Salon Prive Arti Visive
Roma
Via Natale del Grande, 39
06 5885162 FAX

Polandia
dal 12/6/2002 al 21/6/2002
06 5885162

Segnalato da

Agnieszka Zakrzewicz




 
calendario eventi  :: 




12/6/2002

Polandia

Salon Prive Arti Visive, Roma

Il giardino sconosciuto d'Europa. L'oggetto di questa mostra appare gia' definito dal titolo che allude esplicitamente alla Polonia. E di uno sguardo puntato su quel Paese in effetti si tratta, solo che tale visione viene presentata con la mediazione di un filtro, insito nel termine 'Polandia'.


comunicato stampa

"Il giardino sconosciuto d'Europa"

A cura di Agnieszka Zakrzewicz. Testo di Gabriele Perretta.

L'oggetto di questa mostra appare già definito dal titolo che allude esplicitamente alla Polonia. E di uno sguardo puntato su quel Paese in effetti si tratta, solo che tale visione viene presentata con la mediazione di un filtro, insito nel termine "Polandia". Perché esso, più che rappresentare la segnaletica dell'area dell'esposizione, definisce anagraficamente l'identità del suo autore indicandone nello stesso tempo la finalità esistenziale.

Polandia è difatti il nome di un collettivo tutto al femminile, che di recente ha dato vita ad un'associazione culturale (Polandia - Polacchi per l'Integrazione Europea). La quale, mirando allo scopo espresso nella sua denominazione, si è preparata a mettere in campo un ampio ventaglio di iniziative, quali la promozione dell'immagine della Polonia, l'organizzazione di scambi culturali, turistici e d'affari, di eventi artistici, mostre, azioni, ecc., oltre a un'assistenza consultiva a favore della comunità polacca in Italia, con particolare riguardo alle donne.

"Il giardino sconosciuto d'Europa" è formato da installazioni fotografiche, video e dia-proiezioni di tipo turistico-pubblicitario, con le immagini di siti e panorami, in genere assai poco noti agli italiani, ma non solo. La mostra comprende anche la presentazione di specialità gastronomiche della tradizione polacca, la presenza di tipiche ragazze polacche che sfoggeranno i colori del loro Paese, nonché lo stand Polandia con il logo, le cicogne di plastica, gli opuscoli informativi, le schede d'iscrizione, le tessere e gli materiali pubblicitari sulla Polonia.

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LA SOCIETÀ DEI SERVIZI SI OFFRE COME OPERA D'ARTE

Testo di Gabriele Perretta
Si entra in galleria e ci si trova di fronte a delle foto di Paolo Volponi sponsorizzate dall'Ufficio Turistico Polacco, vari pannelli fotografici che rappresentano Varsavia, Cracovia, Danzica etc. e poi, per ammirare le vedute della Polonia, ci si imbatte ancora in illustrazioni di parchi, montagne, i Laghi Masuri ed altre bellezze naturali e storiche. Per il fruitore di difficile coinvolgimento, vi sono poi le sorprese di video di divulgazione turistica, diapositive con vedute di monumenti, stampati e opuscoli pubblicitari forniti dal Polska Turist Office, e non da meno il logo di Polandia, i grafici e le schede per le iscrizioni, le tessere e tutto l'occorrente utile per entrare nel "grand tour" del Nieznany ogrod Europy. Lo spettatore, trovandosi di fronte a questa articolata immagine spettacolare, non può non chiedersi cosa stia succedendo in uno spazio che di solito è deputato all'esposizione di opere d'arte. Qui per accavallare gli equivoci, ma anche i piaceri del palato, egli troverà una tavola con il cibo tradizionale polacco e potrà assaggiare quelle specialità gastronomiche che possono renderci più piacevole la richiesta dei polacchi per l'integrazione europea. Nell'ambiente espositivo le hostess, che indossano magliette con lo slogan "by Polandia", invitano gli ospiti a fruire le potenzialità di servizio sociale, di attività e di scopi che l'associazione Polandia offre come organizzazione non lucrativa. Polandia, in questo caso, è il nome collettivo di un gruppo di operatori culturali e contemporaneamente rappresenta il loro stesso lavoro. Si tratta di una vera e propria fusione tra l'idea del gruppo artistico e i precipitati della sua attività. Polandia è un'associazione non profit, che in prospettiva, dopo l'entrata della Polonia nell'Unione Europea, dovrebbe tramutarsi in Polacchi in Europa.

