Room 26
Roma
piazza Guglielmo Marconi, 31
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Elio Varuna
dal 7/12/2009 al 10/1/2010

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Room 26




 
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7/12/2009

Elio Varuna

Room 26, Roma

Urbis Surrealis. In mostra 12 nuove visioni delle settecentesche incisioni di Giovanni Battista Piranesi. L'artista contrappone la bellezza eterea dei monumenti agli elementi colorati degli insaccati alimentari: visioni/ossessioni terrene, consumismo bulimico, frenesia occidentale.


comunicato stampa

Martedì 8 dicembre 2009 alle ore 18.30 inaugura al Room26 la mostra personale dell’artista Elio Varuna dal titolo Urbis Surrealis a cura di Giuseppe Stagnitta in collaborazione con julie kogler.

Artista, ricercatore di antiche culture, viaggiatore spirituale. Elio Varuna ha esposto in molte gallerie private in Italia e Germania e in prestigiosi musei pubblici, tra cui in un solo show nel 2007 al Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo (Roma) e nel group show "Apocalypse Wow!" al MACRO Future (Museo d’Arte Contemporanea di Roma). Con questa occasione Varuna in partenza per la biennale di Shanghai saluta la città eterna omaggiandola con dodici nuove visioni delle settecentesche incisioni di Giovanni Battista Piranesi.

Le suggestioni musicali saranno a cura del ensemble vocale Vocintransito (Gospel & Spirituals).

Riflessioni tra Arte e Alchimia

di Giuseppe Stagnitta

Artista, ricercatore di antiche culture, viaggiatore spirituale, Elio Varuna ha esposto in molte gallerie private in Italia e Germania e in prestigiosi musei pubblici; in questa occasione Varuna, in partenza per la Biennale di Shanghai, saluta la Città Eterna omaggiandola con dieci nuove visioni delle settecentesche incisioni di Giovanni Battista Piranesi. Immagini di Roma della prima metà del ‘700 (negli anni tra il 1748 ed il 1774 Piranesi creò una sequenza di vedute di monumenti antichi e barocchi di Roma dal titolo "Vedute di Roma"), scelte da Varuna spinto da una continua ricerca dell’ideale immaginato. Piranesi era solito dare nelle sue incisioni una forte luce solare, per trasmettere un peculiare effetto monumentale alle sue vedute, momenti come rappresentazione ideale della bellezza della vita vissuta nelle piazze romane di quel tempo. Oggi ammirandole viene spontaneo immaginarle nel loro contesto "naturale", senza il cemento e il contributo barbaro delle costruzioni selvagge che soffocano la loro bellezza, senza la frenesia dell’uomo di oggi, con le sue macchine infernali, il suo smog, la sua invasione edilizia.

Le visioni di Varuna, nella sua continua ricerca dell’ideale di perfezione, contrappongono la bellezza eterea dei monumenti e della vita che si svolgeva intorno ad essi, descrivendoli nei suoi momenti di vita quotidiana, agli elementi colorati, insaccati alimentari, rappresentazioni dell’elaborazione e commercializzazione dei prodotti di consumo: visioni/ossessioni terrene, italianità riconosciuta, esorcizzazione culinaria, consumismo bulimico, frenesia occidentale.

Sin dai primi momenti in cui Varuna s’imbarca in questo iter comunicativo che è l’arte, contrappone immagini di ambienti desolati, distrutti dalle contraddizioni dell’essere umano, alla luce della consapevolezza, dando l’accenno ad una possibilità di risoluzione. Visioni come abbandono alla non-consapevolezza, abbandono alle contraddizioni terrene, agli elementi compressi dal proprio io, resi indecifrabili dal proprio sistema di equilibri interno, che riemergono pieni di simboli, nascosti dai loro veri significati, impacchettati in immagini/visioni deformate nel tentativo di risoluzione, ma chiaramente pieni di contraddizioni e sofferenze. Eterno ritorno all’ambiente liquido primordiale dell’arte vissuto come risoluzione terapeutica dalle contraddizioni insite nella natura dell’uomo.

Varuna ha una soluzione/risoluzione delle contraddizioni, l’invasione dei suoi Tuty, esseri tentacolari che portano vita, spermatozoi alieni muniti del seme sano, l’oro alchemico, pura coscienza, pura consapevolezza. Unico modo per unire gli estremi. Opposti vissuti come massima distanza dall’origine, come soluzione delle dicotomie dell’universo.

"Nell’era in cui viviamo – l’età del Kali Yuga – l’unica via per riconciliare gli opposti è la procedura artistica della dissoluzione", dice Varuna.

L’arte, dunque, come unica via per riconciliare gli opposti, le contraddizioni dello sviluppo della Civiltà, le contraddizioni dei sistemi che l’uomo propone/impone nella ricerca continua dell’equilibrio mai trovato. La tendenza in Varuna non è quella della proposta di una nuova via, ma quella della coesistenza necessaria degli opposti, del loro equilibrio. L’Arte come via sublime alla realizzazione dell’Alchimia, della risoluzione degli opposti.

Inaugurazione Martedì 8 dicembre 2009 alle ore 18.30

Room 26
piazza Guglielmo Marconi, 31 Roma

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