In mostra opere pittoriche in cui l'artista denuncia la crisi di sovrapproduzione del capitalismo e critica aspramente i metodi ed i luoghi nei quali viene celebrata una stravolgente abbuffata consumistica in presenza di un terzo e quarto mondo volutamente marginali.
Il capitalismo non e’ piu’ credibile come mezzo di produzione , lo scoppio della bolla finanziaria ,la ciclicità ,la furfanteria,la disonestà, il latrocinio della classe imprenditoriale e finanziaria hanno dimostrato gli altissimi costi sia della politica del laissez faire che quella delle regole e delle istituzioni; non ha credibilita’ e crea costantemente sfracelli che obbligano l’umanità ad una costante implosione e barbarie. Se riusciremo a uscire da questa profonda crisi certamente avremo un nuovo atteggiamento verso la vita che mette in discussione le religioni trascendentali cosi come i valori del capitalismo, le sue ineguaglianze, le guerre e l’attuale intelaiatura sociale.
Lo sfruttamento del pianeta. La maggioranza della popolazione considera come il minore dei mali possibili una pianificazione completa sia delle risorse che del modo di produrre, la cartina di torna sole sarà la creazione di maggiore o minore libertà e non quella mortifera del capitalismo fondato sulla libera impresa.
Non vi è alcun dubbio che il modello capitalistico è crollato anche con tutto l’aiuto necessario del settore pubblico, la discussione è aperta per un nuovo modello di società. La pittura di Massimo Saitta denunzia la crisi di sovrapproduzione del capitalismo, critica aspramente i metodi ed i luoghi nei quali viene celebrata una stravolgente abbuffata consumistica inconsistente ed effimera in presenza di un terzo e quarto mondo volutamente marginali relegati a nuovi schiavi per il terzo millennio.
Massimo Saitta mostra nelle sue tele l’alienazione, la solitudine, la povertà esistenziale, la stupidità, il condizionamento mass mediatico, lo spaesamento dell’individuo nei luoghi di vita che vengono accreditati come centri del benessere, i famosi 'NON LUOGO' le stazioni, il metrò, i centri commerciali, i super mercati, il mondo del mulino bianco, paesaggi urbani dove l’uomo contemporaneo delle società capitalistiche consuma i riti inutili di una società che corre verso il nulla.
I soggetti rappresentati sono uomini massa che soggiacciono agli indirizzi consumistici di una società capitalistica in crisi, sono anche italiani che soffrono per la errata politica economica di questi 150 anni di unità italiana che affonda nella crisi del regionalismo e della dicotomia delle due aree nazionali nord e sud.
Uno sviluppo ineguale che continua ad aumentare inesorabilmente la ghettizzazzione delinquenziale del mezzogiorno d’Italia.
Con una nuova pianificazione ed una classe politica unitaria potremo finalmente risolvere il principale problema italiano, sarà necessaria una società che sappia coniugare socialità e libertà.
Massimo Saitta attraverso i suoi quadri con un linguaggio asciutto,deciso,plastico,mostra questa umanità sfaldata impoverita piena di tristezza e vuota che annaspa cercando di non affondare nella melma di messaggi assolutamente irreali.
La qualità pittorica con l’uso appropriato degli oli,degli acrilici di una figurazione che si liquefà pur nella sua classicità non lascia spazio agli arzigogoli, ma va dritto al cuore del problema coniugando in perfetto equilibrio contenuto e forma.
Saitta è un pittore azionista moderno di grande impegno sociale e culturale contro l’attuale crisi del modello italiano.
Inaugurazione venerdi 23 ottobre 2009
Mediterranea
via Mariano D'Amelio 12,28,30, Palermo
Orari: da Lunedi' alla Domenica, 11-12,30 e 17,30-19,30
Ingresso libero