Polandia = artista, Polandia = arte? Forse si tratta di un'equazione troppo semplice? Diciamo che la tendenza internazionale ad uscire completamente fuori dai canoni artistici delineati dal sistema dell'arte, fa sì che anche questa espressione potenziale di comunità, questa banca di contatti a nome regionale, che propone un paese ed un logo come definizione di un comportamento associativo, aggiunge all'esperienza delle imprese mediali, che ormai seguo da decenni, una struttura che mette in discussione l'idea del "fatto", del "fare" e della "composizione" artistica più in generale. Dopo la sparizione sostanziale della figura-autore, e con l'affacciarsi di una con-figura di artista diffuso, l'attività creativa può anche con-fondersi con il lavoro di tutela, di promozione e di valorizzazione delle cose artistiche e storiche di un paese. Il fare artistico può altresì mimetizzarsi nella promozione della cultura e dell'arte, nella tutela della natura e dell'ambiente, nello sport dilettantistico, nella salvaguardia dei diritti civili, delle donne e dello sviluppo delle pari opportunità, nell'assistenza sociale, nell'istruzione e nella formazione a favore della comunità polacca in Italia. Ci sono stati altri gruppi che hanno privilegiato queste forme di intervento sociale; uno di essi è quello dei Wochen Klausur che ha finalizzato una quantità incredibile di iniziative sociali, mutuando sulla regola dell'aiuto e dell'assistenza lo strumento specifico di operatività estetica .

L'associazione Polandia, con l'intento di intraprendere ogni iniziativa mirante alla piena integrazione della Polonia in Europa, svolge il suo piccolo "chef d'oeuvre" che attiene alla proliferazione dell'impegno civile e sociale. Anche il sito www.polandia.it si offre come la guida intelligente sul meglio della Polonia, per la creazione di una comunità virtuale che faccia interagire vari soggetti di cultura europea. Se il vecchio gruppo della Premiata Ditta, facente parte delle Imprese mediali, ha superato lo stadio dell'arte & Co., passando a quello che oggi si offre come il sito d'arte più famoso Undo.net, Polandia mette a disposizione le sue pagine web per gettarsi nel meglio delle bellezze turistiche polacche. Inoltre, Polandia, offrendosi come un'organizzazione dalle numerose facce, dispone anche un servizio chiamato Banca dei Contatti: se cerchi un lavoro, un lavoratore, vuoi realizzare un affare, vuoi vendere o comprare qualcosa, associandoti alla Banca dei Contatti promossa da Polandia puoi farlo agevolmente.

