In collaborazione con l'UNHCR (United Nations High Commissioner for Refugees)
Barbara Fassler lavora prevalentemente con fotografia, video e installazioni. L'immagine si divide in due parti: a sinistra la citazione dell'art.33 della Convenzione di Ginevra relativa allo Status dei Rifugiati del 1951; nell'altra meta' una tessitura di fotografie disposte a scacchiera, fatte da bambini rifugiati nei UNHCR-Workshop 'Do You see What I see' con il fotografo Brendan Bannon, "che alludono - spiega la Fassler - alla struttura multiculturale del mondo, alle continue migrazioni, spostamenti e movimenti delle singole persone, premessa, da sempre, per gli sviluppi molteplici delle civilta'. Questo fenomeno, pur essendo antico come il mondo, puo' manifestarsi in forme acute in determinati periodi storici. Allora genera, anziche' intrecci produttivi conseguenti agli incontri di conoscenze ed esperienze diverse, situazioni di vera e propria emergenza umanitaria e di tragedie individuali e collettive. Il compito delle civilta' evolute sul piano giuridico, economico e culturale sarebbe allora da paragonare alla consuetudine polacca di apparecchiare sempre almeno un piatto in piu' per l'ospite inaspettato". Il manifesto di Barbara Fassler e' realizzato con la collaborazione dell'UNHCR (United Nations High Commissioner for Refugees) ed e' nato per il progetto "Manifesto d'artista" a Trieste, a cura di gruppo 78, Maria Campitelli e Elisa Vladilo (settembre 2009).