Massimo Sorci - Palazzo Ducale Genova
La ricerca della bellezza. In mostra circa 100 fotografie vintage in bianconero tra cui numerosi scatti di indimenticabili protagonisti del cinema italiano. Conosciuto soprattutto per i suoi ritratti delle star del cinema italiano, tra 1930 e 1950, ma anche straordinario fotografo pubblicitario, di moda, di interni, Luxardo dedica grande attenzione al dettaglio della figura e del corpo umano.
a cura di Roberto Mutti e Elisabetta Papone
Circa 100 fotografie vintage in bianconero tra cui numerosi scatti di indimenticabili protagonisti del cinema italiano. Inaugura venerdì 26 febbraio alle ore 17.30 a Palazzo Rosso la mostra “La ricerca della bellezza. Elio Luxardo, un precursore”, a cura di Roberto Mutti e Elisabetta Papone.
Nato in Brasile ed emigrato in Italia, Luxardo (1908-1969) inizia la carriera come regista e si dedica presto alla fotografia di scena. Conosciuto soprattutto per i suoi ritratti delle star del cinema italiano, tra 1930 e 1950, ma anche straordinario fotografo pubblicitario, di moda, di interni, Luxardo, antesignano di Robert Mapplethorpe e parallelo al più famoso Cecil Beaton, dedica grande attenzione al dettaglio della figura e del corpo umano. La mostra – che rimarrà aperta al pubblico con ingresso libero fino al 28 marzo da martedì a venerdì (9 – 19) e sabato e domenica (10 – 19) – si inserisce all’interno del progetto GenovaFotografia ed è frutto della positiva collaborazione instaurata tra la Fondazione 3M di Milano, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Genova, di concerto con Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, grazie alla quale sono state realizzate lo scorso anno, con grande successo di pubblico, le mostre “Giovanni Verga scrittore fotografo” e “Ghitta Carrel, fotografia e potere”. Un ringraziamento va a Lanfranco Colombo, originale e generoso protagonista del periodo d’oro della fotografia italiana dal secondo dopoguerra, milanese di nascita ma ormai genovese d’azione.
“Elio Luxardo (1908-1969) nasce da genitori di origini italiane in Brasile dove si afferma dapprima come atleta e poi come autore di documentari. Dal padre fotografo di professione impara molto lavorando con i fratelli nello studio di famiglia. Quando, nel 1932, si trasferisce a Roma, si iscrive al Centro sperimentale di cinematografia col sogno di diventare regista. Bello, disinvolto ma soprattutto insofferente della disciplina, abbandona la scuola, entra nello studio del fotografo Sem Bosch e ne rileva quasi subito l’attività affermandosi rapidamente come ottimo ritrattista. Nel suo studio di via del Tritone 197 (e, dal 1944, in quello milanese di corso Vittorio Emanuele) sperimenta quel particolare uso delle luci che aveva imparato sui set e che ritrovava, da grande e competente appassionato del cinema, soprattutto nei film americani. Inevitabile che fossero proprio i divi di Cinecittà e gli attori di teatro ad amare i suoi ritratti, che avevano il pregio di non essere mai ripetitivi perché scaturivano da intuizioni estrose più che da un progetto estetico predefinito.
Avere un ritratto firmato Luxardo era diventato così importante che nel dopoguerra la vincitrice del concorso Miss Italia ne riceveva uno come premio. Davanti al suo obiettivo non passavano soltanto personaggi affermati – politici, nobili, scrittori, oltre ad attori e attrici – ma anche uomini e donne che il fotografo metteva in posa per esaltare uno sguardo, un’espressione, una postura così attentamente studiata da farli sembrare tutti protagonisti di qualche film noir, drammatico o passionale. Come ogni bravo professionista, tuttavia, Elio Luxardo sapeva esprimersi anche in altri campi firmando servizi di moda piuttosto innovativi e importanti campagne pubblicitarie che oggi ci sembrano più semplici di quanto non fossero allora. Ma sono le sue ricerche personali a colpire per la loro bellezza asciutta e suggestiva. I nudi femminili e quelli maschili sono il frutto dei giovanili esordi come scultore, ma soprattutto provengono dalla sua capacità di considerare il corpo in una sua assoluta plasticità lontana in egual misura dalla morbosità e dalla retorica. Quello femminile è di una bellezza eterea che sembra plasmata dalla luce e disegnata da una grazia leggera mentre quello maschile è scattante, elastico, capace di evocare una classicità antica ma anche di anticipare quella forza prorompente e sfrontata poi cara a Robert Mapplethorpe”. Roberto Mutti
GenovaFotografia è un progetto che nasce nel 2007 all’interno dei musei civici genovesi per promuovere e diffondere la cultura fotografica, valorizzare il patrimonio fotografico, migliorare la conoscenza della fotografia storica, le origini e l’evoluzione del linguaggio fotografico, attraverso rassegne dedicate ai grandi maestri e ai grandi movimenti, nazionali e internazionali, offrire spazi, opportunità e sostegno a fotografi, giovani e meno giovani, attivi sul territorio ligure.
Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura – Ufficio Stampa
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Inaugurazione venerdì 26 febbraio alle ore 17.30
Musei di Strada Nuova - Palazzo Rosso
via Garibaldi, 18 - Genova
aperta al pubblico da martedì a venerdì 9-19 e sabato e domenica 10-19
ingresso libero