La pittura del desiderio. L'esposizione ripercorre la vicenda artistica di uno degli artisti reggiani di maggiore rilievo nel secondo dopoguerra, attraverso 100 opere realizzate tra il 1946 e il 1995. Cavicchioni si affaccia sulla scena artistica come scenografo; nella seconda meta' degli anni '50 si avvicina all'Informale e, a partire dall'inizio del decennio successivo, lavora su temi, in cui la figurazione viene reinterpretata in chiave astratto-espressionista, con particolare riferimento a De Kooning.
a cura di Sandro Parmiggiani
Dal 29 novembre 2009 al 17 gennaio 2010, Palazzo Magnani di Reggio Emilia ospita l’antologica di Vittorio Cavicchioni (Reggio Emilia, 1920-2005). L’esposizione, curata da , promossa dalla Provincia di Reggio Emilia, col sostegno degli sponsor tradizionali di Palazzo Magnani (Fondazione Pietro Manodori, CCPL, BFMR Dottori Commercialisti, Studio Legale Sutich di Reggio Emilia) e del contributo speciale di Privata Leasing di Reggio Emilia, Banca Popolare dell'Emilia-Romagna, Montana, CONAD, ripercorre la vicenda artistica di uno degli artisti reggiani di maggiore rilievo nel secondo dopoguerra, attraverso 100 opere realizzate tra il 1946 e il 1995.
Il catalogo costituisce un'occasione per ricordare e approfondire il ruolo di una figura di primo piano nella vita intellettuale di Reggio Emilia. Cavicchioni, infatti, si legò di fraterna amicizia con alcuni dei più brillanti protagonisti di quei fermenti culturali che avrebbero segnato la città negli anni Sessanta (tra gli altri, l'attore Romolo Valli; l’allora sindaco di Reggio Emilia, Renzo Bonazzi, sostenitore delle iniziative più fervide nella città, che ospitò il Gruppo '63 e il Living Theatre; Loris Malaguzzi, "padre" delle scuole comunali dell'infanzia reggiane e Corrado Costa, poeta, scrittore che svolse un ruolo di collegamento tra la cultura italiana e internazionale e quella della sua città).
Cavicchioni s'affaccia sulla scena artistica come scenografo; la sua formazione avviene al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e nel 1946, a Reggio Emilia, nella sua prima mostra, presenta bozzetti e illustrazioni per il teatro.
Subito dopo, s'immerge totalmente nella pittura. Partecipa a premi importanti, (vince tra gli altri il Premio Suzzara, il Premio Sant’Ilario d’Enza, il Premio Golfo di La Spezia e il Premio Modigliani di Livorno) e tiene la prima personale di dipinti nel 1953 alla Galleria Bergamini di Milano; nel 1959 e nel 1965 espone alla Quadriennale di Roma. Le mostre che si susseguono negli anni documentano l'evoluzione dell'artista. Impegnato in campo sociale e politico, Cavicchioni sviluppa dapprima un suo linguaggio neorealista, vicino alle esperienze, tra le altre, del Fronte Nuovo delle Arti, e di Giuseppe Zigaina in particolare.
Nella seconda metà degli anni Cinquanta si avvicina all'informale, segnato dalle suggestioni di De Staël e dalle esperienze legate all’Ultimo Naturalismo di Francesco Arcangeli e, a partire dall'inizio del decennio successivo, lavora su temi, in cui la figurazione, non del tutto dissoltasi, viene reinterpretata in chiave astratto-espressionista, con particolare riferimento a De Kooning. In questi anni, Cavicchioni realizza disegni di straordinaria, folgorante forza espressiva. Gli anni Settanta segnano l'approdo a un ulteriore e personale approfondimento della visione del corpo femminile, visto come perenne, quasi feticistico, motore del desiderio, utilizzando legni, lamiere e materiali plastici. Nel 1976 il Comune di Reggio Emilia gli dedica una mostra antologica, con testo introduttivo in catalogo di Roberto Tassi e, nel 1979 viene edita un’importante monografia, curata da Enrico Crispolti, che esamina tutto il suo percorso. Nei vent'anni successivi, Cavicchioni, dopo un silenzio di alcuni anni, ritorna a cimentarsi con alcuni dei motivi della sua attività precedente.
Il catalogo che accompagna l'esposizione presenta oltre 170 dipinti a colori e 70 disegni in bianco e nero, con i testi di Sandro Parmiggiani e di Claudio Cerritelli, lettere di Cavicchioni e un'intervista all’artista di Umberto Nobili, oltre a un'antologia critica con testimonianze, tra gli altri, di Roberto Tassi, Giovanni Fumagalli, Enrico Crispolti, Carmine Benincasa, Dario Micacchi, Mario De Micheli, Renato Nicolai, Gian Carlo Artoni, Gianni Cavazzini, Marzio Dall'Acqua, Annalisa Cima, Adriano Spatola, Corrado Costa, Giuseppe Berti, gli apparati bio-bibliografici e una ricca selezione di fotografie inedite.
Catalogo: Skira (Euro 30 in mostra)
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Inaugurazione sabato 28 Novembre 2009, alle 18
Palazzo Magnani
Corso Garibaldi 29, Reggio Emilia
Orari: 10.00 - 13.00, 15.30 - 19.00, chiuso il lunedì
Biglietto: Euro 5 intero; Euro 4 ridotto; Euro 2 studenti
L’ingresso consente la visita anche alla mostra Parole figurate. I libri d'artista dei Cento Amici del Libro