Nitista - Suono onomatopeico per neve bagnata. Una serie di lavori installativi e sperimentazioni sonore cercano di ristrutturare le regole tipiche della grammatica artistica tradizionale, per mettere in luce l'arbitrarieta' che caratterizza il rapporto tra l'iconologia, il segno, la parola e il linguaggio di un preciso contesto culturale.
La Galleria A+A presenta NITISTÄ - suono onomatopeico per neve bagnata – mostra personale dell’eclettica artista Giulia Filippi con la collaborazione di Francesco Fonassi, dove una serie di lavori installativi e sperimentazioni sonore, cercheranno di ristrutturare le regole tipiche della grammatica artistica tradizionale, per mettere in luce l’arbitrarietà che caratterizza il rapporto tra l’iconologia, il segno, la parola e il linguaggio di un preciso contesto culturale.
La neve è il dispositivo d’indagine di questa mostra. Una sostanza comune all’esperienza di tutti, ma che riveste un ruolo centrale nel patrimonio culturale nord europeo, che vive in simbiosi con la natura che la ricorda. La neve è una di quelle manifestazioni del mondo che hanno una vita propria e una spirito in grado di comunicare con gli esseri umani. La stessa parola “neve” è un termine generico e la sua traduzione dall’italiano al finlandese può essere molto complessa. Percezioni linguistiche differenti: la nostra si limita a una mera descrizione dell’oggetto, abbellendo ciò che è già bello, mentre quella nordica legata all’essenza, non ha bisogno di essere descritta – perché già espressa – ma si limita a riportare la propria esperienza.
Servendosi di lavori connotati da un linguaggio innovativo NITISTÄ investe il proprio soggetto di significati multipli rivolgendo lo sguardo, alla natura nella sua fase di trasformazione: una decontestualizzazione di un fenomeno ambientale tesa a presentare tutte le accezioni concettuali, corporee, spaziali e sensoriali racchiuse in esso.
Come la neve – che trasforma e trasfigurare la realtà in un luogo silenzioso e monocromatico - gli innovativi linguaggi artistici di Giulia e Francesco modificheranno l’aspetto dello spazio espositivo della Galleria A+A , mutandone l’aspetto e la percezione sensoriale e temporale. Metafora dell’azione della neve sulla natura, che preserva ciò che ricopre al fine di conservare quel rapporto di mutualità che intercorre tra trama e sottotrama.
I lavori di Giulia Filippi si basano sul presupposto scientifico “ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria” specificando che “risulta pressoché impossibile riuscire ad osservare le cose senza sconvolgerle, riuscendo ad essere degli osservatori “invisibili”. La fisica dei corpi e l’umanità vissuta come una grande molecola dove ogni singolo atomo influenza l’insieme, lo plasma e lo cambia. Indagini sociali, naturali, sociologiche antropologiche e introspettive. Virgola di un percorso, di una catena di pensieri che s’interrogano sulle prospettive future personali e “universali”. Come acqua il pensiero scivola, si congela, si scioglie ed evapora, rimanendo fedele alla sua natura volubile. Atomi custodi di una storia in divenire.”
Le sperimentazioni di Francesco Fonassi, invece, si inseriscono all’interno dell’esposizione come serie primaria di
suoni e stimoli che si dispongono combinandosi in una forma dotata di risonanza, fluidità e coerenza linguistica. Ogni corpo solido, liquido o gassoso possiede una massa ed un’elasticità ed è in grado di trasmettere il suono, non sono le onde sonore a modificarsi in maniera significativa, quello che cambia l’effetto è la superficie adiacente alla sorgente. Non quindi un analisi sistemica del suono in se stesso, ma la reazione che esso ha con l’ambiente circostante. L’obiettivo finale è quello di mettere in risalto il suono sia nella sua accezione di perturbazione dell’ambiente come fenomeno fisico sia nel suo aspetto psicofisico ossia quello che l’orecchio umano riesce a percepire, superandone l’aspetto oggettivo e contenutistico.
Due artisti, Giulia Filippi e Francesco Fonassi, che operano al margine dei canali convenzionali le cui indagini si compenetrano l’una nell’altra al servizio di una ricerca di significato linguistico strutturato rendendo il lavoro di entrambi quasi un corpus unico, un’esplorazione attenta alle relazioni tra suono e forma. Tralasciando dunque gli aspetti prettamente fisici e coloristici dell’elemento la mostra ne prende in considerazione l’assetto di significati per giocare con un elemento impalpabile e non duraturo come la neve simbolo di una natura in eterno cambiamento.
Inaugurazione 25 novembre ore 18.30
Galleria A+A
San Marco, Calle Malipiero 3073 - 30124 Venezia
Orario: da martedi a sabato 11-14 e 15-18
Ingresso libero