In mostra opere pittoriche i cui soggetti diventano sempre piu' il pretesto per una riflessione sul rapporto tra spazio e luce. Sartori si e' a poco a poco sottratta alle cromie accese per approdare ad una tavolozza che vive delle suggestioni del grigio.
'Proprio perché apparentemente costretta nel vero, la pittura di Zelda esprime nel confronto con il reale quotidiano la propria libertà. La sua attenzione è ora rivolta soltanto ai problemi di spazio, di luce, di forme, e non di rassomiglianza o di psicologia.
Forse è proprio per questo motivo che la ricerca di Zelda Sartori non prende le mosse dalla mimesi della realtà e neppure dal raffronto con la storia della pittura, bensì piuttosto da una serie di provocazioni poetiche, letterarie e cinematografiche, in un rapporto che non è mai unilaterale e tempestivo, ma sempre mediato dalla risonanza dell’immagine'
Così Chiara Canali nella presentazione al catalogo della nuova mostra di Zelda Sartori, un ciclo di lavori che fissa l’ultima tappa del percorso della giovane artista.
Fedele ad una poetica del quotidiano e alla rappresentazione di forme archetipe, fiori, bottiglie, tavoli, Sartori si è a poco a poco sottratta alle cromie accese per approdare ad una tavolozza più scarna che vive delle infinite suggestioni del grigio.
L’oggetto diventa sempre più pretesto per una riflessione sul rapporto tra spazio e luce. Negli ultimi lavori Zelda Sartori si misura addirittura con il nero, colore non colore, inteso come spazio profondo da dove sorgenti di luce emergenti, come la luna o una lampadina, circondano gli oggetti colpiti, delineandoli in una sorta di minimalismo metafisico.
Inaugurazione giovedì 12 novembre 2009 dalle ore 18,30
Galleria L’Affiche
via dell’Unione 6, Milano
Orario: mar-sab, 16-19
Ingresso libero