Libera Accademia di Belle Arti di Brescia
4 Progressioni. Per l'occasione Cingolani espone 4 dipinti in cui e' possibile comprendere il modus pingendi con cui l'artista giunge a definire la forma ultima del quadro.
a cura di Alberto Zanchetta
L’urgenza di una narrazione che si stempera nella contiguità di forma e colore è per Cingolani una pratica ormai assodata. Soggetti snelli, saettanti, vivono di una motilità che il paesaggio tende ad assorbire in sé, creando un affascinante quanto inestricabile camouflage.
Tutto è incanto, stupore, diletto: surreale rêverie che si fluidifica tra lo sfavillio dei rossi-gialli e le abrasioni dei blu notte, in un luminismo pittorico che perdura anche nelle ombre. Sia nei grandi dipinti che in quelli di piccolo formato, i titoli rimangono allusivi per lasciare un senso di indeterminatezza, a dimostrazione di come l’aneddotica di Cingolani ami sbizzarrirsi in racconti ebbri di particolari-situazioni, capaci di sedurre lo spettatore più – e meglio ancora – che con le parole.
Commenta l’artista: «Dio non ama l’omogeneo, il suo disegno è ricco di dettagli e particolari. Merito del pittore è avere il colpo d’occhio racchiudendo tutto in un quadro». Assistiamo così a una riscoperta di un retaggio spirituale e artistico che ha la sua fede incrollabile nei pennelli e nei colori (i quali trasudano continue, inarrestabili, relazioni). Ogni quadro pare infatti risplendere della luce delle cose, e del mondo stesso, in un trionfo/tripudio dell’occhio.
Per l’occasione Marco Cingolani esporrà quattro dipinti 80x100 cm in cui sarà possibile comprendere il modus pingendi con cui l’artista giunge a definire la forma ultima del quadro (iter che si esemplificherà nelle prime stesure del fondo, nelle susseguenti velature di colore, in interventi/ripensamenti successivi, via via fino alla ri-finitura dell’opera).
Inaugurazione giovedi 25 febbraio, alle 15
e incontro con l'artista
LABA
Via Don G. Vender 66, Brescia
Orari dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18
ingresso libero