Così come da un po' di anni andiamo sostenendo, negli ultimi decenni è emersa una trasformazione delle forme del lavoro dipendente e salariato in lavoro indipendente. Sia i paesi maggiormente industrializzati che quelli ex-socialisti si avviano verso una condizione che delinea i nuovi scenari del post-fordismo. La maniera di fare l'impresa oggi, riguarda un andamento reticolare e globale, locale e generale: l'esempio di Polandia offre, dunque, una panoramica abbastanza completa e problematica per l'evoluzione dell'idea dell'impresa mediale, che avevo avuto modo di sottolineare già alla fine degli anni Ottanta . Naturalmente, dopo la trasformazione e la messa in opera di questa nuova identità artistica, il problema non è più quello di riconoscere in quale dettaglio questo lavoro si presenta come un oggetto estetico accettato. La genericità operativa della sua proposta indica che siamo a contatto con un organismo potenzialmente in espansione, in grado di svolgere attività sociali dirette in qualsiasi ambito, perché lo scopo delle nuove operatività creative è quello di rendere utile qualsiasi modello applicativo del ready-made, viverlo come possibilità d'uso e come stimolazione per creare nuove iniziative e nuovi scambi culturali che vanno oltre la dimensione artistica. Ecco i collettivi, le reti e i gruppi diffusi che viaggiano oltre la pratica dell'arte e oltre la soggettività singolare, ecco come si intersecano le esperienze metaestetiche, che non sono più riconoscibili nell'ambito di un sistema artistico, ma che rispetto ad esso hanno rivendicato una forma di autonomia in grado di moltiplicarsi e diffondersi nelle forme più ampie e sui generis del lavoro sociale.

Queste nuove formazioni, naturalmente, pongono sempre nuove questioni, che possono essere di natura etica, politica e ideologica. Se nel vecchio territorio artistico i segni dell'arte si mostravano nella loro genericità difficili da collocare in un ambito estetico ben preciso, con il passaggio ad un'opera che svolge attività sociale per l'integrazione europea sicuramente ci troviamo in maniera più esplicita e più dettagliata di fronte alle ragioni, alle scelte ed alle necessità di una compagine sociale che fa delle scelte politiche ben precise. Tali scelte o tali indizi di presa d'atto ci mettono di fronte ad una lettura diversa dell'operatività estetica, proprio perché organismi come Polandia ci chiedono non solo di interagire in superficie, ma di partecipare ed usufruire dei servizi che l'organismo stesso offre. È dunque inevitabile che, nel momento in cui entriamo in contatto con questa organizzazione, direttamente o indirettamente, ci viene posta una domanda politica, forse la stessa domanda che ci viene posta quotidianamente in salumeria quando compriamo il pane, il latte o il companatico. Vogliamo che gli scopi di Polandia vengano portati avanti? Siamo d'accordo che la Polonia, dopo la catastrofe post-socialista, possa essere uno dei paesi che si avvia all'integrazione europea, possa offrire una mano d'opera a bassissimo costo per arricchire meglio le tasche dei signori della globalizzazione? Questo spetta a noi capirlo e deciderlo, spetta a noi nella microfisica del viaggio turistico scoprire quale sistema macrofisico di potere si aiuta e si alimenta. Il mondo va come va, il nuovo secolo è iniziato, l'arte che all'inizio del Novecento si era posta come anelito di rivolta e di liberazione è precipitata nella sua dis-identità e sparizione più totale, fino a tralasciare quegli scopi originari nel tempo che fu. Oggi, nel feticismo globale derealizzato , il catalogo che si presenta sotto i nostri occhi si compone di forme vuote e disadorne; forse è nel tempo della politica e di quell'agire comunitario che sceglie, segue i conflitti, percorre le differenze, partecipa criticamente ad un'attività, ad un sito, ad una microstoria, ad una forma di vita che si spinge oltre i modelli dettati dalla storia , che è possibile incontrare altri giardini sconosciuti ed altre responsabilità più in là dei tratti marcati di una configurazione soggettiva ben precisa.

Inaugurazione: giovedì 13 giugno 2002, ore 18

Orari: martedì - venerdì, ore 17 - 20

Foto di Paolo Volponi - courtesy Ufficio Turistico Polacco -

Con partecipazione di: Istituto Polacco di Roma, Linee Aeree LOT.SA, Ristorante polacco "Ivon", Sklep Polski, Magdalena Dalecka, Marta Markowska, Gabriella Tamburello, Joanna Baszak, Aneta Mazur, Iza Sandurska, Barbara Gajos, Malgorzata Muniak.

Salon Privé Arti Visive
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00153 Roma
telfax: 06 58 85 162

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