In quest'inizio di XXI secolo,il messaggio legato al ''graffiti writing'' comincia a diluirsi in una sorta di manifesto estetico.Il grafismo dei tagger, dei graffitisti e di altri collagisti ha conquistato i muri dei musei.
Reazione all'aggressione subita durante la nostra esistenza a causa dei ''segni''imposti,dei segni dell'architettura urbana;segni di un ordine stabilito.Simboli visibili o invisibili che finiscono per condizionarci. L'interruzione di questo orizzonte diventa così una forma di ribellione,un attentato a questo ordine pubblico!La sostituzione con altri segni conferisce una dimensione universale.
Per invadere lo spazio urbano occorre distaccarsi dal rispetto dovuto al supporto.E questo è un altro crimine di lesi benpensanti.Si trovano segni''selvaggi''sulle colonne dei templi giapponesi,sulla Grande Muraglia cinese,sul ponte di legno di Lucerna,sullo Zwinger a Dresda.Se ne trovano sugli alberi di tutti i parchi.
In quest'inizio di XXI secolo,il messaggio legato al ''graffiti writing'' comincia a diluirsi in una sorta di manifesto estetico.Il grafismo dei tagger,dei graffitisti e di altri collagisti ha conquistato i muri dei musei.Altri aspetti della street art,l'hip hop o il rap,sono diventati veri cult.A forza di veicolare il messaggio della strada,talvolta senza neanche pensarci,a forza di banalizzarlo,magari un giorno questo messaggio potrebbe anche realizzarsi.
Magari,in qualche modo,la danza della pioggia farà piovere veramente sulle nostre aride città. la strada invade progressivamente l'altro lato dei muri.Il supporto può diventare una tela.Tela che può addirittura subire l'estremo affronto della cornice.Come in uno zoo.Se questo può essere d'aiuto a conoscere e a comprendere meglio la giungla,la costrizione imposta dagli interni è ampiamente giustificata.
In mostra, Federico Massa(Cruz),Fabio Roncato(Berse),Luca De Gradi(Mr.Degrì)
Inaugurazione 10 novembre ore 18
L'Entrepot
22, rue de Millo - Montecarlo
Orario: mart-sab 15-19
Ingresso libero