Trasvolata. Una storica carrozza degli inizi del '900 recentemente restaurata, ferma sul Binario 1, diventa spazio d'arte dove per 17 mesi sfileranno artisti e opere.
a cura di Olga Gambari e Massimo Fiumanò
Nella Stazione Ferroviaria Vigezzina di Domodossola, che collega due culture, due confini, tra la Svizzera e l’Italia, passano ogni anno due milioni di
persone.
L’associazione Ingremiomatris ha scelto una postazione nel cuore di questa stazione, per aprire una galleria fuori dal comune. Una storica carrozza degli inizi del '900, dagli elegantissimi e spartani interni in ciliegio, recentemente restaurata e tenuta come un'opera d'arte in sé, ferma sul Binario 1, diventa spazio d’arte dove per 17 mesi sfileranno artisti e opere.
Osserveranno la gente e proveranno a dialogare, a far fermare qualcuno, a raccontare comunque le loro storie. Useranno il linguaggio visivo, quello del colore, delle emozioni, delle forme, del movimento.
Se le gallerie di tutto il mondo lamentano che ormai, dopo la serata dell’inaugurazione, nessuno passa più, quale migliore possibilità di avere un pubblico continuo, ricco, quotidiano, affezionato? La carrozza, ferma sul suo binario, diventerà una galleria a statuto speciale, un esemplare unico. Dai sei grandi finestrini illuminati e orientati verso il marciapiede, le opere saranno visibili dall'esterno, osservabili solo da fuori, da chi passa lì vicino.
Il corpo del vagone sarà chiuso, un luogo a sé un po’ magico. Una galleria come una vetrina, che si protende per cercare il contatto, l’incontro tra opera e spettatore, lo scambio e il contatto tra arte e pubblico.
Una creatività multiforme che abiterà la stazione di Domodossola fino a settembre 2010, con un susseguirsi di mostre, tra personali e collettive, che spazieranno dalla pittura alla fotografia, dalla scultura alla videoinstallazione.
La carrozza sarà insomma un piccolo laboratorio in ebollizione, che andrà a cercarsi il suo pubblico sottoterra, partendo dal sottopasso di una stazione per uscire nel mondo.
Il 6 Febbraio alle ore 18 si inaugurerà con le opere dell'artista ossolano Giuliano Crivelli e dell'artista ticinese Claudio Taddei,tutti e due pittori e musicisti.
Tutta la rassegna è idealmente ispirata alll’idea stessa di volo, di partenza, di nomadismo concettuale. Il volo è una perfetta metafora dell’esperienza artistica. Voli che si compiono in ogni opera, sperimentazioni che partono da terreni conosciuti per esplorare altri mondi e altri cieli. Ogni tensione artistica è così, un volo, che porta l’artista stesso ma anche il pubblico, nel momento del contatto. L’arte è un insieme di tentativi, esperienze, approcci a tentare il salto, comunque, verso qualcosa.
Nelle mostre che si susseguiranno la figura di Geo Chavez è un’eco, una texture che tiene insieme e su cui si sviluppa, come un orizzonte, la struttura del progetto. Chavez sarà una sorta di compagno di volo.
Geo Chàvez, aviatore di origini peruviane che per primo trasvolò le Alpi nel 1910 perdendo la vita, a soli 27 anni, morì in un tragico incidente proprio a Domodossola.
Il 27 settembre 2010, la città celebrerà infatti il centenario della morte di questo personaggio che incantò e commosse il mondo sacrificandosi per il suo sogno.
Un comitato scientifico composto da Olga Gambari e Max Fiumanò sceglierà artisti e lavori, con un’operazione dal sapore avanguardistico e situazionista che connota da sempre lo spirito dell’Ingremiomatris.
Alla fine tutta l’operazione sarà documentata da un catalogo Allemandi editore, una sorta di diario di bordo di un lungo viaggio d’arte compiuto a bordo di un treno.
Inaugurzione 6 febbraio ore 18
Binario 1, Stazione ferroviaria Vigezzina
piazza Matteotti - Domodossola (VB)
tutti i giorni dalle 5:00 alle 21:00
Ingresso libero