Galleria Spazia
Bologna
via dell'Inferno, 5
051 220184 FAX 051 222333
WEB
Georges Lilanga
dal 20/6/2002 al 20/7/2002
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Georges Lilanga



 
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20/6/2002

Georges Lilanga

Galleria Spazia, Bologna

In concomitanza con il successo di critica e di pubblico ottenuto dalla recente Biennale di Dakar in Senegal, interamente dedicata agli artisti piu' rappresentativi dell'attuale ricerca estetica africana, la Galleria Spazia propone una interessante selezione di opere del tanzaniano Lilanga. Tra i lavori in mostra, oltre ai piu' recenti acrilici, alcuni preziosi inchiostri su pelle di capra dei primi anni Sessanta.


comunicato stampa

In concomitanza con l'enorme successo di critica e di pubblico ottenuto dalla recente Biennale di Dakar in Senegal, interamente dedicata agli artisti più rappresentativi dell'attuale ricerca estetica africana, la Galleria Spazia propone una interessante selezione di opere del tanzaniano Lilanga. Tra i lavori in mostra, oltre ai più recenti acrilici, alcuni preziosi inchiostri su pelle di capra dei primi anni Sessanta.

Considerato il genio assoluto della pittura swahili, Georges Lilanga di Nyama è un artista che concentra su di sé tutta la potenza della cultura visuale africana nei suoi aspetti più lucidi e vitali.

Nato a Masasi in Tanzania nel 1934, Lilanga, fin dagli anni Sessanta, ha messo a punto un logo strutturato con figure in stile cartoon in continuo movimento che affollano tutta la superficie del dipinto in una sorta di pittura all over. A questo intreccio forsennato di corpi disossati, a questa trama antropomorfa si unisce anche una grande ironia letteraria che si riflette nei titoli stessi delle opere: "Aspetta un attimo, mi prude il collo", "Quando i bambini giocano, saltano di qua e di là", "Ehi ti stiamo aspettando", "C'è una parola ma l'ho dimenticata". Insomma, una grande gioia di dipingere guida la mano di questo artista che non cita, né gioca con la sua cultura ma che avverte impellente la necessità di mostrare la nuova identità africana nata dal naufragio degli stereotipi.

Lo snodarsi di corpi infinitamente flessibili è infatti la cifra stilistica della scultura Makonde. I motivi che legano Lilanga all'iconografia tradizionale dei Makonde ed alla loro cultura sono naturalmente innumerevoli. Scrive André Magnin: "Il lavoro di Lilanga individua e unisce gli aspetti collettivi della danza Mapico, l'universo degli Shetani (spiriti indifferentemente buoni o cattivi, che possono rappresentare tanto le qualità che i difetti umani, tanto le celebrazioni che i conflitti) ed il simbolismo Ujamaa (che riflette la solidarietà e la coesione umana)". Ma se la scultura Makonde tradizionale operava spiccate e violente deformazioni fisiognomiche legate a rituali societari, Lilanga invece le declina in un nuovo linguaggio più appetibile ad un pubblico vario ed imprecisato, fondamentalmente diverso da quello tribale. Il passaggio dalla scultura alla pittura poi scioglie definitivamente quell'oggettivazione del simbolo che esisteva invece nella scultura tradizionale e concede all'artista maggiori spazi di autonomia. Se si vuole, Lilanga porta a compimento il processo di desacralizzazione dell'arte Makonde, pur continuando ad utilizzarne il complicato Pantheon. Trasposto in pittura, lo scatenato universo Makonde assume tutt'un altro impatto e pertanto diversi significati. E' la rappresentazione della nuova Africa, di una comunità che si incontra, che parla, che agisce. Trasposto in pittura l'universo di Lilanga diventa un mondo tout court.

Galleria Spazia Via dell'Inferno, 5 - 40126 Bologna
Inaugurazione: venerdì 21 giugno 2002, ore 18.00
dal 21 giugno al 20 luglio 2002

Orari: dal lunedì al venerdì 10.00-12.30 e 15.30-19.30.
Sabato solo su appuntamento; chiuso domenica e festivi. Ingresso gratuito.

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