Erica Baum
Stuart Elster
Maureen Gallace
Wayne Gonzales
An-My Le
Judith Joy Ross
Stephan Shore
John Pilson
John Pilson
La mostra attraverso le opere di sette artisti attivi a New York scelti da John Pilson, da vita ad un unico, prismatico paesaggio di osservazioni ed enigmi sul tema della paranoia americana. Gli artisti in mostra esplorano cio' che il fotografo americano Stephen Shore definisce come 'the American surfaces', cioe' quei luoghi e soggetti che traducono in modo inflessibile e privo di sentimenti, una trama di forze invisibili e connessioni misteriose.
Erica Baum, Stuart Elster, Maureen Gallace, Wayne Gonzales, An-My Le, Judith Joy Ross, Stephan Shore
La Galleria 1000 Eventi presenta la mostra 'Gravity Over Time', che
attraverso le opere di sette artisti attivi a New York scelti da John
Pilson, dà vita ad un unico, prismatico paesaggio di osservazioni ed
enigmi sul tema della paranoia americana.
Battaglie notturne in una foresta del West Virginia (An-My Le),
anonime camere da letto, incroci autostradali (Stephen Shore) parlano
del più profondo senso di misticismo che pervade l'America e che pone
sotto una diversa luce i più banali fatti della vita quotidiana: anche
una moneta da un centesimo (Stuart Elster) diventa un segno del tempo e
del destino.
Nel libro 'Underworld' di Don De Lillo, il capo della FBI J.
Edgar Hoover, osserva la folla in uno stadio di baseball e commenta:
"Tutta questa gente unita dalla stessa lingua, dalla stessa atmosfera,
dalle canzoni popolari, dal cibo che mangiano e dalle barzellette che
raccontano, dalle automobili che guidano non ha nulla in comune più
del fatto che sta sull'orlo della distruzione".
In molti racconti sul tessuto sociale americano, la
paranoia appare strettamente connessa, in una sorta di intimità , con
la storia, come una tradizione popolare che continua a sussistere
parallelamente al solito tran-tran raccontato dai mass media.
Nella mente paranoica non c'è posto
per le coincidenze. Un biglietto di entrata allo strip bar di Jack Ruby
(Wayne Gonzales), un paesaggio del New England, una rete di nomi e date
(Erica Baum) costituiscono un complotto collettivo, l'incapacità di
distinguere un magnate della new economy della Silicon Valley da un
ospite di un ricovero per senza tetto (Judith Joy Ross): situazioni che
coesistono come potenziali caratteristiche di un'unica trama storica.
Gli artisti in mostra esplorano ciò che il fotografo americano Stephen
Shore definisce come "the American surfaces", cioè quei luoghi e
soggetti che traducono in modo inflessibile e privo di sentimenti, una
trama di forze invisibili e connessioni misteriose.
John Pilson (New York, 1968), alla sua prima esperienza come curatore
con la galleria 1000 Eventi dopo la partecipazione alla collettiva
"Ghosty" (a cura di Gigiotto Del Vecchio, 2001), ha vinto il premio
speciale della critica alla 48° Biennale di Venezia. Tra le mostre
principali ricordiamo le collettive "Project" per Nicole Klagsburn
Gallery di New York (2001), "Greater New York" al P.S.1 di New York
(2000), "Shockvawe" alla Galleria Raucci/Santamaria di Napoli (2000),
oltre alla personale per Nicole Klagsburn Gallery, Statement - Art Basel
2002.
Erica Baum ha partecipato ad una serie di mostre personali e collettive
negli Stati Uniti e in Germania quali la collettiva al Nassauischer
Kunstverein a Wiesbaden (1998), "Gel" (1998) e la personale da D'Amelio
Terras di New York (2000).
Stuart Elster ha partecipato ad una serie di mostre personali e
collettive negli Stati Uniti e in Francia, tra le quali la personale "No
Dogs Allowed", 5eme Etage a Parigi (2000) e la collettiva "Art Works/Art
Workers", Basilico Fine Arts a New York (1996).
Maureen Gallace ha partecipato a numerose mostre negli Stati Uniti e in
Europa tra le quali la personale alla 303 Gallery di New York (2000) e
le collettive "The Way I See it", Galerie Jennifer Flay di Parigi (2001)
e "Ideal Standard Life", Spiral/Wacoal Art Center di Tokyo (1996).
Wayne Gonzales ha partecipato ad una serie di mostre collettive e
personali tra cui quella alla Paula Cooper Gallery di New York (2001), e
le collettive "Glee: Painting Now", The Aldrich Museum of Contemporary
Art, Ridgefield / Palm Beach Institute of Contemporary Art e "Works on
Paper from Acconci to Zittel" , Victoria Miro Gallery di Londra (2001).
An-My Le artista di origine vietnamita, che vive e lavora a New York ha
partecipato ad una serie di mostre collettive tra cui ricordiamo "New
Photography 13", Moma di New York (1997-98) e "Small Wars" al P.S.1 di
New York (2002).
Judith Joy Ross fotografa americana cui sono state dedicate numerose
mostre personali e collettive negli Stati Uniti e in Europa tra le
quali la personale alla Pace/MacGill Gallery di New York (1999) e le
collettive "Open Ends: Innocence and Experience" Moma di New York (2000)
e "How You Look At It. Photographs of the 20th Century", Expo 2000 di
Hanover.
Stephen Shore fotografo americano riconosciuto internazionalmente in
numerose mostre tra cui le personali "Settings and Players: Theatrical
Ambiguity in American Photography" a cura di Louise Neri, White Cube di
Londra (2001), alla 303 Gallery di New York (2000) e "American
Surfaces", SK Stiftung Kultur di Colonia (2000).
Immagine: Stephen Shore, U.S. Route 10 Post Falls, Idaho 25 Agosto 1974
inaugurazione mercoledì 5 giugno 2002, ore 18.30
Galleria 1000eventi Via del Lauro 3 I-20121 Milano
martedì-sabato 10 - 13 15.30 - 19.30 lunedì e festivi su appuntamento; luglio: sabato chiuso