Giovanni Anselmo
Pier Paolo Calzolari
Jannis Kounellis
Mario Merz
Giulio Paolini
Giuseppe Penone
Michelangelo Pistoletto
Gilberto Zorio
Gabriella Belli
Anna Bernardini
Energia e metamorfosi dei materiali. Sono esposte oltre 20 opere - tra cui spettacolari installazioni - appartenenti alle Collezioni del Mart di Rovereto. Quelle composte con legni di recupero, ferro e carbone di Jannis Kounellis, gli igloo di fascine, vetro e neon di Mario Merz, l'Orchestra di stracci 1968 di Michelangelo Pistoletto, I lottatori di Giulio Paolini del 1985, uno dei celebri arazzi di Alighiero Boetti, inoltre opere di Gilberto Zorio, Giuseppe Penone e Giovanni Anselmo. La mostra si snoda, oltre che nel grande spazio delle Scuderie, anche in alcune sale della Villa, creando un innovativo e singolare dialogo con la collezione Panza.
La mostra è a cura di Gabriella Belli, Direttore del Mart e di Anna Bernardini, Responsabile scientifico e organizzativo di FAI Villa e Collezione Panza.
Dopo il successo dell’esposizione Giorgio Morandi: Collezionisti e amici realizzata grazie alla collaborazione tra Villa e Collezione Panza e il Mart, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, continua il sodalizio tra le due istituzioni, con la mostra Arte Povera: energia e metamorfosi dei materiali. Dal 17 dicembre 2009 al 28 marzo 2010, nelle Scuderie e nelle sale di Villa e Collezione Panza a Varese, saranno esposte oltre 20 opere – tra cui spettacolari installazioni – appartenenti alle Collezioni del Mart.
L’Arte Povera, movimento artistico italiano riconosciuto a livello internazionale come uno dei più importanti nelle avanguardie del XX secolo, verrà indagato attraverso i suoi protagonisti nelle sale di Villa Panza.
Installazioni esemplari come quelle composte con legni di recupero, ferro e carbone di Jannis Kounellis (Senza titolo, 1989 e Senza titolo, 1991); gli igloo di fascine, vetro e neon di Mario Merz, le cui installazioni riportano alla memoria archetipi primordiali (Chiaro Oscuro 1983); l’Orchestra di stracci 1968 di Michelangelo Pistoletto, noto per i suoi quadri specchianti come l’Autoritratto del 1962, oppure I lottatori di Giulio Paolini del 1985, il cui lavoro si distingue per l’arte della citazione e il dialogo con l’antico, mentre fra le opere di Alighiero Boetti è presente, fra le altre, uno dei suoi celebri arazzi ricamati del 1989. Nelle opere gli elementi naturali e i materiali industriali sono liberamente combinati e accostati per creare inediti rapporti significanti, come in quelle di Gilberto Zorio, Giuseppe Penone e Giovanni Anselmo.
La mostra, grazie a un suggestivo allestimento, si snoda, oltre che nel grande spazio delle Scuderie, anche in alcune sale della Villa, creando un innovativo e singolare dialogo con la collezione Panza.
Secondo il suo primo e principale teorico, Germano Celant, che per il termine si ispirò al Teatro povero di Grotowski, l’Arte Povera consiste essenzialmente "nel ridurre ai minimi termini, nell’impoverire i segni, per ridurli ai loro archetipi".
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Il termine compare negli anni Sessanta per definire la tendenza propria di alcuni artisti italiani, ma anche stranieri, ad ampliare il campo dei linguaggi espressivi, adottando materiali inconsueti. I mezzi espressivi tradizionali - pittura e scultura - vengono sostituiti da nuove forme e modalità di espressione che si servono di materiali comunemente “non artistici”, “poveri”. Materiali che possono essere naturali e organici – legno, pietra, terra, vegetali – oppure di produzione industriale – stracci, plastica, neon, scarti industriali – assunti nella loro forma primaria e immediata, spesso proposti sotto forma di installazioni.
I materiali quotidiani delle opere si contrappongono a quelli "ricchi" della società dei consumi, scelti negli stessi anni dagli artisti della Pop art. L’Arte Povera si colloca solo in parte su posizioni critiche e dissacratorie: è animata, piuttosto, dal desiderio di riscoprire i valori primari dell’uomo, come il senso della terra, della natura, dell’energia pura, della storia. A queste intenzioni si aggiunge la volontà di indagare i rapporti tra il soggetto e la realtà, dominati dai meccanismi della società moderna, andare contro la concezione di unicità e irripetibilità dell’opera d’arte, auspicare una fusione tra arte e vita.
La mostra rientra in un progetto pluriennale di collaborazione scientifica ed espositiva tra Villa e Collezione Panza del FAI e il Mart di Rovereto. A Villa Panza, che Giuseppe Panza di Biumo ha donato al FAI, la Fondazione ha deciso di perseguire un percorso rivolto allo studio e alla valorizzazione delle raccolte d’arte, in particolare si è scelto di esplorare le intricate e affascinanti vicende del collezionismo del XX secolo confluite, in questo caso, in un prestigioso spazio pubblico.
In catalogo - edito da Silvana Editoriale - saranno presenti un contributo firmato da Giorgio Verzotti e le schede scientifiche di ogni opera redatte da Daniela Ferrari e Beatrice Avanzi.
La mostra è realizzata con il contributo di Regione Lombardia - Culture, Identità e Autonomie della Lombardia, Provincia di Varese e Banca Popolare di Bergamo e con il Patrocinio del Comune di Varese
Ufficio Stampa:
Simonetta Biagioni Viale Coni Zugna, 5 – 20144 Milano tel 02 46.76.152.19 fax 02 48.19.36.31 s.biagioni@fondoambiente.it
Elena Bertolaso tel 02 46.76.152.76 fax 02 48.19.36.31 e.bertolaso@fondoambiente.it
Elisabetta Cozzi tel 02 46.76.152.20 fax 02 48.19.36.31 e.cozzi@fondoambiente.it
Inaugurazione su invito 16 dicembre ore 12
Orario di visita: 10 – 18 (tutti i giorni escluso i lunedì non festivi). Ultimo ingresso ore 17.30.
Villa e Collezione Panza rimarrà chiusa nei seguenti giorni: 24 - 25 - 31 dicembre 2009, 1 gennaio 2010
Ingresso (comprendente mostra, Villa e Collezione Permanente): adulti 10 euro, ridotti (bambini 4-12 anni) 5 euro. Studenti fino a 25 anni: 5 euro. Aderenti FAI: 2 euro.