Associazione Culturale Renzo Cortina
Allegorie metafisiche. Quella di Karel Zlin e' un'arte 'senza tempo', che ha attraversato la seconda meta' del Novecento tenendo dei punti di riferimento costanti: anche all'interno del mutamento di stile da una fase all'altra della sua produzione, si riconosce un debito continuo verso la tradizione del Surrealismo e della Metafisica.
a cura di Stefano Cortina e Luca Pietro Nicoletti
La mostra del pittore e scultore moravo Karel Zlin (al secolo Karel Machálek, nato a Zlin nel 1937), è realizzata in collaborazione con la Orenda Art International di Parigi e con il patrocinio dell’Istituto di Cultura della Repubblica Ceca. Trasferitosi nel 1976 a Parigi, dopo diversi soggiorni in Italia a Venezia, Napoli e Roma, nella capitale francese Karel-Zlin ha avuto importanti commissioni pubbliche da parte del governo francese, con sculture collocate in importanti sedi di rappresentanza dello stato francese. Nella prossima primavera, inoltre, terrà una grande mostra antologica nel Castello di Schwarzenberg a Hlubokà, nei pressi di Praga.
Dal testo in catalogo di Luca Pietro Nicoletti, PER UN RITRATTO DI KAREL ZLIN PITTORE:
[…] di fronte a quest’ uomo così mite, che pare adatto solo a tenere in mano la penna, bisogna ricordarsi che in passato è stato autore anche di opere monumentali e commesse pubbliche di rilievo. Basta ricordare il grande bronzo della Barque solaire, eseguita nel 1993 su commissione del Ministero della Cultura, sotto la presidenza di Mitterand, e collocato nel parco del Castello di Rambouillet. Accanto alle grandi opere, però, nella sua pittura si ritrova una dimensione più intima e contenuta, che pare rifuggire da eccessi di monumentalità. Restano immutate le stesse passioni, i medesimi referenti. Si può dire che quella di Karel Zlin sia un’arte “senza tempo”, che ha attraversato la seconda metà del Novecento tenendo dei punti di riferimento costanti: anche all’interno del mutamento di stile da una fase all’altra della sua produzione, si riconosce un debito continuo verso la tradizione del Surrealismo e della Metafisica.
Credo oltretutto che Karel Zlin non avrebbe potuto dipingere opere di questo genere se dalla natia Moravia non si fosse trasferito a Parigi. Quella pittura nitida e tersa, fatta di elementi geometrici, ovoidi, compassi e una selva di squadre fluttuanti, organizzate con grafica eleganza paratattica non si spiegherebbe senza quel modello, pure trasformato in un motivo che aspira all’astrazione geometrica: è un mondo di forme e di oggetti a sé stante, collocato in una sua propria dimensione in assenza di forza di gravità. Non si esaurisce qui, però, l’opera di Zlin, e queste prime annotazioni non bastano a rendere giustizia delle variegate sfaccettature del suo lavoro, in cui assumono un ruolo non secondario elementi esotici e simbolismi esoterici.
A questi, poi, si deve aggiungere una intensa attività di illustratore, con una marca prevalentemente figurativa e fatta di disegno in punta di penna. Mi colpì particolarmente, ad esempio, quando Zlin mostrò a Stefano Cortina e a me le illustrazioni per una traduzione in ceco, pubblicata a puntate su una rivista alla metà degli anni Sessanta, del Deserto dei Tartari di Dino Buzzati: era questo il referente che mi mancava per dare una aggettivazione letteraria alla pittura di Zlin. Il suo lavoro, almeno in certe declinazioni, sembrava fatto apposta per andare d’accordo col racconto di Buzzati, della cui scrittura conserva l’inquietudine e il mistero. […] Non importa nemmeno, in fondo, riuscire a decriptare quel complesso di segni in codice che si affollano fra i sottosquadri e le ombre dipinte. Conta di più notare, invece, come in fondo questa dimensione simbolica avvolga il lavoro di Zlin di un’aura antica, di un ricordo di arcane, totemiche civiltà.
Catalogo in galleria, testi di Luca Pietro Nicoletti e Joëlle Rostkowski, Cortina Arte Edizioni.
Inaugurazione martedì 9 febbraio, dalle ore 18.30
Associazione Culturale Renzo Cortina
Via Mac Mahon 14/7, Milano
orari: dal martedì al sabato ore 10-12.30 16.30-19.30
chiuso domenica, festivi e lunedì mattina
ingresso libero