Cinquanta opere in mostra a cura di Maurizio Vanni. L'immagine e la parola: queste le due grandi passioni di Biggi. Ha dipinto per piu' di quarant'anni senza mai curarsi di esporre i suoi quadri. Nel frattempo ha pubblicato poesie e novelle. Introdotto negli ambienti artistici e letterari degli anni '50, ha collaborato al "Mondo" di Pannunzio. Gli elementi costitutivi dei suoi quadri sono il colore, la musica, l'architettura, la prospettiva con un edonismo acceso prodotto da interazioni cromatiche.
PINO BIGGI
Cinquanta opere in mostra a cura di Maurizio Vanni
Catalogo Mazzotta
Ha dipinto per più di quarant'anni senza mai curarsi di esporre i suoi
quadri. Nel frattempo ha pubblicato poesie e novelle. Introdotto negli
ambienti artistici e letterari degli anni '50, ha collaborato al
"Mondo" di Pannunzio.
In quell'epoca strinse una forte amicizia con Saba, che lo volle al suo
fianco anche quando ricevette la laurea ad Honorem e lo spronò sempre
a scrivere "uno dei pochi giovani che abbiano il diritto e quindi anche
il dovere di scrivere", come si legge in una delle numerose lettere che
Saba scrisse a Biggi.
L'immagine e la parola: queste le due grandi passioni di Biggi.
La sua produzione è copiosa e dal 30 maggio sarà possibile ammirare
cinquanta delle sue opere nella mostra curata da Maurizio Vanni che si
inaugurerà alle ore 19 a Roma alla Galleria L'occhio...in Arte (vicolo san Celso, 8).
L'esposizione che resterà aperta fino al 25 giugno è un'occasione
straordinaria per il pubblico di incontrare un'opera compiuta e tuttavia
inedita.
Le opere saranno poi ospitate a dicembre nella Galleria Tornabuoni di
Firenze (via Tornabuoni, 74/r) e all'inizio del prossimo anno nella
Galleria Tornabuoni di Pietrasanta.
Pino Biggi è stato definito dal critico Tommaso Trini un "post-antico"
e "un apolide dell'immaginario": colto conoscitore della pittura moderna
e contemporanea Biggi se ne affranca liberandosi dagli schemi più
logori e riallacciandosi, solo idealmente, alla pittura
quattrocentesca. Gli elementi costitutivi dei suoi quadri sono il
colore, la musica, l'architettura, la prospettiva con un edonismo acceso
prodotto da interazioni cromatiche.
Esplorando il corpus del suo lavoro, nel quale si riconosce sempre una
tensione al perfezionamento anche tecnico delle idee e dello stile, si
possono individuare cinque temi iconografici ripresi più volte nel
tempo:
Le Figure Femminili, allungate, filiformi, classiche e allo stesso tempo
modernissime, in seguito spesso riprodotte nelle sue sculturine in
bronzo, quasi astratte.
Le Stanze spesso forate da finestre celesti anche sul soffitto e sul
pavimento, non solo alle pareti. Stanze cosmiche dove si manifesta tra
chiaroscuri, interni ed esterni la passione di Biggi per il gotico
fiammeggiante.
I Corpi Velati, i colori e le pieghe dei panneggi che velano i corpi
femminili diventano il soggetto principale di opere sensuali fino all'
erotismo.
I Panneggi, i nudi velati evolvono in corpi più misteriosi, in
panneggi sacrali. Altri si sublimano in strutture curvilinee,
prospettive dinamiche allusive di tessuti, organze morbidissime, usate
quali tastiere cromatiche.
Le Criptoforme, una serie di quadri nella quale la figurazione raggiunge
l'apice dell'astrazione. Alcuni paiono corpi "vetrati" istoriati da
un'ogiva gotica, altri citano brani iconografici di "maestà " primitive
o di antiche "madonne". Il pittore ne focalizza il ventre materno o un
ginocchio e del panneggio al ginocchio mette a fuoco le pieghe.
Come sostiene Maurizio Vanni, curatore della mostra, la produzione di
Biggi è "Una forma d'arte inaspettata e difficilmente definibile, che
confina con l'enigma dell'esistenza e che illumina, destabilizza,
scompone, ricostruisce o estende l'oggetto innalzandone lo spirito nella
ragione del mistero. La cosa certa è che Biggi riesce a creare il
dubbio di tutto, come nella assoluta certezza dell'esistenza di una
natura cosmica che coinvolge anche l'uomo, insieme con i differenti
universi che, con il tempo, potrebbero convergere in un unico grande
globo. Lavori che rappresentano quell'insolubile enigma di un
rinnovamento che cresce, come le spighe di grano in un campo ben arato,
tra materia e spirito, tra il pre e il post, che non è altro che il
tutto, lasciando sempre gli osservatori in attesa di un qualcosa o di un
qualcuno".
L'esposizione è documentata da un catalogo a colori (pagg 72) edito da
Mazzotta, con testi critici di Tommaso Trini e Maurizio Vanni e con
alcune novelle dell'artista.
Per ulteriori informazioni e per un'anteprima delle opere esposte,
vedere il sito
Galleria L'occhio.in Arte
vicolo San Celso 8-Roma
Dal 30 maggio al 25 giugno
Orari: lunedì ore 17 - 19.30; da martedì a sabato ore 10 - 13 / 17 - 19.30
Ufficio stampa: Delos- Paola Nobile 028052151