Spazio Gianni Testoni La 2000+45
Bologna
via d'Azeglio, 50
051 371272 FAX 051 4153252
WEB
Ester Gross
dal 12/2/2010 al 27/2/2010
mart-ven 16-20, sabato 10.30 -13 e 16-20

Segnalato da

Spazio Gianni Testoni La 2000+45




 
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12/2/2010

Ester Gross

Spazio Gianni Testoni La 2000+45, Bologna

Sovrapensiero. I volti raffigurati con sensualita' e humor nero, vivono in un'unica stanza all'interno della galleria, separati soltanto dalla profondita' di tele nere che si alternano fino a chiudere un cerchio di sguardi e parole non ancora pronunciate.


comunicato stampa

Sabato 13 febbraio 2010 alle ore 18,30 alla Galleria SPAZIO GIANNI TESTONI LA 2000+45 in Via D’Azeglio n. 50 a Bologna verrà inaugurata l’esposizione di Ester Grossi “sovrapensiero” con musiche di His Clancyness e con una performance live di Murder.

sovrapensiero. Come sovrapensiero sono le case di Hopper. Nonostante il protagonismo dei volti nelle tele di Ester Grossi, la presenza umana non è l'unico elemento ad essere indagato. I volti, dipinti con estrema raffinatezza, sfondano la tela, ma la definizione dei colori e il taglio netto dell'orizzonte, danno ai soggetti quella statuarietà che non richiama alla mente solo la bellezza e la malinconia dei personaggi dell'artista americano, ma anche la solitudine delle case e degli edifici congelati dal sole.

I volti raffigurati con sensualità e co n un tocco di humor nero, vivono lo stesso spazio, in un'unica stanza all'interno della galleria, separati soltanto dalla profondità di tele nere che si alternano fino a chiudere un cerchio di sguardi e parole non ancora pronunciate. L'immobilità dei soggetti è scandita dalla potenza del colore acrilico, che se da un lato raffredda e congela l'immagine, dall'altro, le restituisce quella componente straniante, tanto cara al realismo magico, che la rende al contempo tanto più onirica e dinamica. Volti volutamente senza nome, con nessuna identità, ai quali l'artista ha dato vita ispirata dalle atmosfere stile gotico americano della serie televisiva Six Feet Under. Pittura e cinema interagiscono quindi all'interno di questo lavoro, immobilità e movimento confluiscono in un unico spazio, senza risparmiare lo spettatore.

Ogni volto è un protagonista, un fotogramma lynchiano. Come nei film di David Lynch, lo spazio sospeso delle immagini indebolisce l'effetto di realtà del cinema, la cui peculiarità è il movimento, amalgamando e arricchendo la rappresentazione del reale con la sensazione onirica, nelle tele di Ester Grossi avvertiamo lo stesso connubio, ma con sfumature differenti: la fissità della tela e lo sguardo immobile dei personaggi sollecitano un'atmosfera surreale, tanto che l'istante in cui i volti sono catturati è il momento rivelatore in cui confluiscono il prima e il dopo.

Un movimento dunque, che alla magia del quadro aggiunge la rappresentazione della realtà a livello temporale.
Conoscere la circostanza con cui i volti rappresentati stanno interagendo, scoprire se esiste un'interazione anche tra gli stessi personaggi, sono le chiavi di lettura che danno un’ulteriore dinamicità all'opera. E’ come se tutti insieme fossero partecipi di un evento che potrebbe essere il funerale di una persona che li accomuna, al quale sono presenti fisicamente, ma dove ciascuno è immerso nella ridda dei propri pensieri, dei propri dubbi, delle proprie perplessità, come fossero “sovrapensiero”. Inevitabilmente, si ha la sensazione di non trovarsi di fronte ad ogni singola tela, ma di essere circondati da un'opera unica nella quale, tra uno sguardo e l'altro, c'è un buco nero di ricordi.

Tutti i volti rappresentati sono così una storia, una circostanza presente e quindi futura.
Ognuno di essi è separato dall'altro dal colore nero di una tela che improvvisamente diventa “lo specchio della coscienza” in cui lo spettatore trova la continuità e il passato dei protagonisti, e anche di se stesso. Improvvisamente, l'osservatore si interrogherà sulla circostanza in cui è inevitabilmente coinvolto, si guarderà attorno per cercare riparo dalla sua stessa immaginazione.

Sarà circondato da una pellicola di sguardi che non chiedono di essere capiti né tantomeno confortati. E tra un volto e l'altro vedrà rispecchiare sulle tele nere le proprie domande. Osservando questi lavori di Ester Grossi, si ha la sensazione di trovarsi di fronte a due spazi: quello che crediamo di vedere e quello che, un attimo dopo, abbiamo la necessità di trovare. Dream Pop. Un cielo, un prato, un volto. E il loro essere qualcosa anche oltre la tela. Qual’è l'altro spazio più importante nella sala? Probabilmente quello sotto i piedi dello spettatore.

Ester Grossi
Nata ad Avezzano (AQ) nel 1981. Nel 2000 si è diplomata in Moda, Design e Arredamento. Nel 2008 ha conseguito la laurea specialistica in Cinema, Televisione e Produzione Multimediale presso il DAMS di Bologna. Si dedica da anni alla pittura e dal 2008 è tra i giovani artisti promossi in Italia e all’estero dal MUSAE (Museo urbano sperimentale d’arte emergente) e ARTEINGENUA. Ha collaborato, inoltre, con il fotografo Yashima Mishto, sperimentando la tecnica dello smalto su fotografia. Ha presentato sue esposizioni personali ed ha partecipato ad esposizioni collettive in Italia e all’estero. Nel settembre 2009 ha partecipato al Primo Premio d’Arte Contemporanea Val di Sambro curato dalla Galleria Spazio Gianni Testoni La 2000+45 di Bologna. Attualmente vive e lavora a Bologna.

His Clancyness
L'artista italo/canadese ha creato per il progetto un sottofondo di accompagnamento alle opere, pop sognante, ricco di sfumature folk gothic e di momenti rarefatti. “Le canzoni sono state create immaginando una camminata nel verde del cimitero, la bara che scivola lentamente nella terra, le parole religiose, la veglia, i fazzoletti che raggiungono le guance, le macchine nere che si allontanano. Il dopo.”

Murder
Dopo aver intrapreso un percorso musicale in cui convergono sonorità noise e suggestioni blues lo-fi, il duo sperimentale incontra il progetto artistico di Ester Grossi, e ritrova affinità poetiche seppur con sfumature differenti. Lo studio dei madrigali di Carlo Gesualdo rivisitati attraverso i movimenti dissonanti delle parti vocali e la forte carica emotiva, si mescola al tocco noir delle ambientazioni sonore. Durante l’inaugurazione, attraverso una performance live, il duo, composto da Sheson Delay e Carlo Marrone, interagisce con le atmosfere stranianti della mostra.

Inaugurazione Sabato 13 febbraio 2010 alle ore 18,30

Spazio Gianni Testoni La 2000+45
via d'Azeglio, 50 - Bologna
Orari di Apertura: dal martedì al venerdì dalle 16.00 alle 20.00, sabato dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00
Ingresso libero

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