Claudia Gian Ferrari Studio di Consulenza per il '900 italiano
L'Arlecchino. Mosaico e ceramica. Presentazione del libro e mostra dedicata all'opera dell'artista che per tanti anni ha accompagnato la vita del teatro Arlecchino fin dal lontano 1948.
Nell’estate 2009, quando si sono resi necessari alcuni lavori al Cinema Arlecchino di Milano, i figli dell’imprenditore cinematografico William Quilleri, che intorno a quel cinema ha costruito la sua carriera, hanno deciso fosse arrivato il momento di mettere in sicurezza i due capolavori di Lucio Fontana che hanno accompagnato la vita della sala fin dal primo giorno, nell'ormai lontano 1948. L’Arlecchino, uno dei cinema più amati dai milanesi, è al momento chiuso e il suo futuro ancora incerto.
Il libro, che in occasione della mostra viene presentato, racconta la storia dei due capolavori realizzati nel 1948, una scultura a mosaico e un fregio in ceramica policroma, esposti per la prima volta in una galleria, grazie ai consigli e all’aiuto di Claudia Gian Ferrari e a un attento restauro da parte di Barbara Ferriani.
Dopo la parentesi argentina degli anni di guerra, nella primavera del 1947, Lucio Fontana torna in Italia, in una Milano che si prepara a quella rinascita artistico-culturale che ha segnato gli anni Cinquanta. Nel luglio di quell’anno il pubblico aveva tributato un successo clamoroso all’Arlecchino servitore di due padroni di Goldoni messo in scena da Giorgio Strehler al Piccolo Teatro, i milanesi si erano entusiasmati per una maschera classica non più paludata, divenuta simbolo della libertà riconquistata e della potenza della risata irriverente contro ogni costrizione dei poteri costituiti.
La realizzazione ex novo del Cinema Arlecchino si innestava nell’ambito della ricostruzione di locali e spazi del centro cittadino, nella nuova architettura Arlecchino si trasforma nell’omaggio alla rinascita milanese e al colore e al significato che il nuovo cinema in technicolor assumeva in una Milano che fino ad allora aveva visto solo in bianco e nero, un omaggio delle arti visive a una nuova frontiera nella storia del cinematografo.
Ben visibile dalla soglia, sospesa al soffitto della hall, la notevole scultura a mosaico e sotto lo schermo, vero punto di attrazione, un lungo fregio in ceramica policroma su temi di battaglia e lotta la cui policromia, esaltata dall’illuminazione generale, a luci spente assumeva magiche colorazioni grazie alle lampade di Wood e alle speciali vernici fluorescenti dalle quali era parzialmente ricoperto. Un esperimento unico in Italia, che precede di un anno l’ambiente a luce nera, realizzato da Fontana nella Galleria di Naviglio, raccontato per intero nel libro che accompagna la mostra.
Lucio Fontana nasce a Rosario, in Argentina, nel 1899 e muore a Comabbio, in provincia di Varese, nel 1968.
Nell’occasione verrà presentato il volume LUCIO FONTANA. L’Arlecchino edito da Charta
testi di Paolo Campiglio e David Quilleri
Inaugurazione giovedì 4 febbraio 2010, alle ore 18,30
Claudia Gian Ferrari Studio di Consulenza per il ‘900 italiano e Arte Contemporanea
via Filippo Corridoni, 41, Milano
con i seguenti orari
lunedì – venerdì 10 - 19
sabato solo su appuntamento
ingresso libero