Reversals. La mostra presenta video e fotografie che propongono l'ultima ricerca dell'artista. Punto di connessione tra i lavori e nodo centrale del progetto espositivo e' la ricerca sul concetto di rovesciamento, entropia e dispersione, elementi che ritornano nei diversi ambienti considerati e nelle opere.
Per la sua prima personale da Furini Arte Contemporanea, William
Cobbing (nato nel 1974 a Londra, dove vive) propone un progetto
espositivo di forte impatto visivo e al contempo dall’appeal
filosofico.
La mostra presenta video e fotografie che propongono l’ultima
ricerca dell’artista tornato di recente da due residenze, una presso
la Tourquise Mountain Foundation in Afghanistan e l’altra a Berwick-
upon-Tweed, sul confine inglese con la Scozia.
In entrambe le occasioni Cobbing ha prodotto lavori strettamente
legati al contesto nel quale si trovava. L’ambiente sociale,
culturale e territoriale è parte della riflessione dell’artista
che, non a caso, tanto nelle fotografie scattate in Afghanistan
quanto nei video realizzati a Berwick, fa riferimento alla storia
locale.
Punto di connessione tra i lavori e nodo centrale del progetto
espositivo è la ricerca sul concetto di rovesciamento (reversal, che
dà il titolo alla mostra stessa), entropia e dispersione, elementi
che ritornano nei diversi ambienti considerati e nelle opere.
La serie fotografica “Bamiyan mirror” riflette sull’incidenza
della distruzione dei Buddha di Bamiyan, da parte dei Talebani nel
2001, sul contesto territoriale e sulla più ampia e stratificata
percezione sociale e del singolo uomo, anche filtrati dalla
rappresentazione che ne hanno fatto i mass media. È un lavoro che,
attraverso l’uso dello specchio conduce ad una dimensione di
spiazzamento indotto dalla percezione di “assente presenza” ed
esprime chiari riferimenti alla Land Art e a Robert Smithson in
particolare. Ugualmente, ma in termini differenti, si ritrova un
senso di capovolgimento entropico e la connessione con certi lavori
di Smithson nei video “Moon walker” girati a Berwick.
Il lavoro di William Cobbing manifesta una riflessione culturale
ampia che, nell’ultima ricerca, lievemente cita Andrei Tarkovsky,
attraversa il pensiero critico di Baudrillard (quella “porn war”
dal filosofo teorizzata in ordine all’ immaginario massmediologico
della guerra), al contempo spingendo alla riflessione sul tema
dell’iconoclastica contemporanea.
La mostra è accompagnata da un testo di Rita Selvaggio.
William Cobbing ha studiato al Central Saint Martins College of Art &
Design di Londra e al De Ateliers di Amsterdam. Il suo lavoro è stato
esposto in diverse mostre tra le quali “A Secret History of Clay”,
Tate Liverpool [2004], “Body-Con”, Arts Initiative Tokyo [2004],
“A Room with a View”, Gemeente Museum, The Hague [2006],
“William Cobbing”, Netwerk Centre for Contemporary Art, Belgium
[2007], “Gradiva Project”, Freud Museum, Londra [2007-8], “Six
of One, Camden Arts Centre”, Londra [2008], “Hasselt Triennial”,
Belgio [2009]. Ha vinto la borsa di studio dell’ Arts Council
England Helen Chadwick Fellowship nel 2005/6 alla Ruskin School e
alla British School a Roma. Nel 2009 ha ottenuto la residenza al
Turquoise Mountain Foundation di Kabul.
Inaugurazione 6 febbraio 2010, ore 18.30
Furini Arte Contemporanea
Via Giulia 8, Roma
orari di apertura: mercoledì-venerdi 13-19, sabato 15-19
ingresso libero