La ricerca della fotografa romana indaga attravero il suo personalissimo sguardo la metropoli come luogo di isolamento. Attraverso tagli prospettici molto serrati e un viraggio tendente al seppia le sue citta' diventano simbolo della societa' odierna, in profonda crisi interiore. A cura di Claudio Composti.
a cura di Claudio Composti
“…E questa siepe, che da tanta parte
De l'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminato
Spazio di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura…”
(*) (da “L’Infinito di Giacomo Leopardi)
Franca Giovanrosa, giovane fotografa romana, inaugura la sua prima mostra personale a Milano: ”CITTàLTRA”. La sua ricerca indaga attravero il suo personalissimo sguardo la metropoli come luogo di isolamento. Tagli prospettici molto serrati, un viraggio tendente al seppia con cornici di ferro anticato..le sue città diventano simbolo della società odierna, in profonda crisi interiore.
La ruggine della cornice e dello sfondo cromatico delle immagini raffigura l'acquiescenza, cioè l’accettazione passiva, inerte, sintomo inconfondibile dell'uomo alienato e bloccato in e su se stesso. La città, quindi, si trasforma nella rappresentazione dell’Uomo urbano il quale, desolato, porta con sé la decisione di “non-essere” per paura di soffrire mettendo, così, a tacere ogni propria iniziativa sensibile. In questi paesaggi, il mondo dei sogni è lontano: la sua esistenza è velata dalla ruggine. La disciplina formale delle immagini (con uno sguardo agli anni Venti) svela l'ossessione sviluppata dall'acquiescente. Il tempo rallenta velocemente e tutto ritorna in ordine: la paura di non fare ci porta ad usare il tempo per ordinare.
Mentre la velocità quotidiana è fermata e sostituita con una sospensione eterea dell'anima alla ricerca del proprio Sé, il turbamento meteorologico – le nuvole all’orizzonte - rappresenta la paura di iniziare o, più precisamente, di essere iniziati alla Vita. L'aria si ferma, si vorrebbe andare oltre i limiti ma, per ora, si rimane bloccati sullo stesso punto e l’unica visione che si può avere è solo parziale, limite simboleggiato dalla cornice non a caso così pesante, proprio per sottolinearne il senso di barriera, di gabbia entro cui è consentito guardare e non oltre…“…che da tanta parte, De l'ultimo orizzonte il guardo esclude…” (*) (G.Leopardi)
Perché guardarsi attorno vorrebbe dire porsi delle domande e prendere delle decisioni, delle posizioni. Confrontarsi con il diverso da sé.
Così, invece, la città diventa “altro” e non si adatta al respiro del Mondo, sospesa, galleggiando nell'aria rarefatta.
INOLTRE in occasione della Settimana della fotografia e del Video -26-29 Novembre 2009- organizzata da Canon si terra' una sessione di lettura portfoli nel week end 27-29 NOVEMBRE 2009, a cura del G.R.I.N. Gruppo Redattori Iconografici Nazionale.
Le iscrizioni sono aperte su: http://www.canon.it
Inaugurazione 24 Novembre 2009 ore 18
mc2 gallery
Viale Col di Lana 8 - 4° cortile Milano
Orari: da martedì a Venerdì 10-13 15-19
Sabato su appuntamento