Nuoce. I lavori dei due artisti, se pur apparentemente lontani per tecnica e contenuto, in realta' hanno aspetti comuni: il movimento intrinseco e l'alterazione della variabile temporale e spaziale. A cura di Anita Suppa.
a cura di Anita Suppa
Due amici, che si conoscono da sempre. Due personalità distinte, forti, che si sviluppano parallelamente, crescono e si avvicinano all’arte da percorsi molto diversi. Jacopo è tra i primi a praticare a Roma la tecnica del graffito, poi gradualmente passa alla pittura su tela, esponendo in gallerie private come in spazi pubblici ed è tra i fondatori della galleria Le Opere di Roma, Edoardo fin da giovanissimo fotografa, persone e oggetti, situazioni e attimi particolari, dai primi anni novanta come fotografo freelance, pubblica per alcuni quotidiani nazionali e realizza reportage sociali in Italia e in medio oriente, nel 1995 è tra i fondatori del collettivo video e società di produzioni “Fluid Video Crew”.
Da anni giocavano con l’idea di una mostra insieme, ma soltanto quando hanno focalizzato l’attenzione sullo stesso specifico oggetto, la televisione, questa collaborazione ha preso vita e si è concretizzata lo scorso maggio in Plasmati. Progetto/mostra che non si esauriva nell’allestimento dei video e fotografie di Cicchetti e delle tele di Alegiani in dialogo tra loro e come stimolo attivo per il pubblico ad interrogarsi sui contenuti e l’uso della televisione. E’ stata anche una provocazione nei confronti di chi sta dietro lo schermo, chi la televisione, come si dice, la “fa”, affinché offrissero una personale riflessione su se stessi e sugli effetti che le proprie parole e azioni possono avere sui telespettatori. Da questa provocazione è scaturito un particolare catalogo che, oltre al saggio della curatrice Camilla Costanzo, di cui riportiamo di seguito una sintesi, presenta la collezione dei testi dei personaggi televisivi che hanno deciso di partecipare in prima persona al progetto, mettendosi in gioco e a volte in discussione.
La nuova mostra rappresenta il passo successivo di Plasmati, in cui il legame diretto con questi personaggi, la loro presenza e interpretazioni non sono più necessari. Le opere ormai autonome parlano da sé. I lavori di Alegiani e Cicchetti, che apparentemente più lontani non potrebbero essere, per tecnica di esecuzione e contenuto, in realtà pur nella differenza hanno aspetti comuni: il movimento insito e intrinseco nei video di Edoardo è lo stesso movimento seppure virtuale presente nelle tele di Jacopo; l’alterazione della variabile temporale dei video del primo corrisponde all’alterazione della variabile spaziale nelle tele del secondo. L’aspetto più interessante emerge nel dialogo tra le loro opere: esse insieme creano come un corto circuito, rimandando le une alle altre ed essendo le une contenute all’interno stesso delle altre. Nascendo da operazioni inverse tendono naturalmente ed energeticamente l’una verso l’altra, attraendosi.
Nella lavorazione delle opere di Cicchetti c’è una qualità meditativa, di assorbimento che si può definire zen, insieme ad una tecnica sofisticata, mentre per quelle di Jacopo sono caratteristiche gestualità istintiva, passionale, manipolazione veloce della materia pittorica, che però è vissuta, modellata e sofferta con una precisione maniacale nell’esecuzione.
Dietro i suoi lavori c’è una lunga ricerca e un’altrettanto lunga e paziente registrazione della materia prima dei video, ovvero delle immagini. Diversamente dal mero spettatore del tutto, onnivoro, operando delle scelte, seleziona ciò che registra e con un’ulteriore selezione nel montaggio, sceglie cosa e come mostrare, strappando quel velo di torpore e sciogliendo la forza di manipolazione delle immagini.
Lo stesso discorso è alla base del lavoro di Alegiani: fondamentale è il ribaltamento del ruolo dello spettatore, che da passivo e immobile è costretto al movimento, a scegliere una delle possibili angolazioni per cogliere le sfumature e i diversi dettagli dell’opera. Dalla superficie zigrinata delle sottili griglie appaiono figure, volti o paesaggi che siano, solo attraverso il fisico spostamento: lo stesso atto di scelta operato a priori da Cicchetti, questa volta è a discrezione di chi osserva. Alegiani stimola o meglio costringe ad attivarsi per riuscire a percepire quello che ha celato dietro il suo strumentale velo.
Inaugurazione 5 novembre ore 18.30
Galleria Ugo Ferranti
via de' Soldati, 25A - Roma
Orario: martedi' - venerdi' 11-13 e 16-20
Ingresso libero