Ariela Bohm
Claudia Burgmayer-Papagno
Yaroslavna Buyda
Cristina Messora
Patrizia Rampazzo
Roberto Trotta
Ivano Zanetti
Marina Zatta
Linda Filacchione
La mostra si propone di esplorare le tematiche legate al divino ed al terreno dell'esistenza. Opere di Ariela Bohm, Claudia Burgmayer-Papagno, Yaroslavna Buyda, Cristina Messora, Patrizia Rampazzo, Roberto Trotta, Ivano Zanetti.
a cura di Linda Filacchione e Marina Zatta
Sabato 19 dicembre 2009 si inaugura alle ore 18.30 presso lo spazio Vista Arte e Comunicazione, in Via Ostilia 41 (zona Colosseo) a Roma, la mostra Tra Sacro e Profano degli artisti Ariela Böhm, Claudia Burgmayer-Papagno, Yaroslavna Buyda, Cristina Messora, Patrizia Rampazzo, Roberto Trotta, Ivano Zanetti. La mostra si propone di esplorare le tematiche legate al divino ed al terreno dell’esistenza.
“Vista” è un centro dedicato all’arte ed alla comunicazione che nasce dall’esperienza di alcuni giornalisti da sempre impegnati nell’organizzazione di eventi d’arte e cultura. Una project gallery che si rivolge ai giovani talenti esordienti ma accoglie anche esperienze confermate all’ombra della splendida cornice del Colosseo.
In questo luogo Soqquadro espone la collettiva, curata da Linda Filacchione e Marina Zatta Tra Sacro e Profano. La mostra è realizzata nel periodo natalizio e si propone di esplorare le tematiche legate al divino ed al terreno dell’esistenza. In un momento storico in cui le religioni tentano con forza, a volte persino con la violenza, di riconquistare spazi culturalmente perduti contrapponendosi all’analisi pragmatica della laicità, una riflessione artistica ed intellettuale sul senso profondo della religiosità, più che delle religioni, può aprire degli spazi di riflessione. Ovviamente, l’Arte oggi utilizza molteplici linguaggi narrativi e conseguenzialmente le opere che saranno esposte non rappresenteranno necessariamente il tema con stilemi figurativi, ma esprimeranno il concetto del divino e dell’ umano nei vari linguaggi artistici e con tutte le tecniche.
Dalle pagine in ceramica di Ariela Böhm le lettere emergono a formare il testo. Lo scarto, la poesia sembra che in questo trovi la sua chiave. La scelta di una fattura all'incontrario, non incisa e neppure stampata ma in rilievo, dà la sensazione di trovarsi davanti all'archetipo originario. La parola incisa sulla pietra è dura come gli strumenti impongono, sulla pietra di Ariela la parola è miracolosamente morbida quasi fosse materiale vivente, biologico. Come se l'artista avesse ritrovato il significato organico delle cose nel momento in cui le trasforma in parola, le nomina, e quindi le ricrea, se ne fa artefice per la prima volta.
L'energia creativa di Yaroslavna Buyda, artista ucraina, si traduce nella realizzazione di opere d'arte astratta in cui i colori nitidi e le dosate cromie generano immagini che sono la traduzione di uno spirito libero ed indipendente che non lascia spazio a regole e leggi.
Sulle sue opere in mostra Cristina Messora ci dice: “Riflessi del sacro” è l’astrazione di un pensiero che considera sacra ed universale la purezza interiore, la cui manifestazione si riflette nell’ambiente come onde sonore. La mandorla al centro del riquadri, sovente utilizzata nell’iconografia cristiana, rappresenta qui la purezza dell’individuo e la sua sacralità.
Patrizia Rampazzo del suo lavoro ci dice: “I temi del mio attuale operare sono l' albero, la casa dell'oracolo e la montagna sacra. Gli ultimi lavori, appartenenti alla serie ''Vicino al cuore selvaggio'', propongono il tema della necessaria connessione fra uomo, terra e cielo. Ne nasce un gioco dal sapore surrealista che ammicca ad un possibile telos fra opposti, fra natura e cultura, fra sacralità totemica inviolata e zone di frontiera in cui si possa aprire un varco per un viaggio verso la trasformazione-conversione.
La ricerca di Roberto Trotta si prefigge di attuare un’ indagine sulle rappresentazioni imperfette della figura umana, espresse in elementi di lacerazione , asimmetria, deformazione, frammentazione . Nel dittico “Sabbia e Rabbia” è rappresentato il contrasto tra due libertà: quella tesa al raggiungimento di qualcosa di trascendentale, celata però da un ''velo'' che nega il proprio essere, l'altra, veicolata dal “nudo” che esprime le verità del proprio io ma è passibile di sofferenza terrena .
Del lavoro di Ivano Zanetti, Massimiliano Sbrana ci dice: “La sua arte non conosce l'usura del tempo, sia perchè ha saputo tenersi al di sopra dell'estemporaneità delle mode, sia perchè in essa sono riconoscibili quei valori che appartengono alla pittura d'ogni epoca e che perciò parlano il linguaggio sempre attuale della poesia. In Zanetti allora il fare pittura è andato sempre più sensibilizzandosi attraverso un naturale ed istintivo filtro delle emozioni più segrete e intime, a creare una sorta una sorta di spartito dalle raffinate ed inedite melodie.
Sabato 19 dicembre 2009 inaugurazione alle ore 18.30
Vista Arte e Comunicazione
via Ostilia, 41 - Roma
Orario: dal lunedì al venerdì 11.00-19.30 sabato 17.00-19.30
Chiuso 24-25-26 e 31 dicembre e 1 e 6 gennaio.
Ingresso libero