Spazio Juliet
Casier (TV)
piazza San Pio X 76
WEB
Paola Scibilia
dal 25/5/2002 al 20/7/2002
0432 928886
WEB
Segnalato da

Roberto Vidali



approfondimenti

Paola Scibilia
Boris Brollo



 
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25/5/2002

Paola Scibilia

Spazio Juliet, Casier (TV)

In mostra troveremo opere in vetro soffiato a murrine, rettificati e incisi a battuto, realizzati in fornace a Murano.


comunicato stampa

Vi è nella cultura del vetro una ossessione costante per il tema della luce e della sua mutevolezza, tanto da fargli spesso assumere connotati topologici in paesaggi "letterari" o dentro oggetti comuni, come la ciotola e il vaso, e di fargli descrivere luoghi apparentemente ordinari ma capaci di schiudere dimensioni "altre", percorsi molteplici, abissi inimmaginabili. Si può preferire il recipiente con le sue concavità e convessità al posto di un corpo con le sue modellate plasticità; si può preferire l'incastro e l'accostamento piuttosto che la statica di oggetti adiacenti; si può preferire la superficie "battuta" in luogo di quella liscia, ma quello che in definitiva conta è il gioco incantevole delle trasparenze.
In questo modo si suggerisce un equilibrio, ma in continua vibrazione e oscillazione, tanto da brillare con accenti visivi, godendosi ironicamente la propria esistenza chimerica: è denso e sfaccettato, morbido e cristallino, capace di invertire superficie e profondità, luce e materia, ombra e tattilità.

Prendiamo ora Valéry e pieghiamolo ai nostri desideri: "L'apparenza della materia è quella d'una sostanza morta, di una potenza che passerebbe all'atto solo mediante un intervento esterno e del tutto estraneo alla sua natura. Da tale definizione, una volta, venivano tratte conseguenze inconfutabili. Ma la materia ha mutato volto. L'esperienza ha indotto a formulare il contrario di ciò che la pura osservazione faceva vedere".

Queste parole per introdurre il lavoro di Paola Scibilia che verrà presentato domenica 26 maggio 2002, alle ore 11, presso lo spazio Juliet di Casier (piazza Pio X n. 76).
Nel lavoro di Paola tutto ciò che fin qui si è detto è presente, con la postilla che la materia qui è viva poiché in essa vi vive l'eterna febbre del corpo che l'autrice ha saputo cogliere dalla meccanica della composizione-scomposizione della struttura modulare: effetti multipli di vibrazione luministica e materica.
Ora sono le correnti luminose e i giochi di luce-ombra che la interessano (fino ad arrivare a rarefazioni cromatiche di particolare efficacia espressiva), ora è all'opposto il segno che si esteriorizza nell'intera composizione, mettendo in giusto risalto situazioni tipiche di una attenta descrittività. Giustamente l'autrice parla di "atto liberatorio", non di abiura; atto liberatorio che le permette di esprimere quello che sente nel modo più coerente e poeticamente vicino al suo io interiore.
Certo è che nelle sue opere si legge costante la mancanza di una cornice chiamata a generare confini, e quest'esigenza di uno spazio inteso sia come apertura verso l'esterno, sia come grido di libertà, in modo che tutta la struttura respiri e si avvalga dell'ambiente che la circonda, è grido attuale e politicamente consono ai concetti di globalizzazione e di transito senza confini propri della società contemporanea. Come scrive Boris Brollo, 'il senso del fare, poi, apre a un'idea di progetto che disegna da una parte una prospettiva più allargata, mentre delinea un'idea, pure essa, soggettiva. Un lavoro avocato al sé, non più oggettivo , dato che il progetto è spossessato all'autore originario. Eppure la lavorazione del vetro è anche questo: disciplina cosciente di un fare creativo che funziona per uno sviluppo progressivo delle cose ricche dell'apporto umano e collaborativo di più persone, fatto e condizione che assolutamente non depaupera la coscienza creativa, lucida, trasparente e tagliente del progetto artistico, del pari peraltro della materia che Paola Scibilia va a elaborare".

In mostra troveremo opere in vetro soffiato a murrine, rettificati e incisi a battuto, realizzati in fornace a Murano.

La mostra, curata da Boris Brollo, in collaborazione con lo spazio Arkema di Portogruaro, chiuderà alla fine di giugno, per proseguire poi, dal 20 luglio, al Centro culturale Leonardo da Vinci di San Donà di Piave, presenza all'interno del ciclo "No Style, under 35" patrocinata dall'Assessorato alla Cultura del comune di San Donà.

S P A Z I O J U L I E T CASIER p.za Pio X n. 76

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Sonia Ros
dal 22/10/2005 al 14/11/2005

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