Fiori di Dante. Prendendo ispirazione dal XIII Canto dell'Inferno dantesco, l'artista trasforma alcuni personaggi in fiori e arbusti che stanno per morire. Le tele sono spesso assemblate in dittici o trittici, come omaggio alla tradizione medievale, particolarmente amata dall'artista.
A cura di Vera Agosti
“Perché mi scerpi?
non hai tu spirto di pietade alcuno?
Uomini fummo, e or siam fatti sterpi" (Inf. vv. 35-37)
Dal 1 al 6 febbraio 2010 la galleria Blanchaert torna ad ospitare una personale di Angelo Sblendore.
Prendendo ispirazione dal XIII Canto dell’Inferno dantesco, l’artista trasforma alcuni personaggi in fiori e arbusti che stanno per morire. Una dolce melanconia si sprigiona dalle immagini, quel sentimento di nostalgico languore che accompagna la bellezza. Sblendore ci racconta piccole storie, in bilico tra violenza e amore, prive di una conclusione prestabilita. Attinge alla Divina Commedia, alle poesie di Cecco Angiolieri, alle tragedie shakespeariane, ai racconti su Jack lo Squartatore...
Le tele sono spesso assemblate in dittici o trittici, come omaggio alla tradizione medievale, particolarmente amata dall’artista. Le figure si caratterizzano per l’uso dominante del chiaroscuro e una tavolozza coerente e raffinata. Vera Agosti
Inaugurazione: lunedì 1° febbraio ore 18:30
Galleria Blanchaert
Piazza Sant’Ambrogio, 4 - Milano
Lunedì-venerdì: 14-19 Sabato:15-19
Ingresso libero