Win - Zip. Personale dell'artista che nella sua pittura esprime una ricerca costante del senso della propria memoria, curioso di tracce da lui non codificate.
Mario Positano è un avvocato che, ritiratosi dalle scene, gode della condizione di chi può permettersi di guardare più acutamente dentro di sé. Lui guarda. Forse alla ricerca del senso della propria memoria. Certamente curioso di tracce da lui non codificate. In quella dimensione vasta, sfuggente e oscura di borghese colto, che si vuole tranquillo.
Ha preso colori e carta. Carta nei formati più disparati. Colori grigi e azzurri, per lo più. Materialità rapidamente espressive. E ogni giorno indaga. Un poco. Senza pretendere a sé un campionario di segni prevalente e perciò tout court identitario. Pittore non pittore. Stiamo a vedere.
Nel regno astratto e informale lui vaga a ricordare masse a brandelli, di segni così come maturavano in quel mondo stremato che nel 1949 lo vide ventenne. E poi oltre. Dice di amare Caravaggio ma sa di essere un uomo di Bacon. A suo modo reinventa anche lui il suo medium. Ritagliando porzioni di spazialità per loro natura non limitabili. Accanendosi su ciò che è troppo vasto per essere troppo piccolo. Comprimendo.
Cambiando percezione di sé e riferimento stilistico il giorno seguente. Con tecniche inadeguate protette dalla leggerezza di uno sguardo laico. Non c’è niente da adorare. Materie incandescenti. Un tremore alieno. Cortese ossessione verso il nulla.
Massimo Martini
Inaugurazione 8 febbraio 2010, ore 18,30
Galleria AOCF58
via Flaminia 58- Roma
Orario dal lunedì al venerdì ore 17-19,30
ingresso libero