitana, abbiamo ideato il titolo di un film che suona epico, ma il cui contenuto è tutto costruito sul gioco. In tutti i lavori in mostra, in effetti, si assiste ad una sorta di ludico e sistematico ribaltamento dei contenuti.
Music box (2009) l’ultimo ed inedito video di T-Yong Chung è un po’ il biglietto da visita della collettiva perché accoglie il visitatore all’ingresso comunicandogli con immediatezza ed ironia l’umore giocoso e irriverente che sta alla base della progettazione di tutta la mostra.
Nel caso del veneziano Alvise Bittente, il cui mezzo espressivo d’elezione è solitamente il disegno siamo partiti dal dittico Baby gang e Dolce & Gabbana (entrambi del 2007), libera reinterpretazione ‘bittentiana’ di due disegni del Seicento di Andrea Podestà e Nicolò Tornioli. Dal disegno si passa poi all’incisione con la serie, appositamente realizzata per la mostra napoletana, delle famose fatiche di Ercole. Ti avverto fin d'ora – mi ha scritto testualmente Alvise Bittente durante le fasi di progettazione della mostra - che la parola "fatica" m'insulta, è contraria alla mia poetica quindi il titolo sarà: "I 13 sollàzzi di Eracle". Dunque, nonostante il titolo della mostra faccia effettivamente riferimento alle 12 fatiche di Ercole, l’operazione artistica di Alvise Bittente, ribaltando il senso ed aumentando il numero delle imprese compiute dall’eroe greco, dà al lavoro un accento esplicitamente caricaturale - in linea con la piega ludico divertita che hai dato al progetto – come da lui stesso precisato.
Ogni mattina – ha scritto Alexander Costello a proposito di In transito (2006-2008) - mi preparavo un caffè, seduto sul balcone e guardavo la gente che aspettava il tram. Nel tempo ho considerato la fermata del tram come una ‘tela vivente’ e le persone in piedi come i soggetti di una scena (live painting) in progress. Quando un tram arrivava la tela tornava 'pulita' (come un etch-a-game-sketch) e una nuova scena ricominciava daccapo. Mi sono interessato a come il comportamento appreso nell'interazione sociale presenti costantemente semplici e minime composizioni all'interno di uno spazio, senza la necessità di coreografie. Le persone, attraverso riflessi incondizionati, scelgono di stare in particolari luoghi dettati da una tacita, ma assimilata combinazione di regole sociali riguardanti lo spazio personale, il collocamento tra gli oggetti e il linguaggio del corpo. Poiché questa osservazione è andata avanti per giorni, ho individuato modelli ricorrenti nello spazio come una scena (live painting), ed è diventato possibile prevedere dove la gente si sarebbe collocata sulla base di un particolare insieme di regole mescolate che ho ricavato in maniera personale. A quel punto ho cominciato a registrare e commentare manipolando scherzosamente il risultato complessivo di ogni composizione, nonostante, in sostanza, tutto fosse fuori dal mio controllo. Tuesday dots, Tuesday no.4, Tuesday verticals, Friday no.23 e Friday spots sono solo alcuni dei 39 risultati visivi in formato cartolina di In transito, video composto da 7 giorni di cronaca registrata dall’artista giorno dopo giorno, dal lunedì alla domenica, dal balcone della propria stanza milanese.
Ne I fantastici 4 di T-Yong Chung non si assiste a nulla di eroico, come effettivamente il riferimento ai 4 protagonisti dei fumetti farebbe presupporre. Quelli compiuti dai 4 personaggi individuati dall’artista sono dei gesti minimi, frutto dell’applicazione di semplici e ripetitivi gesti quotidiani e di piccoli giochi di abilità. Credo che tutti noi abbiamo delle capacità che vengono abbandonate perché non servono nella nostra quotidianità. Invece, proprio queste capacità per me sono fantastiche e originali, sono da recuperare – aveva dichiarato in un’intervista proposito del video I fantastici 4. Analogamente nei due brevissimi video dal titolo Music box e Hand play, si assiste a dei movimenti minimi, giochi che, invece di essere virtuali, sono letteralmente ‘manuali’. Così, con una semplice manipolazione di immagini riprese dalla finestra, in Hand play T-Yong Chung ci fa assistere ad un inedito video gioco manuale.
NOTgallery
Piazza Trieste e Trento, 48
martedì - sabato 16-20
chiuso venerdì 13, sabato 14 novembre; venerdì 20 e sabato 21 novembre
ingresso libero