La sacralita' della carne. Le immagini dell'artista sono brutali e dolcissime: sconcertanti, perche' rinunciano al pudore, e poetiche, perche' tradiscono un amore insaziabile per la verita'.
a cura di Lorenzo Argentino
Testi di Cinzia Bollino Bossi e Vera Maria Carminati
Disponibile catalogo (ed. c.c.B.Brecht)
Ciclo: Sguardi divergenti
Le immagini di Samuela Segato sono brutali e dolcissime: sconcertanti, perché rinunciano al pudore, e poetiche, perché tradiscono un amore insaziabile per la verità. Con questo spirito, l’artista conduce un’indagine inesausta e implacabile: lo scavo scende dentro la carne. Il corpo - la sua struttura minuta ed essenziale - è un mondo sconosciuto, fatto di percorsi contrari all’abitudine e valorizzato nella semplicità delle sue parti costitutive; scarnificato con determi-nazione, per esaltarne la purezza. L’ossessione per la verità e la ricerca della sua radice, vitale e palpitante, cantano la bellezza e la semplicità del corpo, dalla pelle alle ossa, con stupore di fronte all’essenzialità sacrale delle sue linee. Nella concretezza di ciò che siamo e che sentiamo - desiderio, emozione, timore, fragilità, forza - si avverte una di- stanza tra la parte scrutata e compresa dall’obiettivo e il tutto, mai esaurito e mai posseduto, il mondo dei sentimenti e il mistero della loro fisicità.
L’attesa della rivelazione è forse l’attesa di membra intrecciate: lo sguardo dell’altro che si riconosce nella mia carne e dà credito alla mia verità. Il dolore e l’amore sono ricondotti alla purezza e all’ineluttabilità del limite fisico in cui sono iscritti. Un’essenzialità perfetta e forte, pur nella caducità e nella finitezza. Paura della morte e gioia per la vita sono nello stesso luogo: si toccano nelle ossa, nelle pieghe della pelle e nelle giunture delle articolazioni. La verità più diretta è quella del corpo: un’intimità pulita e senza possibilità di confusione o fraintendimento. Il corpo è amato, ma osservato senza esaltazione, in una quiete silenziosa, così originaria da anticipare il pensiero e il processo in cui l’immaginazione diventa traccia. La comunità umana vive una vicinanza estrema nella condivisione della stessa carne, una possibilità di comunicazione che precede la formazione delle parole. Ciò che è più privato e intimo è così essenziale da essere universale. La storia cessa di svolgersi in un vorticoso divenire di momenti ineguali e di mutamenti senza anima: il radicamento comune e ancestrale affratella esistenze lontane in una somiglianza primitiva, nella fisicità che va oltre i fronzoli. I sentimenti e le emozioni si annidano nell’ospitalità mortale del corpo e la purezza della sua struttura salva l’uomo dalla ridondanza della cultura e dalla prolissità del reale.
Vera Maria Carminati
Inaugurazione: Lunedì 14 dicembre 2009 alle ore 19
Circolo Culturale Bertolt Brecht. Spazio2
via Giovanola, 21/c - Milano
Da lunedì a giovedì dalle 17 alle 19 fino al 21/01/2010
In occasione delle festività natalizie lo spazio resterà chiuso dal 22/12/2009 al 07/01/2010