Paolo Tonin arte contemporanea
Torino
via San Tommaso, 6 (interno cortile dx)
011 19710514 FAX 011 19791494
WEB
Roberto Gandus e Adriano Campisi
dal 18/11/2009 al 29/12/2009
lun - ven 10,30-12,30 e 15,30-19,30

Segnalato da

Paolo Tonin arte contemporanea




 
calendario eventi  :: 




18/11/2009

Roberto Gandus e Adriano Campisi

Paolo Tonin arte contemporanea, Torino

Vuoto di memoria. Tra opacita' e trasparenza (polveri asciutte, liquidi lucori, umori sottili) il gesto procede a tentoni - ora timido ora aggressivo, ora apprensivo ora insinuante, ora espansivo ora introverso.


comunicato stampa

Questione di sguardo?
Roberto Gandus - Lo sguardo è invitato a sprofondare nell’immagine senza guida di schemi prospettici, ma non riesce a trovare giusta distanza, come se l’occhio improvvisamente avesse smarrito la capacità di mettere a fuoco e però subisse una forma di seduzione tanto più irresistibile in quanto privata di governo e di certo riferimento.

Adriano Campisi - La scelta della distanza è o sembra immediata; gli elementi che costruiscono l’immagine hanno densità, spessore, peso; il complesso mostra ordine e chiarezza. Eppure la percezione è problematica: l’occhio inquieto incontra un vuoto prevalente, le cose sono assottigliate in profili, la struttura è precaria e decentrata.

Questione di presa?

R.G. - L’accesso è frontale; la dimensione ridotta dell’oggetto illude di un facile possesso; segue un girovagare lento, relativamente concentrico. La superficie è quasi levigata, priva d’appigli sicuri, solo graffi, minimi rilievi, una tessitura dove restano impigliate ombre vaganti. Vuoto di memoria.

A.C. - L’accesso è deviato verso l’alto, in quanto ciò che sta di fronte e spesso eccede in altezza è luogo vacante, appena imbastito da elementari impalcature; in cima, come su una montagna, come su un altare, stanno i sacri arredi. Per una cerimonia ignota, di cui restano scarne tracce esposte al vento. Memoria di vuoto.

Questione di luce?

R.G. - Dove la vista sfiora la cecità, subentra la verifica tattile, che prende atto dei materiali e della loro delicata elaborazione: lo stucco che finge il muro, l’imprimitura che trasforma il senza-tempo del supporto in pelle sensibile, le provocazioni tecnologiche e manuali che formano palinsesto. Alla fine, la luce precipita in istantaneo abbacinamento.

A.C. - La consistenza plastica, in prima battuta evidente, proiettando ombre fantomatiche, si dichiara vana, mentre al minimo contatto dimostra una reattività vibrante, così che ti par d’udire il soffio d’un respiro che anima. Ma la luce, ancora protagonista, gela l’immagine in una esattezza fuori-tempo e la consegna ad una sospensione che ha del metafisico.

Sedimentazione cancellazione. Memoria obsolescenza

Figura comune, il bianco. Ma ci sono due specie di bianco: limbo pregno e vorace l’uno (bambagia di nebbia o di neve, palinsesto che tutto inghiotte e rigenera), schermo levigato e compatto l’altro (trasparenza di cristallo o algore radiante di ghiacciaio); tempo, forse, hanno nominato il primo, spazio il secondo. Il bianco di cui si parla non è dunque colore: ogni forma ci sta dentro e ne è esclusa; senza alterarne la sostanza ne partecipa di meno o di più come d’una qualità comprensiva, fino al limite della identificazione.

Pittura e scultura.

Tra opacità e trasparenza (polveri asciutte, liquidi lucori, umori sottili) il gesto procede a tentoni - ora timido ora aggressivo, ora apprensivo ora insinuante, ora espansivo ora introverso – lasciando tracce mai troppo nette che si intrecciano e impastano con quelle già depositate. Non c’è avventura da camera più eccitante, insidiosa, evocativa della pittura.

“Non è sempre necessario che il vero prenda corpo; è già sufficiente che aleggi nei dintorni come spirito e provochi una sorta di accordo come quando il suono delle campane si distende amico nell’atmosfera…”. Così, citando Goethe, Martin Heidegger conclude “L’arte e lo spazio”, dopo aver ragionato della scultura come fare-spazio, luogo aperto sulla libera vastità.

Pino Mantovani

Inaugurazione 19 novembre ore 18

Paolo Tonin arte contemporanea
via San Tommaso, 6 - Torino
Orario di apertura dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 19,30 dal lunedì al venerdì, sabato su appuntamento
Ingresso libero

IN ARCHIVIO [53]
Monica Carocci - Giorgio Ramella
dal 6/11/2015 al 9/12/2015

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede