Centro Civico
Cervignano del Friuli (UD)
via Trieste, 35
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Mario Di Iorio
dal 12/12/2009 al 5/1/2010
lunedi' - sabato 16-19, domenica e 6 gennaio 10-12 e 16-19, 24 e 31 dicembre solo 10-12, chiuso Natale, Santo Stefano e 1 gennaio
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Comune di Cervignano del Friuli




 
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12/12/2009

Mario Di Iorio

Centro Civico, Cervignano del Friuli (UD)

Tra Segno e Gesto. Dall'incisione, al disegno sino alle grandi tele le sue opere indagano il segno e la sua commistione alla fluidita'. In mostra una sequenza di lavori dal segno rarefatto, dove il colore e' stato quasi completamente accantonanto prediligendo la pura tensione del bianco/nero.


comunicato stampa

A cura di Francesca Agostinelli con Orietta Masin

"Mario Di Iorio. Tra Segno e Gesto" titolal’esposizione dedicata al pittore goriziano tragicamente scomparso dieci anni or sono. In mostra sono brani che dall’incisione, al disegno sino alle grandi tele indagano il segno e la sua commistione alla fluidità, impulsività e all’irruenza del gesto pittorico.

L’iniziativa si inserisce nel più ampio progetto sul pittore sostenuto dalla Provincia di Gorizia, dai Musei provinciali di Gorizia, dalla Biblioteca Statale isontina e dal Comune di Cervignano. La mostra è l’ultima di quattro esposizioni ideate per costituire, nel loro insieme, occasione di riflessione attorno ad altrettanti "nodi problematici" legati alla dimensione creativa di Mario Di iorio.

Dal grafismo dell’artista nascevano agglomerati spaziali, vortici e spirali, matasse, intrichi e ingorghi, talora lettere alfabetiche e numeri, accogliendo in questo il senso etimologico del termine, per non distinguere, nel concetto originario di "Graphè", l’appunto grafico dalla scrittura.

Il segno è vivo nel carboncino nel pastello, nella biro su carta. E’ parte portante nella produzione pittorica caricandosi di tutta la tensione latente nel processo creativo. Ma nel periodo veneziano dell’autore, nell’Aula "incandescente" di Vedova all’Accademia, il segno si dilata nel gesto definendo una situazione inestricabile, densa, padrona dello spazio inteso come luogo in cui la pittura accade supportata dalla distillata sapienza grafica. E’ il grande formato che sostiene l’accidentalità del divenire pittorico affidato al gesto. Nascono così le incisive, perentorie opere di Di Iorio, in cui la gestualità, sorretta da una ricerca strutturante, appare rinserrata entro pronunciate trame grafiche, volte ad esaltare la potenza di sintesi formale.

Talora le opere evidenziano un coinvolgimento fisico del pittore che nell’esecuzione partecipa dell’ampiezza delle tracce prodotte attraverso movimenti leggibili nei tracciati medesimi e nei loro percorsi. E’ della fase estrema dell’artista l’ importante distacco dai mezzi più propri della tradizione pittorica. Mario Di iorio nella risoluzione di parte dell’opera, abbandona il pennello, la spatola per procedere a diretto contatto con la materia pittorica e la tela. Ritroviamo il segno direttamente creato con la mano per sottrazione, asportando cioè il colore da fondi precedentemente realizzati conducono il gesto realizzativo alle pulsioni primarie dell’agire.

Ma appartengono anche ad un gesto definitivo le "Macchie" che egli realizza gettando sulla tela secchiate di colore. Come in "Fine" dove l’irruenza del gesto stacca la fisicità dell’autore dalla sua opera: "Era tutta la vita che desideravo tirare una secchiata di colore sulla tela" disse in proposito Mario Di Iorio, "ma non puoi farlo prima di pranzo o fumando una sigaretta… devi avere quello squarcio nella tua vita che ti consenta di farlo. Non credo con questo di esprimere una mia personale frustrazione o malessere, tutti avevamo delle aspettative, credevamo persino che questo sarebbe stato il secolo della ragione… tutti noi abbiamo desiderato tirare un secchio di colore sulla tela".

E’ certamente il segno l'asse portante della espressività dell’artista che rivela le sue qualità nella coerente impostazione dell'immagine, nella sobrietà della composizione e nel controllo del segno e del gesto. Nelle sale del Centro Civico, troverà collocazione una sequenza di opere dal segno rarefatto, dove il colore è stato quasi completamente accantonanto prediligendo la pura tensione del bianco/nero.

L’esposizione che si inaugura domenica 13 dicembre, contribuisce alla definizione della figura dell’artista anche attraverso la presentazione di un libro titolato Mario Di Iorio, Frammenti di un’autobiografia, della collana "Le carte nascoste" ideata e diretta da Federico Santini. Introduce l’incontro lo storico dell’arte Fulvio Dell’Agnese.
Tra segno e gesto segue a Le carte nascoste presso la Biblioteca Statale Isontina, La grande pittura presso i Musei Provinciali di Gorizia e Lo sguardo altrove presso la sede dell’Associazione Prologo (Gorizia).

Immagine: Vortice, 1989

Vernissage: Sala conferenze,13 dicembre ore 17.30.
Interviene Francesca Agostinelli

Centro Civico
via Trieste, 35 - Cervignano del Friuli (UD)
da lunedì a sabato 16/19 domenica e 6 gennaio 10/12 – 16/19 24 e 31 dicembre solo 10/12 chiuso Natale, Santo Stefano e 1° gennaio
Ingresso libero

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