Le anime del Bosco. Il progetto si divide in tre parti: 'Il bosco degli Spiriti' formato da sei tronchi che hanno dipinti sopra dei veri e propri ritratti ideali di sei alberi; i 'Paesaggi' consistenti in sei tele dipinte con dei visi, infine due tronchi sui quali l'artista ha dipinto due volti che vogliono rappresentare proprio due 'Anime'. A cura di Italo Bergantini e Lorenzo Canova.
A cura di Italo Bergantini e Lorenzo Canova
La Romberg artecontemporanea presenta una nuova mostra personale di Massimo Livadiotti, un progetto stratificato dove, come in un diario della memoria e della percezione, si legano le tracce di una perdita e di un viaggio trasformate in esperienze esistenziali e spirituali nella relazione tra lo sguardo e la sedimentazione della pittura.
Il progetto, intitolato "Le anime del Bosco" si divide in tre parti: "Il bosco degli Spiriti" formato da sei tronchi che hanno dipinti sopra dei veri e propri ritratti ideali di sei alberi; i "Paesaggi" consistenti in sei tele dipinte con dei visi, e, infine, due tronchi sui quali l’artista ha dipinto due volti che vogliono rappresentare proprio due "Anime".
La prima parte del progetto nasce dunque come atto conclusivo di un lungo e profondo rapporto d’amore tra l’artista e un suo giardino segreto di cui l’artista nel corso degli anni non è più stato unicamente "proprietario" ma compagno e custode di piante e alberi secolari. Massimo Livadiotti, prima di dire addio a quel giardino che è stato costretto a lasciare, ha quindi salvato, conservato e fatto invecchiare dei frammenti di rami degli alberi che abitavano quel luogo; su quei frammenti ha poi dipinto il "ritratto" di quegli alberi, presenze care che rendono unico un giardino dell’anima per costruire un’installazione che dia significato a quella perdita. Questo gruppo di opere è divenuto così "Il bosco degli Spiriti" in ricordo anche del famoso libro "La mia vita nel bosco degli spiriti" dello scrittore africano Amos Tutuola (che tra l’altro ha ispirato un famoso disco di Brian Eno e David Byrne) coronando così un rapporto che ha risvegliato nell’artista la parte "animista" che si era formata durante la sua infanzia africana e che ritorna in modi differenti anche nei sei "Paesaggi" e nelle due "Anime" della mostra.
Chiamando "Paesaggi" i volti in primissimo piano di ragazzi, donne e uomini, annotati durante un lungo viaggio in India, Livadiotti ha voluto infatti sottolineare simbolicamente che la loro rappresentazione non è quella di un semplice ritratto, ma quella del paesaggio segreto dell’anima scoperto dalla forza di penetrazione della pittura, strumento che non si ferma alle asperità o alle morbidezze del viso ma che si cala nelle profondità dietro agli occhi delle persone. Questa serie di "Paesaggi" composti da volti può divenire allora un unico paesaggio possibile dell’India, un paesaggio ancora più eloquente perché formato non da città, montagne o foreste, ma dalle presenze animiche che abitano e danno vita a un paese tanto complesso e multiforme. Non a caso le due "Anime" finali si trasformano nel cuore della mostra perché inserendo in due tronchi del suo giardino i volti di una donna e un uomo indiani l’artista tocca il punto più profondo dell’essenza "animista" di un progetto che evoca forme archetipe e simboliche tipiche delle più antiche culture del pianeta.
Catalogo con testo critico di Lorenzo Canova, Edizioni Romberg, pp.48. IT/ING
Inaugurazione giovedì 26 novembre ore 17.00
Romberg artecontemporanea
piazza de' Ricci, 127 - Roma
da martedì a sabato ore 15,00 - 19,30