Museo di Roma Palazzo Braschi
Roma
piazza San Pantaleo, 10 (piazza Navona)
06 0608, 06 82077304 FAX 06 67108303
WEB
Carnevale Romano
dal 8/2/2010 al 4/4/2010
mar - dom 9-19, ingresso fino alle 18, chiuso lunedi'

Segnalato da

Ufficio Stampa Zetema




 
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8/2/2010

Carnevale Romano

Museo di Roma Palazzo Braschi, Roma

In esposizione circa 90 opere del Museo di Roma, del Museo di Roma in Trastevere e di collezioni private che fanno rivivere quegli avvenimenti festosi visti attraverso gli occhi di grandi artisti. Un prezioso abito di Capucci, appartenente al Museo Fortuny, testimonia il gemellaggio tra le citta' di Venezia e Roma in occasione del Carnevale. Tra gli artisti romani, Bartolomeo Pinelli, insieme al figlio Achille, ma anche dipinti di Jean Louis Baptiste Thomas, Werner, Orlov e Caffi.


comunicato stampa

Curatori Maria Elisa Tittoni, Federica Pirani e Simonetta Tozzi

In esposizione circa novanta opere del Museo di Roma, del Museo di Roma in Trastevere e di collezioni private. Un prezioso abito di Capucci, appartenente al Museo Fortuny, testimonierà il gemellaggio tra le città di Venezia e Roma in occasione del Carnevale.

Via del Corso e Piazza del Popolo sono le principali protagoniste della mostra allestita presso il Museo di Roma in Palazzo Braschi, momento centrale dell’iniziativa dedicata dalla città al Carnevale Romano, visitabile dal 10 febbraio al 5 aprile 2010. Una mostra promossa dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione - Sovraintendenza ai Beni Culturali, Commissione Cultura.

L’esposizione raccoglie circa novanta opere provenienti dal Museo di Roma, dal Museo di Roma in Trastevere, da collezioni private romane e dai Musei di Lille e di Rouen. Il gemellaggio tra le città di Venezia e di Roma, istituito in occasione del Carnevale 2010, sarà idealmente rappresentato dal prestito del prezioso abito di Roberto Capucci "Donna Gioiello", appartenente alla collezione del Museo Fortuny, che verrà eccezionalmente esposto all’interno della mostra.

Fino al 1870, nella Roma papalina il Carnevale è stato un appuntamento molto atteso dai romani e vissuto con grande partecipazione come il solo momento per dimenticare una vita dura, colma di miseria e privazioni. "Re per un giorno" il popolo diventava protagonista dimenticando le rigide regole quotidiane e riversandosi nelle strade con licenza di divertimento. Ogni ordine sociale era sovvertito ed ogni scherzo era concesso in quei giorni di temporanea follia collettiva.
Per l’occasione via del Corso si trasformava in un teatro all’aperto dove alle maschere tradizionali - Cassandrino, Rugantino, Meo Patacca – si aggregavano costumi tratti dalla vita quotidiana: "il medico", "il brigante", "il nobile decaduto". Piazza del Popolo era invece il punto di partenza per una sfrenata corsa nelle vie della città dei cavalli di origine nord-africana, i berberi.

L’avvenimento era vissuto come uno spettacolo di irresistibile fascino dai viaggiatori stranieri in visita nella città e dagli artisti, che lo descriveranno con entusiasmo nelle pagine dei loro libri e nei loro dipinti. Malgrado lo stesso Goethe sottolineasse la difficoltà di descrivere a parole la magnificenza e il brio di quei giorni festosi, poiché "una così grande e vivace massa di fenomeni sensibili dovrebbe essere percepita direttamente dall’occhio e osservata e afferrata da ciascuno a propria guisa", diversi autori (tra cui Goldoni, Belli, Gogol, Andersen, Dickens e tanti altri) si cimentarono nel tentativo di restituire il clima di euforia collettiva che si respirava a Roma durante il Carnevale. Ma furono certamente gli artisti quelli che riuscirono a rendere con maggiore efficacia, grazie a freschissime istantanee di gruppo, i momenti salienti della festa (dalle mascherate, agli appuntamenti immancabili delle corse dei berberi, alla festa finale dei "moccoletti") a trasmettere il clima di festa diffusa e l’orgoglio di appartenenza espresso in quei giorni dal popolo romano.

Tra gli artisti romani, Bartolomeo Pinelli, insieme al figlio Achille, seppe cogliere lo spirito più profondo di questa festa riproducendo fedelmente i momenti salienti di questa spettacolare "messa in scena", sebbene l’Ottocento abbia visto molte altre suggestive testimonianze pittoriche e incisorie sul Carnevale: quelle del disegnatore francese Jean Louis Baptiste Thomas, che dedicò molti dei suoi acquerelli alle corse dei Berberi o alle varie maschere che durante i giorni del Carnevale era consuetudine incontrare per le vie della città, per arrivare a dipinti di Werner, Orlov e Caffi.

Il Carnevale romano vuole essere memoria di questo fantasioso e bizzarro momento della vita romana presentando circa 90 opere che fanno rivivere quegli avvenimenti festosi visti attraverso gli occhi di grandi artisti. Ad esse si affianca l’esposizione della "Donna-Gioiello", l’abito scultura realizzato da Roberto Capucci nel 1984 e donato al Museo Fortuny di Venezia, per l’occasione presentato per la prima volta al pubblico romano assieme al bozzetto originale e ad altri disegni ispirati al tema. Si tratta di un’opera con la quale il grande maestro intende render omaggio alle atmosfere festose del Carnevale e alla donna che viene deificata in uno straordinario costume di fantasia che nel copricapo a forma di maschera sembra far allusione a una sorta di divinità misteriosa.

Catalogo Palombi Editore

Ufficio Stampa Zètema Progetto Cultura
Giusi g.alessio@zetema.it
Gabriella Gnetti g.gnetti@zetema.it

Presentazione con visita in anteprima della mostra Martedì 9 febbraio ore 11.00

Museo di Roma Palazzo Braschi
Via San Pantaleo, 10 - Roma
Orario
da Martedì a Domenica ore 9.00 -19.00
Ingresso consentito fino alle 18.00.
Chiuso lunedì
Biglietto d'ingresso
€ 8,00 intero
€ 6,00 ridotto
Ingresso gratuito per visitatori di età inferiore ai 18 anni e superiore ai 65

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