La pittura Americana oltre la crisi. Quattro diversi modi di espressione per ragionare da un punto di vista diverso sul tema del denaro e sulla declinazione che esso ha sulla nostra esistenza. Opere di Andrew Cotton, Daniel Dens, Thomas Maenll, Michael Scott.
a cura di Arnaldo Pavesi
La Galleria PAVESI FINE ARTS inaugura il 17 novembre 2009 la mostra SCENT OF MONEY. La pittura Americana oltre la crisi, collettiva di quattro giovani artisti americani: ANDREW COTTON, DANIEL DENS, THOMAS MAENLL, MICHAEL SCOTT.
Come suggerito dal titolo stesso, SCENT OF MONEY. La pittura Americana oltre la crisi, si propone di indagare attraverso la visione di quattro artisti americani contemporanei il fenomeno di questo momento: la crisi economica mondiale. Esaminata nelle sue diverse sfaccettature siano esse economiche, sociali e di costume, ma con grande attenzione a mantenere una visione più che positiva e di auspicato prossimo rinnovamento.
SCENT OF MONEY nasce dall’idea che gli artisti sono abili cronisti del tempo in cui vivono, capaci di esprimere secondo diversi punti di vista i fenomeni che caratterizzano il momento contemporaneo; ANDREW COTTON, DANIEL DENS, THOMAS MAENLL, MICHAEL SCOTT sono invitati da Arnaldo Pavesi ad interpretare attraverso il loro linguaggio il momento che attraversiamo, aprendo un dialogo volto a nuovi spunti di riflessione e visione. Gli artisti hanno filtrato quelli che sono a loro parere gli elementi scatenanti e le loro derive, rievocandoli nelle opere a seconda della propria matrice espressiva, con deciso ottimismo e nella consapevolezza di un futuro prossimo se non migliore almeno not so bad.
Come proprio dell’indole americana, volta a guardare verso un imminente cambiamento, i quattro americani presentano attraverso un turbine di immagini, suoni e colori, un altro modo di vivere questo fenomeno, in chiave assolutamente ottimista e graffiante, senza allontanarsi troppo dalla realtà dei fatti.
ANDREW COTTON pone l’accento sulla totale mancanza di etica negli eventi legati alla crisi economica, analizzandone i protagonisti e la loro efferatezza, che ripropone nelle sue tele, usate come schermo su cui proiettare il contemporaneo scenario delittuoso, diventato protagonista di un momento totalmente privo della più elementare morale.
DANIEL DENS decide di affrontare il fenomeno attraverso un taglio rock musicale, selezionando alcuni album in cui titoli e testi hanno forti attinenze al tema del denaro, e lavorando sulle immagini degli album stessi, mischiati alla sua modalità espressiva, inequivocabilmente rock. L’unione e la ripetizione di precisi e distinguibili parti degli album ci racconta la sua visione del momento presente, attraverso l’ossessiva ripetizione di particolari che costruiscono un discorso ideologico di grande ma anche ironica portata.
THOMAS MAENLL si concentra invece sugli elementi che costituiscono l’idea di ricchezza; non li quantifica ma li butta nelle sue composizioni come su di un parterre a disposizione degli spettatori e permette loro di appropriarsene secondo le supposte necessità, identifica però i capisaldi etici come il lavoro, la qualità della vita e la sicurezza di un futuro. Sottile ironico e dissacrante sposa la morale calvinista alle scorticanti battute televisive quali ad esempio Larry David, o alcuni episodi clou della serie “I Griffin”.
MICHAEL SCOTT si autodefinisce blue poet e le sue tele trasmettono il tranquillo distacco dagli eventi come è nello spirito zen, ciò nondimeno la sua analisi mette in evidenza con lucidità le corrispondenze le insorgenze e i catalizzatori delle circostanze che hanno portato alla crisi. Non esprime giudizi, amalgama la violenza energica e ripetuta del graffio alla pacatezza dei colori tenui.
Quattro differenti punti di vista, quattro diversi modi di espressione sottili e graffianti, per ragionare da un punto di vista diverso sul tema del denaro e sulla declinazione che esso ha sull’esistenza di ciascuno, portando disagi collettivi ma, a volte, in qualche modo, anche grandi euforie.
Saranno presenti in mostra diverse tipologie di opere; sia tele che installazioni realizzate ad hoc, oltre ad una colonna sonora creata per l’occasione. Immagini e suoni con la forza di didascalie contemporanee; commenti immediati e pungenti del momento che stiamo vivendo. Attendendo l’happy end.
Com’è nella tradizione della Galleria Pavesi, ad ogni Mostra è abbinata una colonna sonora, inspirata dalle opere e scelta ad hoc da un esperto consulente musicale. Franco Malugani, musicofilo da sempre, ha estrapolato 13 soundtracks tra gli LP usati da Daniel Dens per una sua opera. Alcune note, altre meno ma che nell’insieme creano l’ambiente ideale per immergersi nell’atmosfera di suoni e colori con il giusto mood.
La mostra resterà aperta fino al 20 dicembre 2009.
L’indubbio interesse di Arnaldo Pavesi per il MADE IN USA nasce dall’approfondita conoscenza e dalla frequentazione di una cultura sociale e artistica, quale quella Americana, costituita da un eccezionale crogiuolo, unico al mondo, dove si fondono contributi di etnie diverse che concorrono, ciascuna separatamente, ma influenzandosi e arricchendosi reciprocamente, all’espressione di una vitalità e di un prodotto espressivo dotato di mille sfaccettature.
Noto per il suo background legato all’alto antiquariato, da diversi anni Arnaldo Pavesi ha indirizzato i propri interessi anche verso il settore dell’arte contemporanea, in particolar modo legato alla cultura mediatica di matrice Rock - Blues, strettamente made in USA.
Immagine: Daniel Dens, 2009
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INAUGURAZIONE: 17 novembre 2009 h. 18.30
Pavesi Fine Arts
via Guido d'Arezzo, 17 - Milano
Ingresso libero