Turris Eburnea. L'installazione consiste in spioncini posti alle finestre della Torre. Questi piccoli fori racchiudono in loro il magico potere di vedere al di la' senza farsi vedere; di osservare il pianerottolo, di entrare nelle vite dei vicini di casa, di sorvegliare un prigioniero o assistere ad un'esecuzione barricati dietro l'indifferenza di una porta chiusa.
Nell’esile e trasparente Torre Littoria, oggi meglio conosciuta come Torre Branca, disegnata da Gio Ponti in occasione
della V Triennale di Milano del 1933, Pasquale Di Donato presenta la sua prima installazione in uno spazio pubblico.
La struttura come quella di una torre che si eleva al centro di una città mondana come Milano, costituisce un
osservatorio privilegiato e privato, uno spazio che permette all’individuo di elevarsi come uno stilita e di contemplare il
reale in tutta la sua irrealtà quotidiana.
L’installazione consiste in spioncini posti alle finestre panoramiche della Torre Branca. Questi piccoli fori, presenti nelle
porte d’ingresso di tutto il mondo, racchiudono in loro il magico potere di vedere, al di là, senza farsi vedere; di osservare
il pianerottolo, di entrare nelle vite dei vicini di casa senza che se ne accorgano, ma permettono anche di sorvegliare un
prigioniero o addirittura assistere ad un’esecuzione in una camera a gas, barricati dietro l’indifferenza di una porta
chiusa.
Cosa è, chi è questa persona, oltre la piccola rappresentazione che accade davanti a chi interpreta? Chi è? E’ la tacita
domanda rivolta dal Grande Spione all’immagine un po’ distante, distorta, attraverso il buco, con un’ottica grandangolare
e unilaterale che impedisce a chi è guardato di guardare.
Però in questo caso, come già in un suo lavoro del 2005 Spioncino per porta in vetro, la barriera è trasparente, e lo
scudo mette a nudo.
Questi “curiosi” oggetti permetteranno al visitatore di osservare la città da un nuovo punto di vista, dove il binomio
fuori/dentro, mediante l'espediente dello spioncino, è annullato dacché il fuori è evidentemente, contemporaneamente
dentro e non esiste più distinzione. E’ un fuori, un altro da sé, un altro mondo, così distante eppure così vicino.
Si tratta di un tutt’uno in cui non esistono limiti se non in chi li vede.
E il tentativo di guardare dallo spioncino sarà allora il tentativo di chi ancora cerca un limite o meglio una delimitazione
delle due dimensioni.
Si tratta di un lavoro “al limite” anzi “sul” limite, come spesso per le opere di questo artista.
Pasquale di Donato,
è nato nel 1982, vive e lavora a Milano.
Ha conseguito la maturità Classica e si è laureato in Architettura e Interior Design presso il Politecnico di Milano,
con il massimo dei voti.
Ha frequentato gli studi di grandi maestri ed i suoi lavori fanno parte di alcune delle più importanti collezioni d’arte
contemporanea.
Ha partecipato a diverse prestigiose esposizioni collettive internazionali come “Ecce Uomo” nel 2006 a Milano,
in occasione della quale è stato anche scelto per realizzare un’opera come contenitore del catalogo in edizione numerata.
Nel 2008 è stato selezionato per occupare un atelier offerto da un generoso mecenate.
Questa con Volume! è la sua prima installazione.
Collabora inoltre con alcune gallerie in Italia e all’estero, e prossimamente inaugurerà a Milano una mostra personale.
Inaugurazione 28 ottobre dalle ore 18 alle 24
Torre Branca
Parco Sempione, Milano
Orari: 10.30-13, 16-20.30 / sabato anche 21.30 – 24
ingresso libero